•37 Insinuarsi

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La caffetteria era il posto migliore dove incontrarsi dopo la fine delle lezioni, soprattutto dopo una bella lavata di capo dai propri professori. In quanto ero colpevole di aver saltato diverse lezioni a causa del pisolino un po' troppo prolungato nella stanza del biondo.
Anche il ragazzo ovviamente aveva avuto la sua buona parte di rimproveri, ma a differenza mia ne era uscito meno abbattuto, tanto che adesso rideva e scherzava con alcuni suoi compagni di squadra, a pochi tavoli di distanza.
Io giravo mogia il cucchiaio dentro il chai tea da poco arrivato al mio tavolino, ascoltando spassionatamente i discorsi di Ino alla mia sinistra.
<<Ti sta guardando, secondo me ti sta guardando>> disse lei, dandomi di gomito per la decima volta nell'arco di due minuti.
Ormai era fissata sulla storia dei sentimenti di Naruto nei miei riguardi ed ora era più sicura, siccome le avevo riferito gli ultimi eventi.
<<Ino, non mi sta guardando nemmeno di striscio>> le risposi io, senza degnarmi di alzare lo sguardo per verificare di nuovo.
<<Invece ti dico che ti guarda con la coda dell'occhio. Ormai ne sono praticamente sicura. Quasi, quasi mi metto ad indagare personalm->>
La frase della ragazza si arrestò, contemporaneamente al mio sguardo di rimprovero nella sua direzione.
<<Avete finito con queste chiacchiere inutili?>> chiese Shikamaru, sorseggiando svogliatamente la sua bevanda calda.
<<Non immischiarti tu, questi sono argomenti di massima importanza e tu stai origliando>> lo rimproverò la mia migliore amica.
<<Veramente non stavo origliando. Io stavo qui bellamente seduto per i fatti miei con lei e tu sei venuta a sederti senza nemmeno chiedere>> rispose lui, utilizzando il suo solito tono di voce mogio e basso.
Alzai gli occhi al cielo davanti al loro ennesimo piccolo battibecco e portai le mie attenzioni altrove, sentendo a malapena la risposta seccata di Ino, rivolta a Shimakaru.
Naruto e Gaara sedevano non molto distanti l'uno dall'altro, in quanto a separarli c'erano solo quattro tavoli. Ognuno dava le spalle all'altro e fortunatamente non potevano vedersi, evitando così scambi di sguardi furiosi.
Il primo era circondato da persone, mentre il secondo sedeva completamente solo.
Il contrasto era pazzesco e mi causava sempre un po' di tristezza.
Gaara era un ragazzo troppo solo, anche se non faticavo a capirne le motivazioni... lui semplicemente allontanava tutti e mi dispiaceva molto, perché a parer mio era un segnale da ricollegarsi a un turbamento.
Quel ragazzo non conosceva la gioia ed era un qualcosa di terribile ai miei occhi, anche senza conoscerne le motivazioni alla radice.
Avevo vagamente sentito parlare di problemi nella sua infanzia e che la mamma era morta di parto, ma non sapevo altro della sua vita.
Per me lui era da sempre un gran mistero, ma proprio per questo ne ero intrigata.
Di Naruto invece sapevo molte più cose e conoscevo anche i suoi genitori, due persone assolutamente meravigliose, ma anche lui per me a volte era come un enigma, soprattutto alla luce delle ultime vicende e delle insinuazioni della mia migliore amica.
Mi ridestai sentendo Shikamaru sbuffare rumorosamente, pronunciando uno dei suoi classici: <<Che seccatura>>.
Forse ben stanco di sentire la ragazza al mio fianco straparlare e inveire nella sua direzione, desideroso solo di calma e tranquillità.
Tornai a bere il mio chai tea, tuttavia senza mai smettere di alternare il mio sguardo tra il rosso e il biondo poco distanti.

Lasciai la caffetteria solo un'ora dopo.
Non mancava infatti molto alla chiusura e volevo tornare in stanza per completare gli ultimi esercizi di matematica per il giorno dopo.
Shikamaru era già andato via venti minuti prima, mentre la mia migliore amica si era trattenuta per restare con Sai.
Ero a metà strada dai dormitori, quando rallentai, iniziando a sentire dei passi affrettati alle mie spalle.
Colta da un sospetto mi voltai, trovando immediatamente conferma ai miei dubbi.
<<Se avevi voglia di venire con me non avevi che da chiedere>> mormorai.
<<Non farti troppe illusioni, stavo andando al mio dormitorio>> rispose Gaara, guardandomi con un'espressione gelida.
<<Ah sì? Davvero? E allora come mai tanta fretta di raggiungermi?>> chiesi, scorgendo immediatamente la rabbia farsi largo nei suoi occhi.
<<La odio questa tua strafottenza. Mi fai venire voglia di spaccare ogni cosa>> mi ringhiò contro lui, avvicinandosi per afferrarmi un polso.
La sua stretta era decisa, ma non dolorosa. Più che altro trasmetteva un senso di possessione.
<<Andiamo in stanza>> mi disse lui.
<<Non posso adesso. Domani ho matematica alla prima ora e devo assolutamente finire gli esercizi. Posso venire da te dopo le lezioni>> spiegai al ragazzo, sospirando affranta e ignorando le sue parole.
Mi dispiaceva non poter afferrare al volo l'occasione, ma ero già nei guai fino al collo dopo la strigliata della preside e non potevo permettermi altri casini con i compiti o le lezioni.
Gaara non sembrò accettare il mio rifiuto e rafforzò la sua presa su di me.
Fece per dire qualcosa, ma una voce bloccò le sue intenzioni.
<<Sei sordo, forse? Ha detto che deve andare in camera a fare i compiti. Lasciala in pace.>>
A parlare era stato Naruto e mi girai sbigottita nella sua direzione, trovandolo a fissare con astio il rosso davanti a me, uno sguardo che Gaara ricambiò immediatamente.
Mollò la presa sul mio polso e si avvicinò minacciosamente al biondo, fronteggiandolo.
L'atmosfera non mi piaceva per niente e mi affrettai ad avvicinarmi ai due, pronta ad intervenire in caso di bisogno.
I due si fissavano duramente e sembravano sul punto di darsele di santa ragione. Non sarebbe stata la prima volta, ma in quell'occasione la faccenda sembrava più seria.
<<Ragazzi, vediamo di calmarci. Rischiate l'espulsione, quindi pensateci bene prima di fare qualsiasi cosa>> dissi, ponendomi tra i due per separarli.
Lo sguardo di Naruto si ammorbidì leggermente quando si posò sulla mia figura, per poi tornare a guardare rabbiosamente Gaara. Quest'ultimo invece non mi degnò nemmeno di uno sguardo.
Il biondo sembrava più propenso a desistere e decisi di concentrare le mie attenzioni su di lui, perché era l'unica strategia possibile per raffreddare gli animi e sedare quella situazione prima che fosse troppo tardi.
<<Scommetto che nemmeno tu hai fatto gli esercizi, quindi perché non ti dai una calmata e non vai a farli anche tu? Non è il caso di stare qui a far casino>> tentai.
<<Non voglio far casino e andrò a fare gli esercizi, ma insieme a te, perché tu adesso verrai con me>> rispose Naruto, prendendomi per mano, per poi allontanarsi.
Nel farlo non risparmiò una spallata a Gaara, ma almeno la storia si concluse in quel modo.

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