Capitolo 3 (Un vecchio amico)

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"Dafne, potresti per favore prestarmi attenzione?" La voce di Maggie arrivò dritta alle mie orecchie, facendomi risvegliare dal mio stato di trance.

"Sì? Stavi dicendo?" Chiesi, con non chalance.

"Mi sto seriamente preoccupando, Dafne.  È da una settimana, se non di più che non sei più in te... ti continui ad isolare e startene in casa." Mi disse Maggie, facendomi alzare gli occhi al cielo.

"Ti ho detto che sto bene, smettila di dire che ti sembro strana, sono sempre io. Sono sempre Dafne." Risposi, facendola accigliare.

"Va bene, farò finta di crederti... Comunque stavo dicendo che c'è una persona che è appena ritornata in città." Disse, facendomi annuire, annoiata.

"Sarebbe?" Chiesi.

"Non te lo dirò." Rispose.

"E no, ora me lo dici." Dissi, drizzando la schiena.

"Certo che no. L'unico modo per scoprire di chi si tratta è venire, questa sera, alla sua festa di ben tornato." Mi rispose.

Sapeva perfettamente che ero super curiosa e che avrei fatto di tutto per capire di chi si trattasse.

"Questa cosa è molto cattiva, lo sai?" Le risposi, facendola annuire.

Mi conosceva troppo bene.

"Sta a te decidere..." Mi disse, facendo le spallucce.

"Scommetto che hai già preparato tutto, non è vero?" Le chiesi.

"Ovviamente, sapevo che avresti accettato, così, ieri, sono passata in vari negozi e ho trovato due vestitini bellissimi, perfetti per noi." Si alzò dal suo grande letto matrimoniale, andando diretta verso la cabina armadio.

"Non ho mica accettato." Dissi, alzandomi e stiracchiandomi.

"Ti obbligo io, in qualsiasi caso." Mi rispose, ritornando in dietro con due vestiti tra le mani.

"E se questa sera io avessi da fare?" Le chiesi, mettendo le braccia sui fianchi.

"A fare cosa? Deprimerti e dormire? No signora! Non te lo lascerò fare." Effettivamente un appuntamento ce l'avevo eccome. Mi sarei dovuta incontrare con Harry, ma questo, a lei, non avrei mai potuto dirlo.

"Non sarebbe male come idea." Feci le spallucce, incrociando poi le braccia al petto.

"È sabato sera ragazza mia. Abbiamo il sacrosanto diritto di andarci a divertire e non lascerò che la mia migliore amica rimanga a deprimersi in camera sua, mentre tutti quanti saranno fuori a divertirsi." Mi disse, sistemando i due vestiti sul letto.

"Devo avvisare i miei, allora." Dissi, alzando gli occhi al cielo e prendendo il mio IPhone.  Esatto, non avevo i soldi per respirare, ma avevo un telefonino che costava centinaia di dollari.

Maggie, per il mio precedente compleanno mi aveva regalato un telefonino, non volendo più vedere quello che lei chiamava 'Nokia in scatolina', anche se io mi ci trovavo tanto bene.

Digitai a memoria il numero di mia madre, sicura del fatto che in quell'orario sarebbe stata in pausa e chiamai.

Dopo aver chiacchierato per qualche minuto ed averle detto della festa, riattaccai.

"Quindi?" Mi chiese Maggie, seduta sulla sedia della sua scrivania.

"Ha detto che va bene, ma non vuole che torni troppo tardi. Massimo le due." Risposi, posando accuratamente il mio telefonino nella tasca posteriore dei miei jeans.

"Perfetto! Alle due meno dieci saremo davanti casa tua!" Sapevo perfettamente che non sarebbe andata in questo modo.

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