23.

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La rabbia s'impradonì del corpo di Mirko che, a passo svelto, lo raggiunse. Gionata rimase serio, con gli occhiali da sole abbassati e le mani intasca, tenendo le spalle un po' più alte rispetto al solito.

"Ti conviene andartene." Gli consigliò il moro, cercando di trattenersi.

Al pensiero che fosse stato lui a ridurla in quel modo, gli venne un senso di disgusto.

"Io la amo ed è mia." Disse lui difendendo i propri sentimenti, così ossessionati. "Io le voglio bene." Continuò.

"Tu non la ami, sennò non l'avresti quasi ammazzata. E avresti avuto la decenza di farti vedere prima." Sbottò Mirko, prendendolo dai due lembi aperti del giubbotto che indossava il rosso.

"Lei mi appartiene... mi è rimasta solo lei" insistette Gion.

"Sceglie lei di chi essere." Lo spintonò e lo guardò tirarsi su gli occhiali sfoggiando l'occhio nero. E dalle parole che disse, intuì che fossero stati quelli della sua stessa compagnia a conciarlo in tale modo.

Gionata era pronto a fare rissa, non si stancava mai; ma Mirko infranto non riusciva. Aveva il pensiero fisso per lei, sperando che si risvegliasse.

"Boschetti lasciala stare, ha bisogno di stare sola."

"Da sola con te?" Domandò quasi ironico.

"No." Precisò. "Sola. Non si è più ripresa e ha bisogno di riposo e concentrarsi su lei appena si riprenderà." Perchè quella speranza c'era per tutti.

Il ciuffo rosso tornò probabilmente a Calvairate e Mirko risalì nella camera in cui c'era Falco che accarezzava la mano della rossa. Si appoggiò allo stipite della porta e tirò un colpo di tosse.

"Indovina chi c'era?" Chiese all'amico quasi in modo scontato.

Il ragazzo capì. "E...?"

"L'ho mandato via."

Falco gli raccontò della rivolta della compagnia di Gionata verso il loro leader.
Poteva farle di tutto, ma picchiarla non poteva esistere.

L'amico tornò a casa lasciando Mirko con la silenziosa e assente compagnia di Selene. Si sedette sul letto, nel poco spazio che c'era affianco a lei. Le prese la mano e, chinandosi, la baciò. Quel bacio fu rigato da una lacrima del ragazzo, che ancora sentiva le mille emozioni magnifiche che avrebbe voluto condividere con lei. In sua insaputa però, nella mente di Selene la sua figura era costantemente impressa. Quel bacio, lo sentì come le sue parole.

"Non voglio perderti, quindi svegliati piccola. Sono più che certo che io prova dei sentimenti forti, e vorrei dirti che ti amo, ma ho bisogno che tu mi veda negli occhi per capire cos'è realmente tutto ciò. Non è una cotta, un'enfatuazione; è amore. E io vorrei farti stare bene, ma non so più che fare."

Cercò di muovere la mano, per far capire che lo sentiva e lui sobbalzò, sorridendo.

Piano pianonil cervello di Selene si stava risvegliando fino a quando aprì gli occhi e, come prima persona, vide Mirko difianco a lei che iniziò a piangere, dalla gioia.

"Lo sapevo che eri forte." Le sussurrò all'orecchio, abbracciandola.

"Ti amo." Gli rispose, non pensando troppo al contesto, al momento giusto. Se lo sentiva sulla punta della lingua e non potè che confidarglielo.

Il moro si spostò leggermente indietro per guardarla negli occhi e vide il suo riflesso splendere come sotto ad una giornata di sole.

"Ti amo anch'io piccola." Disse, per poi baciarla.

Nascosti || RkomiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora