10.

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Da Falco:
Piccola scendi? 

A Falco:
Dammi il tempo di mettermi qualcosa addosso e scendo.

Era una di quelle serate estive in cui si respirava il calore che quasi faceva mamcare il fiato, ma sempre con quel poco di fresco a cui Selena non era abituata. Indossò dei jeans lunghi, strappati, e una felpa. Prese dal frigorifero due birre e scese alle panchine, prendendo l'ascensore. Passando dal portone principale, cercò di scorgere la figura di Mirko, facendo un lungo sospiro profondo, invano.

Passò davanti al gruppo di Gionata che si trovava a un paio di metri da Falco e gli altri che già avvistata, le avevano fatto cenno di avvicinarsi. Il ciuffo rosso iniziava a scolorirsi, un po' come i suoi, ma il ragazzo rimaneva sempre fisso sul suo corpo.

"Bellissima come sempre." Commentò Gion, ricevendosi come risposta il dito medio alzato.

"Come mai siete vicini a Boschetti?" Sussurrò Selene all'orecchio del suo amico, quando lo baciò in guancia.

"Piccola, non preoccuparti. Ha chiesto scusa a Mirko e voleva chiarire i nostri problemi." Le spiegò, mettendola sotto al suo braccio e rubandogli una birra dalla mano. "Piuttosto, Mirko?" Chiede lui.

Selene alzò le spalle, credendo che fosse lì.

"Ho visto che mi ha chiamato, ma solo un'ora fa quando ho riacceso il telefono... com'è andata poi?" Le sorrise.

Lo fulminò con uno sguardo e spostandosi in disparte, si fece raccontare per filo e per segno.

"Non è capace a parlare dei suoi sentimenti. Non sa nemmeno esprimerli."

"Falco, non ha significato nulla."

Lasciarono perdere e se ne tornarono dal loro gruppo, mentre il ragazzo provò a richiamare il suo amico, che rispose.

"Oi, ma non scendi? ...come non sei a casa? ...ma sei fatto o ubriaco? ...dammi in che posto sei che ti vengo a prendere, coglione ...Mirko, non attacare."

La rossa rimase ad ascoltarlo.

Falco iniziò ad innervosirsi e a guardarsi attorno, fino a notare un figura barcollante in mezzo al poco verde che separava la strada cementata.

"Che testa di cazzo." Commentò in un sussurro, dandosi una spinta e raggiungendolo.

"Dov'è il mio tesoro?" Urlò, guardando la massa sdoppiarsi, ma quella piccola figura rimase unica, proprio come lei. "Sei bellissima, sai?"

Il viso di Mirko si fece così precipitoso su quello della ragazza che s'intimorì. Un'ondata di alcol le arrivò alle narici che le fecere storcere il naso.

"Mirko..." sussurrò per paura di sfiorargli le labbra. "Perchè?" Chiese.

Iniziò ad accarezzarle la guancia, infilando la mano fa la lunga chioma liscia.

"Perché lo sei, e voglio che tu sia mia." Rispose, tentato dalle labbra un po' screpolate e rosee, poggiando lo sguardo sulla sua bocca.

"Sei ubriaco." Ancora una volta lo allontanò, e se ne andò.

Dopo non averle detto niente quella mattina, di punto in bianco arrivava ubriaco a dirle che la voleva. Non ci vide più. Era ferita.

Non poco più tardi le arrivarono dei messaggi.

Da Mirko:
Io ti voglio veramente, credimi.

Da Mirko:
Non sono mai stato bugiardo con te, se non stamattina.

Da Mirko:
Non voglio perdere questa occasione se la vogliamo entrambi!

A Mirko:
Hai bevuto, fatti una bella dormita.
Buonanotte.

Da Mirko:
Non potrai evitarmi domani, siamo inseparabili e ci vedremo sicuramente domani. Vengo io da te. Buonanotte.

A Mirko:
Va bene.

Pensò a lungo prima di scrivere quel 'va bene', credendo che il suo comportamento era esagerato per un bacio e ognuno doveva dire la sua, e a lei mancava sentir dire quella di Mirko.
Inoltre fu un messaggio di Falco a farle cambiare idea.

Da Falco:
Piccola, devi parlarti. Sta male, e lo fa stare pure me vedendolo così. Fammi sapere, un bacio.

Nascosti || RkomiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora