22. Disperazione

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GIULIA P.O.V. 

Non sono riuscita a dormire per niente questa notte, e appena sono riuscita a chiudere occhio ho sognato quei due bastardi nel letto che doveva essere nostro.
Resto nel letto fino a tardi a fissare il muto. Poco prima di mezzogiorno mi alzo e vado in cucina.
"Finalmente ti sei svegliata" dice Maria.
Annuisco e vado verso il frigo.
"Allora, adesso ci vuoi dire cos'è successo ieri?" chiede Stefania.
Resto un pò scocciata perché devo sempre dare spiegazioni di tutto a tutti. Ma poi mi rendo conto che loro sono le mie migliori amiche e non posso trattarle così. Loro mi sono sempre rimaste accanto anche quando il mondo mi è crollato addosso e continua a crollare. Loro mi hanno sempre sostenuta e aiutata. Loro mi vogliono davvero bene.
Faccio un sospiro profondo e apro bocca per parlare, ma non esce nessun suono. Bevo un sorso d'acqua e ci riprovo.
"Ricordate che ieri mattina è venuta qui quella stronza? E ricordate quello che ha detto? Bene. È tutto vero" mi giro per non vedere le loro espressioni. Cerco la nutella. Mi sembra di essere un'estranea in questa casa, non vivo più qui da cinque mesi, ma sembrano cinque anni, eppure ci ho vissuto per tre anni.
"Cosa?" chiede Maria.
"Hai capito bene" dico. Finalmente trovo il barattolo, prendo un cucchiaio e faccio per tornare in camera.
"Giulia, aspetta. Spiegati"
"Ragazze, per favore non ho voglio di parlare. Voglio solo andare a morire da qualche parte con questo" dico indicando la nutella. E senza aggiungere altro ritorno in camera.

***
Martedì

Sono giorni che non vedo un raggio di luce. Sto al buio nella mia stanza a rimpizzarmi di schifezze. Esco solo per andare in bagno e per andare in cucina. Non faccio una doccia da sabato, non uso uno spazzolino da sabato, non tolgo il pigiama da sabato, non so che colore abbia il mondo da sabato. Non so dove sia finito il mio cellulare da sabato, e non mi disturbo a cercarlo.
Questa mattina le ragazze vengono a buttarmi giù dal letto, anche se non dormo.
"Giulia alzati"
"Devi riprenderti"
"Non puoi affrontare così la vita"
"Esci di qui"
Mi tiro a sedere sul letto e mi copro il viso con la mano quando Maria alza le tende.
"Oggi non devi andare all'Università?" chiede Stefania.
Annuisco.
"E allora preparati a vai" dice Maria.
"Non ho vestiti" dico. Cerco una scusa per essere lasciata morire in pace.
"Ti presto qualcosa io. Tu va a farti una doccia" dice Stefania.
Malvolentieri mi alzo e vado in bagno.
Quando ritorno in camera trovo i vestiti e le scarpe di Stefania, il beauty e un paio di occhiali da sole di Maria. Mi vesto velocemente con il jeans e la maglietta rosa, cerco di togliere le occhiaie e metto un pò di mascara ma accetto lo stesso gli occhiali. Vado in soggiorno. Stefania mi porge una giacca in pelle e Maria una borsa con il mio cellulare dentro. Non posso fare a meno di sorridere.
"Ragazze, vi devo chiedere un favore. Qualcuna di voi può andare a casa di... di Pasquale e prende tutte le mie cose?" chiedo.
"Certo, più tardi vado io" dice Stefania.
"Ci pensiamo noi alle tue cose. Ora vai" mi incalza Maria
"In pratica mi state cacciando di casa" dico.
"In un certo senso" scherza Maria.
"Giulia, vai e fai vedere al mondo che sei sempre la stessa guerriera forte e coraggiosa"
Annuisco ed esco, decisa ad andare all'Università.

"Buongiorno, scusi il ritardo processore" dico entrando nell'aula.
"Avvocato, temevo che non venisse più"
"Lo so, mi dispiace. È che ho avuto dei problemi"
Poso la borsa sulla cattedra, tolgo la giacca e gli occhiali.
"Avvocato, sta bene? Non mi sembra che abbia una bella cera"
"Sto bene, sto bene" dico cercando di convincere più me stessa che il professore.
A metà lezione corro via. Non ce la faccio ad ascoltare tutte quelle stronzate che escono dalla bocca di un vecchio rincoglionito e di una massa di studenti che non vogliono fare un cazzo dalla mattina alla sera. Sto già male senza che si ci mettano anche questi. Esco di corsa dall'Università e vago per la città sperduta come il mio solito.

***

PASQUALE P.O.V.

Sono due giorni che non viene in studio. Temo che non verrà più. Come biasimarla. Io vado al lavoro tanto per, non mi va di fare niente. Vago dal mio ufficio alla macchinetta del caffè diverse volte in un'ora. Non dormo più da quando mi ha lasciata. Se non fosse per mio fratello che in questi ultimi giorni mi è rimasto molto accanto, mi sarei già abbandonato alla mia sorte di 'uomo lasciato sull'altare'. Almeno Sandra è sparita, non so come reagirei se la vedessi. È tutta colpa sua. Se solo avessi avuto la possibilità di parlare io a Giulia del mio tradimento lei non avrebbe reaggito così, ne sono certo. Sono perso senza di lei.

//spazio autrice
Questa serie di capitoli non saranno molto lunghi, e dureranno finché non si rincontreranno.

Comunque il prossimo sarà migliore di questo, e ce lo racconterà tutto Pasquale.

Un bacio
RagaxxaCrazy

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