I due ex amanti rimasero lì, sul tetto, in silenzio. Il silenzio che tanto amava Mirko, quel silenzio che valeva più di mille parole e i loro occhi molte di più.
"Perché pensi a me, se stai con Gionata?" Chiese, non resistendo più dalla curiosità di sapere se lei era ancora innamorata di lui.
La ragazza lo guardò dritto negli occhi, facendo un tiro dalla sigaretta che si era accesa poco prima, e rimase in silenzio a pensare ad una risposta ad effetto, che non avrebbe svelato i suoi sentimenti.
"Perché ho incontrato Falco, mi ha detto che avrei dovuto chiederti come stavi e, puntualmente, ti ritrovo qui a frignare." Rispose secca e senza alcuna emozione.
Mirko scattò davanti a lei, iniziando a camminare avanti e indietro. Era innervosito, si vedeva, e Sel ne fu compiaciuta.
"Io frigno? Io piango per te! Non ho mai pianto nemmeno per mia madre, quindi non dire un'altra parola. Non sai nulla su quel che provo io, i tuoi sentimenti sono annebbiati, Gionata sa essere tanto menefreghista quanto possessivo in modo ossessivo, e se lui è tornato dolce e rispetto nei tuoi confronti vai nei cazzi tu. Io ti ho avvisata di non tornare più da lui, per vari motivi e tu cosa fai?! Ci torni assieme come se nulla fosse e torni a farti. Io non ti capisco, volevamo fare le cose per bene..." disse tutto d'un fiato, puntandole contro il dito, quasi minacciandola all'inizio per poi tornare più calmo, sentendosi col cuore infranto.
"E tu con Alessia?" Domandò la ragazza dai capelli rosa, dandogli una spinta sulla spalla.
I sensi di colpa in Mirko ogni giorno si presentavano, ma rinfacciandogli quella cosa dalla persona che amava, lo distruggeva ancora di più.
Una lacrima gli rigò il viso."Vedo che non fai più tanto il duro." Continuò la Selene, inferendo.
"Alessia è una troia, lo sanno tutti. Mi è saltata addosso e mi ha solo toccato lei perché era ubriaca, l'ho pure allontanata." Sbraitò, allontanandosi da lei e tornando dentro scendendo le scale del condominio. Rimase un attimo a realizzare le parole che gli disse e lo rincorse buttando il mozzicone.
"Ei Mì." Urlò, scendendo con un'andamento veloce rispetto al ragazzo, che però si fermò e alzò lo sguardo nella tromba della scala, vedendola e facendola arrivare al suo stesso piano.
"Scusami..." disse lei, in un sussurro.
La vide lì, davanti a lui, con quel viso che avrebbe voluto riempire di baci, con quei capelli che gli ricordavano dello zucchero filato e che avrebbe voluto per lo meno toccare, giocarci. Le sue piccole mani tremavano in modo evidente, aveva bisogno di una dose. La prese a mo dì 'sacco di patate' e finì le scale fino ad arrivare a casa sua, casa Martorana.
"Tieni, andiamo in camera mia." Disse Mirko mettendogli in mano un grinder e un paio di cime.
Si misero sul letto, seduti, a far su le loro canne e iniziarono a fumare.
"Sei un po' una testa di cazzo." Confidò alla ragazza che rise.
"Anche tu." Disse. "Ma ora devo andare..." continuò guardando il telefono.
Da Gionata:
Amore, 10/15 minuti e sono da te. Se vuoi usciamo con gli altri.A Gionata:
Si perché mia madre è a casa oggi.Da Gionata:
Ci troviamo giù allora, a dopo piccola."Oh." Risvegliò la ragazza indaffarata a leggere i messaggi del suo fidanzato. "Ma quindi tu stai bene con Gionata?"
"Io... sono confusa. Tu mi hai confusa."
"Lasciati con lui e pensaci. Chi tra me e lui potrebbe veramente farti felice come una principessa?"
La ragazza annuì, gli baciò, prima puntando il punto, l'angolo della bocca e se ne andò. Quel piccolo bacio insignificante, riempì di gioia il cuore di Mirko e di lei, anche se quest'ultima si trovava in un vero e proprio bivio. Decise di parlarne con Gionata, la sera stessa.