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Mirko era perennemente con gli occhi lucidi, seduto su quella poltrona scomoda, posta vicino al lettino in cui c'era Sel, buona parte del giorno. La stanza era fredda e spoglia, un po' come ormai l'anima del ragazzo. Erano tre giorni che la rossa non dava segni nel risvegliarsi e, con lui, la madre di lei era distrutta.
Era appena arrivato, quella mattina, al reparto in cui si trovava Selene e vide la signora dormire sulle sedie in plastica fuori dalla camera. Non potevano stare tutto il giorno con la ragazza, percui si davano il cambio nel dormire su quelle scomode sedie, pur di esserci in caso si risvegliasse.

"Signora..." sussurrò Mirko, scuotendole il braccio delicatamente.

Inutile dire che si svegliò subito, d'altronde non si riusciva a riposare e cadere in un sonno profondo. Gli sorrise e lo ringrazio aprendo il sacchettino che le aveva portato in cui c'era una brioche.

"Torno nel pomeriggio, per un paio di ore. Fammi sapere se ci dovessero essere notizie."

"Sarà fatto, stia tranquilla."

La mamma di Selene andò a casa, osservata da tutti gli amici della ragazza. Entrò nella camera disordinata che odiava vedere ogni volta che tornava da lavoro, l'osservò ripensando a quanto fosse importante Sel visto che era l'unica persona che le restava e notò sotto al letto una punta di un quadernetto, lo aprì e vide che era stato scritto da sua figlia.

"Adoro Mirko, si è stato tutto un malinteso, e ora ci dobbiamo vedere sempre da me di nascosto, perché se lo sapesse Gionata impazzirebbe. Spero che Mirko mi venga a prendere un giorno e mi faccia scappare insieme a lui lontano da qui. Ho troppi problemi in questo quartiere, solo lui è stato in grado di aiutarmi. Gionata mi ha solo e sempre mandata a finire in vecchie abitudini che mi avrebbero fatta ritrovare, prima o poi, in un parco della droga o in bagno con una siringa in vena."

"Credo di amarlo, ogni volta che mi guarda o sfiora impazzisco. Mi fa sentire l'unica ragazza sulla faccia della terra."

Mirko intanto venne raggiunto da Falco, e iniziarono una conversazione mentre i loro sguardi rimanevano fissi sulla rossa. Era dello stesso colore delle lenzuola con qualche livido e cicatrice.

"Penso che oggi venga Gionata." Annunciò Falco.

Sarebbe stata la prima volta che andava, ma Mirko non gli avrebbe permesso l'entrata, a costo di ritrovarsi nelle condizioni di Selene e non risvegliarsi più.

"Okay. Tu per quanto resti?"

"Pensavo di farti uscire almeno a fumarti una siga, poi tornerei domani visto che nel pomeriggio voglio venire gli altri della compagnia. Si erano affezionati quando usciva con noi. Poi quando abbiamo saputo che vi vedavate, per noi era ancora una di noi." Rispose Falco accarezzandole la mano fredda della ragazza.

Mirko scese a fumare, non rispondendo al suo migliore amico, sentendo le lacrime pronte a scendere.

Si portò una sigaretta fra le labbra, proprio fuori dall'entrata dell'ospedale, e se l'accese. Fra un tiro e l'altro da lontano vide Gionata in lontananza sbucare con il suo ciuffo rosso, che si era informato degli orari di visita chiamando direttamente la struttura, evitando ogni contatto con chi ci sarebbe stato.

Mirko buttò il mozzicone e gli andò in contro.

Nascosti || RkomiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora