50. Ricorrenze... indimenticabili

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6 settembre, giovedì

PASQUALE P.O.V.

"Si mamma, lo so"
...
"Ho capito mamma"
...
"Certo, come potrei non esserci"
...
"Si che non l'ho dimenticato"
...
"Si, so anche l'orario"
...
"Mamma, ho capito, ora devo andare, ci vediamo domani"
...
"Si, sarò puntuale"
...
"Ma non lo so, mamma"
...
"Mamma, sono in ritardo. Ciao"

Le telefonate con mia madre non hanno mai fine. Mi tratta come un ritardato, sempre a ripetere le stesse cose. Non potrei mai dimenticare una cosa del genere, è troppo importante per me.

***

GIULIA P.O.V.

Appena esco dallo studio vado a casa di Elisa, mi ha invitato a cena, Matteo ha insistito tanto.

"Zia, finalmente sei arrivata. Vieni, devo dirti una cosa" Matteo mi trascina in cucina, dove c'è Elisa.
"Ciao Giulia"
"Ciao"
"Matteo, dì alla zia quello che le devi dire"
"Zia, sabato è il mio compleanno, vuoi venire alla mia festa?"
"Ehm... Si, ci sarò"
Mi da un bacio e corre via.
"Sono felice che tu abbia accettato, è da una settimana che non dice altro"
"Mi fa piacere"
"Bene, perché resterai da sola in casa con una ventina di bambini di sette anni"
"Cosa? Mi è sfuggito questo particolare"
"Matteo ci tiene così tanto. In pratica ci ha sbattuti fuori di casa, è il primo compleanno che festeggia con i suoi amichetti. Non vogliamo fargli mancare niente, gli altri anni è stato diverso"
"Perché diverso?"
"Perché..."
"Signora e signorina, buonasera" dice Pierpaolo entrando in cucina.
"Ciao" lo saluto.
"Giulia, hai accettato la proposta? Non si parla di altro da giorni"
"Si, io sono più bambina di loro"
"Elisa, le hai già detto che resterà sola?"
"Si, so anche questo, ma era una domanda a trabocchetto"
"Ne siamo consapevoli"
"Tesoro, vai a chiamare i bambini, è pronto"
"Certamente cara"

Ci mettiamo a tavola, e ceniamo tranquillamente. La serata è molto bella, perciò mangiamo in giardino. È tutto molto squisito. Dopo il dolce, Pierpaolo va a mettere a letto i bambini, mentre io ed Elisa andiamo in cucina per lavare i piatti.
"Cosa stavi dicendo prima, riguardo il compleanno di Matteo?" le chiedo.
"Ah si, dicevo che prima ha festeggiato il suo compleanno solo con la famiglia, sono passati sette anni, è ora che abbia una festa come si merita"
"Non capisco cosa vuoi dire, scusa"
"Già, tu non sai tutta la storia"
"Quale storia?"
"Di sera, quando io ero in ospedale per partorire, mio suocero è stato ricoverato d'urgenza. Un infarto, mentre era al lavoro. Io e Pierpaolo eravamo già in ospedale, poi Sandra ha telefonato, stavamo portando qui suo marito. Pasquale era nell'ambulanza con lui, ma lui non è mai arrivato. È morto durante il tragitto, sotto gli occhi del figlio. Pierpaolo mi ha lasciata in sala parto per andare da suo padre, ma l'ha visto su un tavolo bianco d'obitorio. Solo dopo mezzanotte è nato nostro figlio. Abbiamo deciso di chiamarlo Matteo, come il nonno. Pasquale è rimasto segnato, erano molto legati, lui e suo padre, forse perché lavoravano fianco a fianco ogni giorno. Anche se non lo ammette, dentro ha una cicatrice indelebile, l'ha visto morire davanti ai suoi occhi, è comprensibile"
"Mi dispiace, io non lo sapevo"
"Tranquilla, non potevi saperlo. Pasquale non te ne ha mai parlato?"
Scuoto la testa, lei si asciuga una lacrima.
"Domani andiamo tutti in paese, ci sarà una messa per lui. Sono sette anni esatto che non c'è più, è incredibile come vola il tempo"
"Mi piacerebbe esserci, domani dico"
"Certo, ci farebbe molto piacere, soprattutto a Sandra. È bellissimo da parte tua partecipare a una cerimonia di una persona morta che nemmeno conosci"
Sorrido compiaciuta. Vorrei davvero andare, ma non so come arrivarci. Ci sono stata qualche volta con Pasquale, ma non conosco il paese più di tanto. È un paesino molto piccolo e bello, dove tutti conoscono tutti e nessuno si fa i fatti suoi.

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