I giorni dopo furono piovosi, l'estate sembrava aver preso un strana piega. Quasi faceva paura lo scenario di quel cielo così scuro e pieno di nuvoloni altrettanto cupi, pronti a sbarazzarsi dalle loro gocce. Altrettanto lo erano gli occhi di Selene che, rimanendo tutti quei giorni in casa a prendersi le dosi che le avanzavano, non vide nemmeno Gionata. O almeno, da quella sera non è andato nemmeno a trovarla o ad interessarsi. Due giorni, quasi tre, sola a combattere e affogando i suoi demoni. Barcollando sempre sul filo del rasoio tra la vita e la morte.
Qualcuno, a differenza di come pensava, si stava domandando come stesse. E chi se non Mirko?
Quel primo pomeriggio lo annoiava a morte, oltre che tormentarlo. Stava seduto sulle scale del condominio chiedendosi se Gionata era da Selene o no. Aveva una voglia pazza di salire sul tetto ad ammirare quel cielo, pur piovendo, stando con lei. Scoprire il suo passato.
Ci pensò, e buttando via mezza sigaretta con cattiveria sotto alla sua scarpa, iniziò la sua scalinata verso a quell'appartamento. Non si sentiva nessuna voce se non una leggera melodia elettronica in sottofondo. Il suo istinto portò dritto il suo dito sul campanello stridulo.
Sentì come un qualcosa cadere a terra e la risata sfiancata della rossa l'accompagnava mentre apriva la porta.
"Ei." disse sorpresa, chinando la testa verso la spalla, sorridendogli.
"Ti va di andare su a parlare un po'?" chiese il moro, ricambiando un piccolo sorriso.
La rossa senza dire nulla s'infilò una felpa, allontanandosi e uscendo sul balcone tenendo in mano una canna. Mirko entra chiudendosi alle spalle la porta, spiazzato. Notò un bicchiere rotto a terra, quello di poco prima. La raggiunge e si siede al tavolino, godendosi l'aria fresca e il profumo della pioggia sull'asfalto. Notava solo in quel momento che la ragazza aveva ancora gli stessi vestiti e il trucco sbavato, se non esistente.
"Perché sei venuto?" domandò lei.
Non sapendole dare una spiegazione logica, dovette optare per la verità.
"Volevo vederti, e stare insieme del tempo." spiegò. "Credo ti serva."
Selene scattò in piedi. "Se ti faccio pena o vuoi farmi una ramanzina su cosa fare e cosa no, ti accompagno all'uscita."
Beh, come darle torto?! Come tutti i 'tossicodipendenti' non voleva sentirsi dire le solite cose, di tutti i giorni.
"Nono." la rassicurò all'istante, anche se avrebbe voluto pregarla di non farlo più visto com'era stata. Si dimostrò disinteressato da quell'argomento e, facendola risedere al suo fianco, fumarono insieme.
La rossa si lasciò andare e iniziò a scherzare e ridere con il moro. Facendosi scappare di bocca l'inizio di tutto.
"Ho iniziato con l'erba a 14 anni, si sa l'età è quella per tutti." rise. "Poi ci sono stati problemi in casa con mio padre, che se n'è andato poi. Mia madre era disoccupata e gli unici lavori che trovava erano temporanei e nemmeno sufficienti per mantenerci. Così un mio amico ha iniziato a farmi lavorare in un bar dopo scuola, e per aver tutta quella carica da mattina a sera tardi mi serviva una spinta in più." fece intendere gesticolando. Gli occhi nocciola imbambolati e curiosi di saper di più non si schiodavano da lei. "Poi dopo scuola iniziò il problema inverso. Ansia perenne, mia madre addosso, il sapere che l'unico vero amico l'avrei dovuto abbandonare per venire qui..."
La musica che continuava ad andare, la fece saltare in piedi dall'euforia causata da motivi sconosciuti e iniziò ballare in modo buffo.
Mirko rise alla scena piuttosto tenera e si unì a lei. Più che ridere, Mirko si era riempito di gioia per quel che gli era stato raccontato non costringendola a farlo. Allo stesso tempo pensava a come rimediare, ma il momento che stava vivendo in quell'attimo era impagabile e imperdibile, non sapendo se sarebbe riaccaduto e voleva goderselo senza pensieri.