30. Tommaso

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GIULIA P.O.V.

"Vaffanculo" gli urlo in faccia e poi esco. Non ci sto più a farmi insultare. Tutte le mura che mi sono costruita sono crollate non appena ho incontrato quei suoi occhi verdi smeraldo. Sapevo che era un errore venire qui. Lo sapevo, ma non ho resistito. E ora sto peggio di prima. Mi sono trattenuta dal piangere finché non ho richiuso la porta. Poi sono scoppiata. Mi è colato tutto il trucco, per fortuna avevo delle salviette in borsa e sono riuscita a darmi una sistemata. Voglio stare sola, non voglio tornare a casa. E quindi giro per le strade di Roma. Ho bisogno di fare qualcosa che mi rinnovi, che mi faccia chiudere con il passato. Ma cosa posso fare?

L'occasione mi si presenta quando passo davanti ad una parrucchiera. Da Francy: nuovo taglio, nuovo stile, nuova vita dice l'insegna. Mi fermo un attimo ad ammirare l'interno dalla vetrina. Non è molto affollato, ci sono solo due clienti e due donne che ci lavorano. Sulla vetrina ci sono dei poster di alcuni tagli, lunghi, corti, colorati. All'interno le pareti sono rosa e gialle alternate, e il pavimento è in legno scuro. Due divani azzurri sono messi di fronti, e al centro un tavolino bianco. Gli altri mobili sono neri, alternati a qualche pezzo bianco. È uno stile molto sbarazzino e simpatico. Mette allegria solo a guardarlo. Decido di entrare.
Saluto, e una donna mi viene incontro.
"Buongiorno avvocato" mi saluta. Come fa a conoscermi? Eppure ho l'impressione di averla già vista. È alta, sulla quarantina, i lunghi capelli biondi e ricci sono raccolti in una coda, indossa un pantalone nero e una maglietta bianca con  sopra il logo del negozio e la stessa scritta dell'insegna.
Ricambio il saluto con un finto sorriso.
"Avvocato non si ricorda? Ha seguito la mia causa in tribunale, e abbiamo anche vinto" dice.
Ora ricordo si chiama Giorgia. Abbiamo lasciato il suo ex marito in mutande perché l'ha tradita. Uomini: tradiscono, si pentono, li perdoni, tradiscono di nuovo.
"Ah, si. Mi scusi, ultimamente non sono molto concentrata"
"Ma si figuri. Oggi non lavora?"
"No, non lavoro più lì già da un pò"
"Oh, mi dispiace. Posso chiedere come mai. Un avvocato giovane e capace come lei non si trova mica tutti i giorni"
"È stata una mia scelta, niente di più"
"Allora, cosa vuole fare ai capelli?"
"Non lo so, vorrei... dare un taglio netto"
"Un taglio? No, non glielo consiglio, non starebbe bene con un taglio corto. Se posso permettermi, lei starebbe bene con uno sfumato biondo, o meglio rosso. Che ne dice?"
"Rosso?" chiedo, lei sorride e annuisce.

***

Mi sento meglio, è bastato un appuntamento improvvisato dal parrucchiere per farmi riprendere da quello scontro di stamattina. Torno a casa per pranzo, ho deciso di preparare qualcosa di particolare, torneranno entrambe per le undici e quarantacinque. 

E infatti, puntuali come un orologio svizzero, aprono la porta. 
"Ragazze, venite, è pronto" le chiamo.
"Dal tuo buon umore deduco che è andata bene" dice Maria.
"Hai ottenuto ciò che volevi?" mi chiede Stefania.
"No" dico uscendo dalla cucina.
"E allora perché sei così felice?" dice Stefania, ma non fa in tempo a finire la frase perché rimane immobilizzata quando mi vede.
"O mio Dio, Giulia, cosa hai fatto hai capelli?" chiede. In quel momento anche Maria torna in soggiorno e sbianca.
"Perché mi guardate così? Non ho mica fatto chissà ché" dico.
"Giulia, ma sei..." inizia Stefania.
"Rossa" conclude Maria per lei.
"E vabbé, che sarà mai, un pò di colore"
"Un pò? Ma sei tutta rossa" 
"Volevo solo cambiare un pò ragazze" 
"Ho capito, ma potevi cambiare jeans, maglia, scarpe, non i capelli" esordisce Maria.
"Ragazze, siete pesanti. Pensavo sareste state felici per me, e invece no, mi criticate, come tutti" senza aggiungere altro esco sbattendo la porta.

E adesso cosa faccio? Pensavo che almeno loro sarebbero state fiere di me, e invece sono ce l'hanno tutti con me. Si, magari ho esagerato. Ho esagerato a rispondere così, e ho esagerato anche quando ho detto a Giorgia che non volevo uno sfumato ma una tinta completa, ma non possono tutti trattarmi così porca puttana.

Resto in giro per tutto il resto della giornata. Verso sera entro in un bar e ordino un sandwich e una birra, è da stamattina che non mangio. Più tardi nel bar accendono la musica,  e il locale inizia ad affollarsi. Io resto seduta al bancone ignorando la gente che mi passa davanti. Di tanto in tanto ordino dei drink.

Ho perso la condizione del tempo, di sicuro è molto tardi, e io sono un pò brilla.
Quando decido di andarmene un uomo in giacca e cravatta si siede accanto a me, sembra carino. Capelli brizzolati neri tendenti al grigio, la barba appena fatta, sembrerebbe sulla cinquantina, anche se ha un viso molto giovanile.
"Ciao" mi dice.
Lo guardò, non ho voglia di parlare con nessuno.
"Io sono Tommaso" continua con un sorriso dolce.
"Giulia" rispondo.
"Giulia" ripete. "Cosa ci fai qui tutta sola, Giulia? "
"Quello che ci fai tu" rispondo.
"Ho capito, non vuoi parlare"
Annuisco.
"Scusi, ci porta due mojito" dice rivolgendosi al cameriere. Poi, girandosi verso di me continua. "Spero gradisci"
Non posso far a meno di sorridere. Un sorriso che mi esce dal cuore, come non succedeva da tanto.
Poco dopo il cameriere ci porta i drink. Restiamo lì a ridere e scherzare per non so quanto tempo. È simpatico, anche se ho capito che vuole solo rimorchiarmi.
"Che dici Giulia, vuoi venire da me?" mi sussurra.
In un primo momento penso di andarmene e lasciarlo lì come un pappagallo, ma poi decido di andare con lui. Ho voglia di non pensare, e questa mi sembra l'unica alternativa.

Andiamo in un piccolo appartamento al terzo piano. È tutto in disordine e squallido. Non sembra il tipo da vivere in questa topaia, soprattutto per com'è vestito. Forse qui ci porta le ragazze che si fa, sicuramente sarà sposato. Non mi da il tempo di guardarmi intorno, che subito mi trascina in camera da letto e mi butta sul letto. Subito dopo mi ritrovo nuda, con lui sopra di me. E così passo la notte. Non riesco a provare niente, né gioia, né piacere, né dolore. Anzi, l'unico dolore che provo è quello dentro al cuore.

//spazio autrice
OK, in puntualità non sono il massimo, ma ce l'ho fatta.
E qui incontriamo Tommaso, che conosceremo meglio nel prossimo capitolo.

La canzone sopra di Noemi, 'Porcellana', non so perché l'ho messa. È ribellione ma debolezza, e forse mi ha fatto pensare a Giulia. E poi mi piace moltissimo.

E niente... Questo è tutto
RagaxxaCrazy

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