13. La mamma

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Rientriamo in casa abbracciati. Sua madre è seduta sul divano con le gambe accavallate. Appena ci vede si alza.
"Mamma, non ho avuto modo di presentarti Giulia, la mia ragazza"
Sbianca e si avvicina a me con un sorriso un pò forzato.
"Piacere, sono Susanna" dice porgendomi la mano. La stringo sorridendo e ricambiando il saluto. 
"Cara, mi dispiace per prima. Ma non sapevo chi eri e ti trovo in casa di mio figlio, insomma non capita tutti i giorni"
"Non si preoccupi, davvero" dico.
"Sono mortificata per averti fatto andare via in quel modo"
Sorrido imbarazzata. Sono felice che non è come dà l'impressione di essere. Quando l'ho vista al compleanno mi era sembrata una donna antipatica e puntigliosa. Anche appena è entrata e ha iniziato a gridarmi contro mi aveva fatto quell'impressione. Ma ora che mi ha parlato scusandosi con quel tono dolce mi è sembrata gentile e addirittura simpatica. Forse sarà solo un altro aspetto di lei.
"Mamma, ti fermi a pranzo? Ha cucinato Giulia"
"Va bene, accetto con piacere sempre se non è un problema"
"No, nessun problema si figuri" rispondo. Non so se essere felice o scappare via con le mani nei capelli.
"Cara, non chiamarmi 'signora', mi fai sentire vecchia, chiamami Susanna"
Annuisco.
"Vado a cambiarmi prima di mangiare" annuncia Pasquale a voce alta, poi mi sussurra all'orecchio qualcosa che suona come "spero non vi ammazziate".

"Vado a controllare il pollo" annuncio e vado in cucina.
"Ti seguo"
Si siede ad uno sgabello dietro l'isola, mentre io vado vicino il piano cottura.
"Allora, tu e Pasquale state insieme da tanto?" chiede mi mentre scruta con degli occhi neri.
Sicuramente i due fratelli hanno preso gli occhi del padre
"In realtà stiamo insieme da ottobre, ma siccome ci sono stati alcuni problemi si può dire che stiamo insieme ufficialmente da due settimane"
"Ah, e tu vivi qui?"
Non so cosa rispondere. Mi ha spiazzato con questa domanda. Tecnicamente non vivo qui, anche se mi fermo spesso intere giornate e ho portato alcuni vestiti. Ma non posso risponderle così perciò mi limito a dire: "Passo alcune giornate qui, però sto in un appartamento vicino l'Università"
"Ho capito. Quindi sei laureata?"
È davvero impicciona. Ma almeno ha cambiato argomento.
"No, cioè non ancora. Dovrei laurearmi ad aprile. Sono all'ultimo anno di giurisprudenza. Ora mi sto specializzando"
"Nello studio di mio figlio, vero?" chiede, ma non con un tono amaro, è dolce e curiosa.
Annuisco.
"Quindi è così che vi siete conosciuti?" chiede.
"No, in realtà ci siamo conosciuti all'Università prima che iniziassi la specializzazione. Non sapevo che sarei andata a lavorare per lui"
"Ho capito. Lo sai che è sposato? Sposato ancora per poco" dice abbassando la voce sull'ultima affermazione e cambiando voce.
Annuisco. "Ne abbiamo parlato tanto e lo abbiamo superato"
"Già, immagino che sia questo uno dei problemi che avete avuto"
Non faccio in tempo a rispondere che Pasquale ci interrompe, e proprio in quel momento suona il timer del fono.

Mangiamo parlando del più e del meno, ma spesso non mi intrometto nei discorsi madre-figlio.

PASQUALE P.O.V.

Il pranzo è filato liscio. Sono contento che Giulia e mia madre non si sono ammazzate a vicenda. Appena sono rientrato in casa e ho visto quel frastuono ancora non avevo realizzato che mia madre era nella stessa stanza di Giulia e le stava urlando contro. Ma anche il mio amore rispondeva a tono, finché è uscita di corsa. Perché lei e così, prima di dire qualcosa di cui poi si sentirebbe pentita prende e se ne va. Mi è servito un momento per capire la scena che avevo davanti. Poi quando mi sono ripreso ho lasciato mia madre sbigottita in casa e sono corso da lei.

Aiuto Giulia a mettere i piatti nella lavastoviglie mente mia madre è andata in bagno.
"Non è andata così male in fondo" dico.
Mi lancia un'occhiataccia. "Se lo dici tu"
Rido e le do un bacio.
"Te l'ho detto che non è come sembra. Di cosa parlavate prima?"
"Le solite cose che chiede una madre alla fidanzata del figlio" ribatte sarcastica. Le do una pacca sul sedere mentre esce dalla cucina e raggiunge mia madre in soggiorno.
Prende il cappotto e mente lo indossa le chiedo: "Dove vai?"
Guarda mia madre poi me.
"Torno a casa. Devo iniziare a preparare la tesina"
Sospiro. Saluta mia madre. "È stato un piacere conoscerti cara" dice. Giulia sorride e ricambia il saluto. Poi la accompagno alla porta.
"Sicura che non vuoi restare. Puoi scrivere la tesina al mio computer" dico mentre usciamo fuori e socchiudo la porta alle mie spalle.
"Non vorrei disturbare tua madre mente ne dice mille e una su di me"
"Va be'. Vuoi che ti accompagno?"
"No. Faccio due passi"
"Non so se sei più insopportabile tu o mia madre" dico divertito.
"Lo stai per scoprire" dice facendo cenno verso la casa.
"Prendi la mia macchina" dico alludendo alla mia 500L rossa, anche se ormai la usa solo lei. Non che prima la usassi di più. Uso sempre la mia BMW nera.
"Se insisti" replica.
"Vado a prenderti le chiavi" dico voltandomi. Ma sento un tintinnio e mi giro. Ha le chiavi in mano. Sorrido e la accompagno alla macchina.
"Hai visto la sorpresa?"
"Certo amore, è bellissima"
Mi bacia.
"Ciao amore, a domani. Se mi sfasci la macchina trovati un buon avvocato" le dico quando ha già chiuso lo sportello.
Mi saluta con la mano e parte.
Adesso vado a fare i conti con mia madre.

"Quanto ci è voluto per salutarla?" mi chiede appena chiudo la porta. Non rispondo e vado a sedermi sulla poltrona.
"Perché non mi hai parlato prima di questa Giulia?" continua.
"Perché sapevo che avresti reagito così"
"Così come?"
"Così, come stai facendo. Ti impicci, vuoi sapere tutto di tutti e vuoi sempre avere il controllo della situazione"
"Faccio così solo perché ti voglio bene e non voglio che tu soffra di nuovo come è già successo"
"Lo so mamma, e lo apprezzo. Ma non ti puoi intromettere così nella mia vita. Come hai saputo di Giulia?"
"Quando Elisa, al compleanno di tuo fratello, mi ha detto che era tua amica mi sono informata. Ma negli ultimi tre giorni non eravate qui... Quindi mi sono arrangiata"
"Come vuoi. E cosa ne pensi di lei?"
"Ad essere sincera, mi sembra una poco si buono. Cioè, si fidanza con il capo. Se non è una poco di buono questa"
"Non ti permetto di parlare così di Giulia. Io e lei ci amiamo da prima che iniziasse a lavorare nel mio studio"
"Non ti arrabbiare Pasquale. Lo sai che lo dico solo per te."
"Lo so" dico per accontentarla.
"Comunque sembra una brava ragazza. Meglio di quella stronza che ti sei sposato. A proposito le hai parlato di quella?"
"Apprezzo che la definisci meglio di quella. Comunque si, sa tutto"
"E lo accetta?"
"Abbiamo dovuto lavorarci un pò, ma ci siamo riusciti"
"Mi piacerebbe rincontrarla"
Sorrido e annuisco. Sono davvero felice che in fondo abbia apprezzato Giulia, perché io ne sono convinto, lei è la donna della mia vita

//spazio autrice
Ecco qua. Finito. Doppio aggiornamento.

Volevo fare un piccolo spoiler per il prossimo capitolo: ci sarà un piccolo salto temporale, ma Giulia vi spegnerà tutto prossimamente.

Inoltre volevo spiegare il video sopra. Allora la canzone di Noemi, 'Autunno', non ha un significato ben preciso, è solo che ultimamente sono in fissa con questa canzone e l'ho reinterpretata con la mia storia quando, al ritornello, dice 'Sarà un autunno difficilissimo / Sarà un inverno, sarà romantico / Sarà una primavera che si dispera perché / Perché in questa vita io / Mi sono innamorata di te'.

In autunno si innamoranoma, per delle cose che Pasquale le ha nascosto, le cose sono state difficilissime.

In inverno le cose vanno bene, tutto perfetto. Per questo ci sarà un salto temporale in primavera. Altrimenti la storia assume un tono monotono se racconto che passano tutto l'inverno felici e contenti.

In primavera ritorneranno i problemi, anche se non proprio subito, e poi ci sarà la laurea.

Magari adesso non capirete, ma quando saremo più in tutto vi sarà chiaro.

Un bacio
RagaxxaCrazy

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