7. Primo giorno

256 7 0
                                    

Misi la sveglia mezz'ora prima quella mattina. Non volevo iniziare il mio giorno in ritardo.
Per fortuna avevo preparato ieri i vestiti o avrei perso un'ora solo per sistemarmi.
Andai in bagno, feci una doccia veloce e mi truccai un pò. Misi giusto un filo mascara e feci una sottile striscia di eyeliner marrone. Tornai in camera e mi vestii. Idossai un jeans nero a vita alta e una camicietta rosa cipria dentro i pantaloni, le mie adorate scarpe basse, il tutto completato da un cardigan bianco e una borsa.
Alle otto ero pronta per uscire.

Trovai le ragazze in cucina con il pigiama che facevano colazione.
"Buongiorno" dissero. Ricambiai. Bevvi un caffè e uscii.

Lo studio legale non era molto lontano dall'Università, così decisi che sarei andata a piedi.

Appena arrivai vidi l'insegna appesa sul muro. Feci un sospiro e iniziai a salire.
Lo studio era al secondo piano, delle larghe scale in marmo bianco davano libero accesso.
Suonai il campanello accanto ad una grande porta scura, dove c'era la stessa insegna di sotto.
Una ragazza venne ad aprirmi, mi diede un caloroso buongiorno. Era molto carina, dei capelli ricci e ribelli castano chiaro le incorniciavano un volto minuto e solare. Indossava un jeans, una maglietta giallo canarino e un paio di converse. Aveva una penna.
Richiuse la porta alle mie spalle e andò verso un bancone in legno pieno di carte e riviste, un computer e un registro.
Di fianco, a destra dalla sua postazione c'era un corridoio lungo pieno di porte. Ancora più a destra una sala d'aspetto con delle poltroncine bianche. Sulla parete di sinistra c'era il bagno.

Mi avvicinai al bancone.
"In cosa posso esserle di aiuto?" mi chiese con un sorriso.
"Sono qui per la specializzazione. Oggi è il mio primo giorno"
"Ah! - esclamò sorpresa - Ma allora tu sei Giulia?! Ciao"
Sorrisi e annuii.
"Io sono Claudia, piacere. Sono la segretaria"
Le strinsi la mano.
"Devi aspettare ancora un pò, l'avvocato non è ancora arrivato. Puoi restare qui"
Claudia era molto simpatica e amichevole. Facemmo subito amicizia. Chiacchierammo di tutto quello che le passava per la testa. Poi mi raccontò di come ansavano le cose lì dentro. "Nello studio ci sono tre avvocati principali: il proprietario, suo cugino e Carla Micieli. Il proprietario è molto bravo e anche molto giovane. Ha ereditato lo studio alla morte del padre. Lo studio l'ha fondato suo padre, insieme al fratello, ovvero il padre dell'altro avvocato. Quando questo è morto ha ceduto le sue quote al fratello. E alla sua morte ha ereditato tutto il figlio più piccolo, perché faceva l'avvocato. Ora il cugino lavora qui, ma non come favorito, insomma è uno studio legale serio dove non si fanno favoritismi. È davvero bravo anche lui. Infatti tra i due cugini c'è un pò di rivalità, ma vanno comunque d'accordo. Il cugino si chiama Fabio. Invece l'altro avvocato, la Micieli, ha circa quarant'anni e non è neanche tanto brava. È messa tra i principali perché è qui da molto tempo. Ha iniziato la specializzazione qui e non è più andata via. Suo padre è un noto banchiere, ormai in pensione.
Ogni avvocato maggiore ha un altro avvocato che gli fa tipo da assistente. Eccetto il proprietario. Lui si occupa dei praticanti, quindi ora anche di te. È per questo che lo stiamo aspettando. Quindi in in totale abbiamo cinque avvocati più te. Tutto chiaro?"
Annuii, ma mi ero persa a quando aveva iniziato a raccontare di fratelli, padri e cugini.

Andai un attimo in bagno, e quando uscii Claudia mi disse che l'avvocato e mi stava aspettando nel suo studio.

Bell'avvocato, arriva sempre così in ritardo?? Mi chiesi.

Claudia mi condusse attraverso quel corridoio. C'erano tre porte, una in fondo, l'altra sulla sinistra e l'altra all'inizio del corridoio. Il corridoio continuava a destra, dove c'erano altre cinque porte. La porta lì vicino era la sala conferenze. Sulla porta a sinistra non c'era scritto niente. Sull'altra, invece c'era una targhetta molto più grande e luminosa rispetto alle altre due. Dedussi che apparteneva al capo. Non feci in tempo a leggere il nome che Claudia bussò velocemente e la aprì.
"Avvocato, la praticante" disse. Poi si tirò indietro, mi spinse leggermente in avanti e richiuse la porta alle mie spalle, dopo avermi sussurrato un 'in bocca al lupo'.

Il Mio Amore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora