•14 Pausa

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<<Dai Shika, non fare il pappamolla>> dissi, fissando il mio amico riprendere fiato contro un albero.
Quel lunedì, appena dopo le lezioni, ero piombata dal ragazzo, decisa più che mai a riscuotere il premio per la mia vittoria a Shogi.
Avevo costretto Shikamaru a lasciare la sua stanza in tenuta da ginnastica e stavamo correndo da circa un'ora attorno al perimetro della scuola, tutto al solo scopo di prepararci per la corsa campestre.
<<Ricordami perché lo sto facendo>> disse lui, piegandosi sulle ginocchia.
<<Perché mi vuoi bene e sono la migliore amica del mondo?>> lo canzonai, piegando leggermente la testa di lato.
Lui mi rifilò uno sguardo tra il minaccioso e l'annoiato.
<<Ritenta, sarai più fortunata>> disse Shikamaru, alzando leggermente gli angoli della bocca in una specie di sorriso.
<<Perché ti sei fatto battere come un principiante?>> domandai, accogliendo la sua richiesta.
Il sorriso sparì dal suo viso e scosse la testa.
<<Com'era la prima?>> domandò.
Scoppiai a ridere.

Dopo un'ora e mezza e una doccia ci ritrovammo di nuovo, ma questa volta nella caffetteria della scuola.
Shikamaru era stato bravo e per tale gli avevo promesso una bevanda calda.
Alla fine dopo un'estenuante selezione avevamo optato per una cioccolata. Lui classica, mentre io al pistacchio.
Poco dopo anche Choji si era unito a noi, con una cioccolata al gianduia e tre fette di torta, e nel complesso ci stavamo divertendo molto.
<<Avresti dovuto vedere la faccia di Shika mentre correva. Impagabile>> dissi, dandomi di gomito con Choji.
Shikamaru abbassò la testa con l'aria di uno che desiderava essere ovunque anziché in caffetteria.
<<Dove avevo battuto la testa il giorno in cui ho deciso di fare amicizia con te? Eppure a quei tempi sapevo già che voi donne non siete altro che seccature>> mormorò lui.
Riportai alla mente quel giorno di tanti anni prima. Quando un piccolo Shikamaru di tre anni si trasferì nel mio condominio con la sua famiglia. Era trascorso diverso tempo da allora, eppure non avevo rimosso il ricordo.
Da quel giorno lui c'era sempre stato per me, come io per lui. Proprio per questo non riuscivo ad offendermi quando faceva certe uscite.
<<Eri così tenero da bambino. Con quel mini codino e l'aria saccente, non che adesso sia cambiato molto comunque>> dissi io, ignorando completamente la sua frecciatina.
<<Eri sempre a casa mia. Non so se per me o per mio padre. Avevi una cotta per lui imbarazzante, già da piccola eri un demone.>>
Choji scoppiò a ridere e si allungò di più verso di noi, per non perdersi nemmeno un secondo del nostro dibattito.
<<Avevo già l'occhio vispo, cosa credi? E poi tuo padre è davvero un grande figo, se solo avesse qualche anno in meno io->>
<<Stop! Non mi interessano i tuoi sogni erotici su mio padre>> disse, tappandomi la bocca con una mano.
Sventolai il tovagliolo per dichiarare bandiera bianca e lui mi mollò.
Il pomeriggio passò così.

<<Passa>> urlò Kiba, prima di ricevere il pallone da un suo compagno di squadra.
La palla gli fu rubata qualche secondo dopo da Naruto e qualche ragazza sospirò ammirata.
Alzai gli occhi al cielo e sorrisi leggermente.
La squadra di calcio si allenava tutti i giorni dalle 17:30 alle 19:30 e da quando ero al primo anno non mi ero mai persa un allenamento.
Il campetto era sempre pieno di ragazze quando di mezzo c'erano gli allenamenti della squadra di calcio e non era difficile capirne il motivo.
Naruto, Sasuke e Gaara ne facevano parte e bastavano come pretesto per attirare orde di ragazzine adoranti.
Io dal canto mio partecipavo per sostenere i miei amici, ma anche per poter godere della figura del rosso che giocava sempre magistralmente.
Il Mister fischiò la fine del primo tempo, che vedeva la squadra dove giocavano Gaara e Sasuke in vantaggio per 3 a 2 rispetto a quella dove giocava Naruto.
Durante gli allenamenti la squadra nel suo complesso veniva divisa in due squadre distinte in modo sempre diverso, per analizzare i migliori accoppiamenti, e alla fine quelli più bravi prendevano parte alla partite ufficiali della scuola. Il primo torneo non sarebbe iniziato prima di metà ottobre, ma la scuola era già tutta in fermento.
Qualcuno ne approfittò per correre a darsi una rinfrescata, mentre altri corsero dalle manager della squadra per procurarsi un asciugamano e una bottiglia di acqua. Si trattava di tre ragazze che avevano il compito di prendersi cura della squadra e del materiale.
Il primo e il secondo anno avevo fatto anche io da manager, ma poi i miei impegni erano diventati troppi ed ero stata costretta a mollare. Guardai con invidia una delle ragazze passare l'acqua a Gaara e quasi mi strozzai con la mia stessa saliva quando lo notai sfilarsi la maglietta per godere di un po' di fresco.
Sentii dietro di me diversi bisbigli eccitati e mi venne quasi il desiderio di voltarmi per fulminare tutte con lo sguardo.
Mi trattenni solo in virtù della mia posizione. Gaara non era niente per me e non ne avevo nessun diritto.
Notai Naruto farmi cenno con la mano di avvicinarmi a lui e confusa abbandonai il mio posto in tribuna, lanciando uno sguardo di ammonimento alla mie amiche che mi fissavano ghignanti.
Sentivo dietro la mia nuca gli sguardi invidiosi delle ammiratrici di Naruto e trattenni il respiro quando, una volta davanti al ragazzo, le sue braccia mi avvolsero.
Non era la prima volta che il ragazzo si dimostrava affettuoso nei miei confronti, tanto che erano frequenti gli abbracci da parte sua, ma non l'aveva mai fatto davanti a così tante persone, per di più in mezzo al campetto.
<<Naruto, sei tutto sudato>> dissi, trovando un pretesto per scattarmi da lui.
I suoi abbracci erano sempre graditi, ma davanti a tutta quella gente era decisamente imbarazzante. Avevo perfino gli occhi di Gaara addosso e se da una parte la cosa mi lusingava parecchio, dall'altra mi metteva enormemente a disagio.
<<È questo il modo di trattare un amico che ha solo bisogno di essere consolato per lo svantaggio in campo?>> domandò lui, sorridendomi con fare furbo.
<<Sì se l'amico in questione è uno dei migliori giocatori della scuola e perfettamente in grado di rimontare>> risposi io.
<<Questo è un buon modo per rialzare la mia autostima>> disse Naruto, sorridendo ancora di più.
<<Arriviamo al sodo. Vuoi farmi credere che mi hai chiamata solo per abbracciarmi?>>
<<Come ben sai a breve ci sarà il compleanno di Shikamaru e la preside ci ha dato il permesso di utilizzare la palestra della scuola per festeggiarlo. Dell'organizzazione ce ne occuperemo io e Kiba, ma avevamo pensato di chiedere anche a te di darci una mano. Che ne pensi?>> mi domandò.
Il nostro istituto era molto rigido su alcune cose, ma riconosceva il valore delle feste di compleanno e delle occasioni per stare tra amici. Proprio per questo motivo la palestra era a disposizione dei richiedenti, a patto di non fare tardi e di sistemare tutto una volta finito.
Valutai la proposta in mezzo secondo e mi affrettai a dare la mia risposta.
<<Non serve nemmeno chiedere. Per Shikamaru questo e altro, lo sai.>>
Naruto mi sorrise raggiante e mi strofinò i capelli, beccandosi qualche protesta da parte mia.
<<Fantastico>> disse, proprio mentre il Mister fischiava per richiamare tutti all'ordine.
Feci per andarmene, ma Naruto mi fermò un'ultima volta.
<<Yuki, presta attenzione. Perché il prossimo goal sarà per te>> disse lui.
Sentii le mie guance andare a fuoco, ma riuscii ad allontanarmi per tornare dalle mie amiche, senza destare nessun sospetto.
Qualche minuto dopo stavo esultando con tutta l'aria che avevo nei polmoni, con la rete gonfia per il goal che l'aveva violata e il dito di Naruto che mi indicava.
<<Per te>> mi sussurrarono le sue labbra da lontano.

TADAN
Questa è l'unica storia tra quelle che scrivo che gode di qualche capitolo pronto, eppure non trovo lo stesso il tempo per aggiornare. Imbarazzante.
Comunque il tempo glorioso di Gaara arriverà presto, vedrete lol

Bittersweet [Naruto]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora