Selene dovette continuare a vedersi con Gionata ognu volta che lui voleva, e la sua voglia di vederla era continuamente insistente e invasiva nel tempo in cui lei in realtà progettava e pensava di passare con Mirko. Ogni volta disdiceva i loro incontri, perché il ciuffo rosso si presentava senza alcun avviso al suo appartamento. Era frustrata e senza alcuna speranza che ormai potesse avere la possibilità di rifrequentarsi con il moro, col cuore infranto.
In quei giorni in cui riuscivano a vedersi in poche ore, Selene, che nel frattempo era tornata con la chioma rosso fuoco come le piaceva a lei, capì che non bisogna avere paura della persona che si ama; arrivando alla conclusione che Gionata non era fatto per lei.
Mirko arrivò furtivamente a casa di Selene, aprì la porta già aperta e se la chiuse alle spalle, facendo fare due giri di chiave.
Di spalle, sentì correre dietro di lui, per poi sentire un peso attaccato al collo.
I due si erano legati, ancor più di prima, il moro credeva veramente che fosse la sua anima gemella perché riuscì in quel periodo a parlarle della sua vita, dei suoi problemi, delle sue paranoie e dei suoi sogni, che solo Falco conosceva e manteva per se.
Un sorriso si formó sul volto di entrambi e si salutarono con un dolce, ma veloce bacio sulla guancia."Ho dei nachos, li vuoi?" Disse lei entusiasta con passo svelto dirigendosi nella cucina a vista sul salotto, del suo bilocale.
Prese una ciotola che riempì di patatine e raggiunse il ragazzo che si era tolto le scarpe e si era messo sul divano, con le gambe allungate e incrociate sul puffo.
"Grazie mille." Disse lui prendendone un paio. Inizió a mangiarle insieme a lei, anche se erano le 6:30 di sera e da lì a poco avrebbero entrambi cenato.
Gionata se n'era andato da poco; Mirko e Selene potevano godersi quel momento in pura tranquillità.
I loro sguardi ogni volta che si incrociavano, sembrava li attirassero sempre più vicini, azzerando la distanza con un bacio sfiorato, quasi implorante per averne uno in più, più passionale. La loro voglia di volersi era oltre all'immaginabile.
"Io voglio star con te. Mi fai star bene." Sussurrò Sel, tenendo gli occhi chiusi, quasi estasiata da quel profumo, dal calore del corpo di Mirko e dall'abbraccio in cui era tenuta stretta.
Sembrava quasi non la volesse lasciar andare.
La spostò su di lui, a cavalcioni, e imbarazzata arrossì e abbassò lo sguardo sulla bocca del ragazzo che si allargò in un'enorme sorriso."Io ti ho sempre voluta." Disse, sicuro di sè.
La prese dalle guance e l'avvicinò alle sue labbra, ma quella volta i loro baci diventarono numerosi, veloci. I loro respiri diventarono affannati e le loro mani scorrevano sul corpo dell'altro.
Mirko prese dai fianchi al ragazza, stringendoglieli, facendola rimanere sull'erezione che gli stava crescendo.
Le mani della rossa a quel punto s'ingarbugliarono fa i capelli del moro, tirandoglieli leggermente, mentre passò a baciargli il collo.Dopo l'esasperato bisogno che avevano di dimostrarsi quell'amore che provavano, stesi nudi nel letto di camera di Sel, suonò il campanello.
Guardò l'ora, erano le 7:32 e come prima cosa pensò a sua mamma. Si rivestì, dopo essere scattata in piedi insieme al moro, e corse ad aprire la porta, non guardando chi fosse."Piccola." A quelle parole le si gelò il sangue, era Gionata.
Cosa ci faceva lì?
"Ciao Gio." Cercò di esclamare, facendo capire al ragazzo dall'altra parte della casa che in qualche modo doveva nascondersi.
Il rosso la superó entrando. Si avviò verso il balcone e uscì, accendendosi una sigaretta.
"Aspetta che ti raggiungo in balcone." Continuò con tono alto, per far uscire il moro da casa.
Si accese la sigarerra, chiudendo la finestra alle sue spalle e vedendo Mirko che le faceva il gesto di chiamarlo più tardi. Alzò il pollice, in segno di approvazione, mentre Gion era impegnato a guardare il panorama pensieroso.
"Come stai?" Chiese lei, non avendo ricevuto alcun saluto. Sperava veramente che fosse venuto per lasciarla e che il suo comportamento era tutto dato dal fatto che non provasse più nulla per lei.
"Scusa se son venuto senza avvisarti." Sempre la solita e stessa frase, pensò Selene ascoltandolo. "Ho bisogno di te, voglio passare più tempo con te, ed è per questo che volevo chiederti una cosa..."
Il cuore di entrambi batteva velocemente, ma per motivi ben differenti. Gionata per paura di ricevere un 'no' come risposta e Selene per paura che facesse un passo troppo lungo.
"Dimmi, ma dipende." Anticipò.
"Vuoi venire a vivere in appartamento con me?"chiese, girandosi verso di lei, speranzoso.
Abbassò lo sguardo, se fosse andata da lui non se lo sarebbe mai più tolta di torno e il suo vero amore, non lo avrebbe più visto se non da metri di distanza. La paura di non vedere più Mirko la spaventava a morte, ma anche la reazione che avrebbe potuto avere Gionata. Si sa, l'amore vince sempre, percui decise di rifiutare la richiesta.
"Non me la sento Gio, dovrei lasciare mia madre." Sviò con una scusa.
"È nella palazzina affianco, non in un altro quartiere." Rispose alterato, aspirando un lungo tiro di sigaretta successivamente.
"No Gio, non me la sento." Continuò lei, schiacciando il mozzicone nel portacenere ed entrando, seguita dal ragazzo non accorgendosene.
La strattonò dal braccio facendola così girare verso di lui. Iniziò a tirarle uno schiaffo in pieno viso, facendola piangere. Fu la prima volta che le alzò le mani.
"Vieni con me quindi?!" Ridomandò, insistendo.
Sussurò un 'no' che percepirono le orecchie del ciuffo rosso e continuò a picchiarla fino a farla accasciare a terra senza più sensi.
Ci fu un black out.
Mirko, non ricevendo alcuna chiamata, e vedendo Gionata fuori a palare con i suoi amici iniziò a preoccuparsi e a chiamare la ragazza, senza alcuna risposta.
Da lontano vide la madre di Selene entrare nel portone, si avvicinò chiedendole se avesse sentito sua figlia. Rispose di no, ma lo invitò a salire assieme a lei, aiutandola con le buste della spesa.Inserì le chiavi nella porta e notarono entrambi, sorpresi, che era aperta. Di solito Selene per paura, faceva almeno un giro.
La vista fu raccapricciante, i sacchetti che sorreggeva il ragazzo caddero ai suoi piedi, proprio all'ingresso, dove vide la rossa sdraiata a terra, con del sangue sul volto.
La donna era già lì, vicino a lei, mentre chiamava il 118 piangendo.
Mise una mano sul collo, per sentire se le battesse il cuore ma per ansia la donna non riusciva a distinguere il suo battito accellerato per lo spavento dal possibile battito della ragazza.Mirko si avvicinò, facendo alzare la signora intenta a parlare con voce tremante con la signorina al telefono, che avrebbe mandato un'ambulanza a momenti.
La guardò, notando il naso incrostato dal sangue insieme al sopracciglio, l'occhio nero e gonfio. La rabbia salì, facendolo ribollire, sapeva che era stato Gionata.