16.

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Fu strano risvegliarsi con Gionata affianco, ormai si era abituata a Mirko che stava sveglio a guardarla, ma nonostante ciò gli baciò la guancia, svegliandolo.
La rossa aveva ancora dolore al petto e un'ansia che la faceva impazzire. Il suo telefono, appena si accese, iniziò a vibrare senza interruzione. Trovò una ventina di chiamate perse da Mirko, un paio da Falco e dei messaggi da parte di entrambi. Li lesse, ma senza dargli troppa importanza. Ancora una volta fu presa in giro e non voleva più saperne, almeno non erano andati oltre pensò così da non farla legare di più a lui e farla sentire peggio.

Da Mirko:
Dove sei? Sono preoccupato.

Da Mirko:
Fammi spiegare...

Da Mirko:
Domattina vengo da te a parlarti.

Peccato che Selene non si trovava a casa sua, quindi il ragazzo nel frattempo rimase fuori da casa sua insistendo con il campanello, ma non sentiva una mosca volare. Perse le speranze.

Da Falco:
Piccola, dove sei?

Da Falco:
È Alessia che è una troia, lui non aveva intenzione, è psicopatica.

A Falco:
Sono in zona, tranquillo.

Era mezzogiorno, ma pur avendo il turno di lavoro poche ore dopo, chiamò al bar e avvisò che non ci sarebbe stata quella sera. Posò il telefono e si rigirò verso il ciuffo rosso scompigliato e dal volto visibilmente stanco e segnato. Aveva gli occhi semi-aperti e la guardava intensamente come se si aspettasse qualcosa.

'Era carino' pensò la ragazza, sorridendogli.

"Cosa sorridi?" Rise prendendola fra le sue braccia e trascinandola vicino a lui.

"Nulla." Rispose accucciandosi sul petto caldo del ragazzo. "Tu mi proteggerai, vero?" Chiese spezzando il silenzio che si creò successivamente.

"Ovvio piccola mia." La rassicurò giocando con quel lunghi capelli rossi.

I due più tardi uscirono insieme e, senza degnare di uno sguardo al gruppo di Mirko, se non Falco, si avvicinarono agli amici più grandi.

Restarono lì, festeggiando il ritorno di Selene. Gli occhi infuocati di Mirko nel vedere quei due assieme lo fecero ribrezzo. Lei doveva essere fra le sue di braccia non in quelle di Boschetti. Si girò, dando le spalle a quel gruppo e gli cadde lo sguardo su Falco.

"Un po' è colpa tua." Confessò l'amico, che lo fece sbuffare.

I due rossi salirono sull'auto e non tornarono fino a notte tardi. Erano andati a prendere della tinta rossa per lui e della nuova tinta bionda per lei, che successivamente si sarebbero fatti appena tornati. Andarono pure dal pusher di Gionata dove Sel vide che prese compresse e polvere bianca, oltre all'erba. Non chiese nulla, ma dopo aver messo la tinta in testa ad entrambi, la domanda le venne naturale da porre.

"Ma Gion, che hai preso prima?"

"Oh..." sospirò in un mezzo sorriso, abbassando lo sguardo. "Metadone e dell'ero; ma non ti do nulla." Chiarì subito dopo l'ultima frase.

Si sentì arrossire e l'idea che stava in una casa dove c'era la sua più grande tentazione iniziò a salire la 'scimmia', che le ripeteva di trasgredire ciò che Gionata le aveva detto prendendone un po'.

Si sciacquarono i capelli e inaspettatamente i capelli di Sel, al posto di diventare biondi diventarono rosa pastello. Imprecò, vedendo il ragazzo divertito da quanto fossero... 'troppo femminili per lei'.

"Sei bellissima comunque, stai tranquilla." Disse, ma questo non la rassicurò.

I due si fecero un paio di tiri dal bong che li stroncò facendoli addormentare, uno sopra l'altra, dopo un paio di dolci baci sul collo e petto.

Il giorno dopo arrivò in un lampo e Sel come sempre si svegliò per prima, prese i suoi vestiti e lasciò un post-it a Gionata sul cuscino in cui aveva dormito lei.

"Gion sono dovuta andare, inizio tra poco lavoro e te stai dormendo troppo bene per svegliarti. Se riesci vienimi a prendere verso l'1 stanotte, sennò torno a piedi.
Un bacio."

Si legó i capelli come riuscì e nell'uscire vide un'insieme di buste bianche. L'aveva separata a dosi. La saliva di Sel fece fatica a scendere, ma la sua mano si allungò e ne prese un paio, sentendosi spacciata.

Tornò nel suo appartamento a cambiarsi e in un 5 minuti riuscì ad uscire. Prese l'ascensore e non appena le si chiusero le porte davanti, tirò fuori una bustina, quasi tremando dalla voglia e all'idea che l'avrebbe fatta sentire da dio in qualche minuto.
La sostanza così bianca, quindi così pura, la portò alla narice tirando su col naso.

L'espressione sul viso della ragazza dai capelli rosa cambiò e a lavoro tutti se ne accorsero.

"Tutto apposto?" Chiese Eleonora, poggiandole una mano sul braccio.

Sel guardò quella mano poggiarsi e non sentì alcun contatto. Si sentiva molle, e le gambe le tremavano.

"Si Ele, sto benissimo." Sorrise e, con affanno e lentezza, andò ad un tavolo a prendere l'ordinazione.

C'era cascata, ma non fu colpa di nessuno, se non del suo bisogno psicologico.

Nascosti || RkomiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora