Epilogo

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Cinque anni dopo

Oggi è una bellissima domenica di sole, di fine maggio, siamo nella nostra casa in campagna. I bambini giocano felici sull'erba verde, e Pasquale con loro. Daniel, cinque anni, e Noemi, tre. Sono bellissimi, la cosa più bella che avessi mai potuto desiderare. Ora, mentre li guardo, capisco cos'è davvero l'amore. Loro, tutti e tre, sono ciò che mi ridanno il sorriso, mi tirano su di morale, mi danno gioia. La mia famiglia.
Il passato resta passato, è il presente che conta, un presente in cui siamo una famiglia felice, non perfetta, ma felice.

Pasquale continua a lavorare nel suo studio. Mentre io insegno giurisprudenza in un liceo di Roma, due giorni a settimana, e negli altri giorni lavoro come avvocato insieme a mio marito. Siamo diventati soci, abbiamo rinnovato tutto, e i clienti non mancano.
Daniel e Noemi vanno molto d'accordo, sono inseparabili. Noemi ha gli occhi del padre, Daniel i miei. Entrambi ci somigliano molto. Sono due bambini meravigliosi, non avrei potuto chiedere di meglio.

"Venite, il pranzo si fredda" li chiamo tutti e tre.
Nessuno ha la minima intenzione di mollare quella palla, così li raggiungo anch'io in giardino.
"Ragazzi, non avete fame?"
"No" rispondono in coro tutti e tre.
"Mamma, gioca con noi"
"Si, dai, mamma, ti prego"
Guardo Pasquale, in cerca di un alleato, ma è chiaro che siamo tre contro uno. Così mi arrendo, e mi metto anch'io sull'erba insieme alla mia famiglia.
In questo momento non mi importa nulla del pranzo, del lavoro, sono con le tre persone più importanti della mia vita, nessuna cosa conta più di loro.

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