PROLOGO: Un vecchio video.

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"crik , trrrfff... tip-tip-tip-tip-tip"
*suono macchina da cinepresa *

Negli ultimi tre secoli si susseguirono quattro guerre mondiali, le "grandi guerre", ognuna con idee di grandezza differenti ma tutte ugualmente grandi in distruzione e morte. Con esse la tecnologia si sviluppò in modo esasperato. Ogni stato volle prevalere sull'altro, si instaurò perciò una corsa alla creazione di armi sempre più distruttive, destinate a colpire chi manovrava le sorti della guerra: i grandi politici.

L'obbiettivo fu la ricerca di un equilibrio dettato dalla paura. Però questo non accadde. Non venne emanata alcuna resa ne un cessate al fuoco. Ordigni di ogni genere esplosero ovunque, i soldati si uccisero a vicenda, le ingiurie e le carestie colpirono anche i civili, intere città vennero rase al suolo.

L'obbiettivo delle armi non fu ugualmente raggiunto.

Per l'egocentrismo e l'egoismo tipico degli esseri umani, politici e militari d'alto rango dei paesi più potenti crearono un accordo che assicurava loro l'indennità e la sopravvivenza.
Alcune informazioni trapelarono e ciò provocò l'insurrezione dei soldati e dei civili contro i loro governatori.

Iniziò la prima guerra civile mondiale. Altri anni di distruzioni e battaglie sconvolsero il globo ed ormai non un singolo individuo sulla terra fu escluso dal conflitto.

L'ultima grande guerra finì. Il popolo ne uscì vincitore.

Ad ogni grande distruzione segue una grande ricostruzione.

Il popolo riunitosi, stanco dai soprusi e dalle perdite, decise di dimenticare l'esistenza delle armi, di qualsiasi fattura o genere. Queste vennero proibite e dovevano, per le generazioni future, rappresentare oggetti fautori di codardia, indegni, senza onore ed innaturali.

Ogni traccia della loro esistenza doveva essere eliminata: le aziende belliche vennero distrutte, brevetti e documenti divennero cenere. Si ristabilì un equilibrio, questa volta non dettato dalle armi, ma dall'assoluta assenza di esse.

Ormai, per sopravvivere e difendersi dai prepotenti, non poteva essere utilizzato null'altro al di fuori del proprio corpo ed abilità. Questo evento condusse alla riscoperta delle tecniche di difesa personale, alla necessità vitale di fare proprie le pratiche di combattimento, all'espansione ed egemonia delle arti marziali, definendo così una nuova epoca.

Gli stati appena rinati e ridefiniti nei loro confini furono costretti a riorganizzare e riaddestrare gli eserciti, ormai composti da soli esseri umani con i loro corpi, i loro arti, i loro muscoli e la loro mente come armi. Gli ultimi scontri bellici si svolsero più similmente ad enormi risse che a battaglie ma contornate da strategie e tattiche perfette, con la forza e con l'ingegno.

Per evitare il malcontento popolare, sempre più contrasti vennero decisi in incontri ufficiali, coinvolgendo i rappresentanti dei gruppi in opposizione, ormai esperti lottatori, ed anzi, oramai caratteristica necessaria per cariche di rilievo nella società. Questi incontri risolutori furono caratterizzati da regole sempre più varie ed assurde, dove il pubblico, o meglio il popolo, spesso rimase estraneo dal reale significato, ormai percepiti e presentati come spettacoli.

Tutt'ora non risulta chiaro il retroscena che orienta e modella il divenire di quest'epoca. Un accordo segreto fra potenti e politici?Partigiani uniti contro il ritorno delle armi? Oppure, una setta di maestri nell'arte del combattimento? Il popolo, ancora e come sempre, rimase all'oscuro del loro fato. Ma chiara era una sola cosa. Per poter vivere dignitosamente e proteggersi dai pericoli fu necessario fare propria una disciplina.

Chi risultava abile e possedeva alcune caratteristiche, poteva aspirare ad una vita migliore. Sempre più concorsi lavorativi vennero organizzati sotto forma di veri e propri tornei di combattimento, imprese privare e pubbliche, quest'ultime nettamente più prestigiose. Non contava quale disciplina, categoria di peso, età o sesso una persona appartenesse, ma la sola cosa a valere era l'efficacia. Più si vince, più si può puntare in alto.

Nuove culture si radicarono, nuovi business e nuovi "sport" nacquero, fu coniata perciò una nuova e sola definizione per identificare tutte le discipline, pratiche e tecniche di difesa e di combattimento come ogni valore da loro trasmesso: "L'ARTE".

"frrrrrfff... trrrrrrr... twff. "
*cinepresa che si spegne *



__________ Spazio Autore __________

Piacere, sono Luca! Voglio innanzitutto ringraziarti per aver letto la prefazione!

QUESTO NON SARÀ LO STILE NARRATIVO CHE TROVERETE DURANTE IL RACCONTO

Mi piaceva pensare di introdurlo sotto forma di un "video documentario" stile LUCE con il commentatore che presenta (si quello con la voce nasale che c'è in tutti documentari di guerra), per dare un'idea di quale contesto socio-culturale caratterizza la storia.

Detto ciò le botte arriveranno verso il quinto o sesto capitolo quindi non disperare! Hahaha!

Ricordo di lasciare un commento o una stellina se ti va!

E CRITICA TUTTO!
Scrivo perché mi diverte, ma soprattutto per appassionarti ed intrattenerti!

Grazie dal vostro
coriaceo Luca!

Ps. consiglio di leggere più come se i capitoli fossero degli episodi! E... non spaventarti per le onomatopee, non sono così male! ;)

Le lacrime non sono ubriacheDove le storie prendono vita. Scoprilo ora