1. Un incontro fortunato

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Questa mattina mi sono svegliata tardi, maledetta sveglia, mi sono vestita velocemente, non ho fatto colazione e sono uscita di corsa. Arrivata alla facoltà presi un modulo per fare domanda per la specializzazione e lo consegnai al professore. Durante le lezioni stavo morendo di fame, avevo dimenticato il portafoglio e quindi non ho potuto prendere niente dal bar. Non vedevo l'ora di tornare a casa, anche se sapevo che dovevo cucinare io, visto che le mie coinquiline, Stefania e Maria, non sarebbero rientrate prima delle tre.

Quando finalmente le lezioni terminarono afferrai tutte le mie cose e mi precipitati verso l'uscita. Le grandi scale all'esterno che conducevano al marciapiede erano molto affollate. Cercai nella tasca destra del mio parka il cellulare, non trovandolo passo i libri all'altro braccio e infilo la mano sinistra nella medesima tasca, speravo davvero di trovarlo perché di certo non volevo tornare indietro altrimenti avrei perso l'autobus e avrei dovuto aspettare un'ora, senza contare la fame che avevo. Per fortuna era nella tasca, lo presi e guardai l'ora, ero in ritardo. Affrettai il passo, continuado a scendere le scale. Notai che avevo un nuovo messaggio da Maria, feci per aprirlo ma andai a sbattere contro qualcuno. I miei libri si sparsero a terra, il mio cellulare cascò sui gradini finendo sul marciapiede dove venne calpestato ripetutamente da vari passanti.

Alzai lo sguardo per vedere il tizio che ho colpito: era un uomo alto vestito in giacca e cravatta, con una valigetta in pelle nera, i capelli e gli occhi scuri. Non sembrava uno studente. Era molto attraente. Si fermò un istante a fissarmi negli occhi prima di chinarsi a raccogliermi i libri. Nello stesso momento mi abbassi anche io.

"Scusa, mi dispiace sono mortificata, andavo di fretta, non ti avevo visto..." dissi.
"Tranquilla - rispose - non importa, davvero. Anzi, dispiace a me per i tuoi libri e per il tuo cellulare." accennò un sorriso e lo feci anche io. Raccolse tutti i miei libri e li tenne in mano, poi disse: "Per sdebitarmi ti offro qualcosa, qui, al bar..." Restai un minuto sorpresa, la colpa dello scontro era mia e lui cercava di non farlmelo pesare. Annuii. Fece cenno di seguirlo e camminammo fianco a fianco. Passammo di fianco al mio cellulare e lui si fermò, posò la valigetta, si chinò e rovistando tra quei pezzi infranti tirò fuori la scheda SIM.
"Almeno questa è intatta." disse e me la porse. Ringraziai con un sorriso e me la misi in tasca.

Arrivammo al bar lì vicino, trovammo un tavolino libero e ci sedemmo. Subito dopo arrivò una cameriera e ci chiese cosa vessimo ordinare. Subito dopo lui rispose: "Due hamburger con patatine e due birre." poi si rivolse a me e continuò: "Per te va bene, no?" Dissi di si perché stavo morendo di fame, anche perché mi sembrava scortese rifiutare l'invito di... Solo allora mi accorsi che non ci eravamo ancora presentati, così mentre aspettavamo l'ordinazione dissi: "Comunque ancora non ci siamo presentati - dissi sorridendo - io sono Giulia"
"Piacere Giulia, io sono Pasquale"

Il resto del pranzo trascorse velocemente, chiacchierammo e ridemmo per tutto il tempo. Poi si offrì per accompagnarmi a casa con la sua auto e io, naturalmente, accettai.

//spazio autrice
È la mia prima storia spero vi piaccia... Lasciate un commento
Un bacio
RagaxxaCrazy

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