"Dafne muovi quelle tue belle chiappette! Al tavolo venticinque devi portare questo cappuccino, il milkshake e i due muffin!" Barbara, la mia collega mi richiamò, distogliendomi dai miei pensieri. Continuavo a pensare ad Harry e a quello che mi aveva confessato. Non gli credevo, non completamente, c'era di sicuro qualcosa sotto, ma non voleva confessarlo."Va bene." Presi il vassoio, diretta verso il tavolo, facendo attenzione alle persone che intralciavano la mia strada.
Più di una volta mi è venuta la voglia di mandare al diavolo qualche cliente, solitamente a quelli che ti facevano rifare la bevanda diecimila volte giusto perché non era uscita esattamente come voleva lui, ma non si poteva, in qualsiasi caso il cliente ha sempre ragione.
Dopo aver lasciato le cose al loro tavolo ed aver ricevuto un ringraziamento, mi dileguai, diretta verso il bancone per portare il prossimo ordine. Tutti i giorni era così: o stavo dietro il bancone a preparare le bevande e il cibo, oppure facevo avanti e indietro da quest'ultimo per portare le cose ai clienti. Cosa mi potevo aspettare? È questo il lavoro dei camerieri. Seppur conoscessi il signor Malik da una vita, non si fidava a lasciarmi alla cassa, in realtà non si fidava di nessuno.
"Oggi c'è un sacco di gente." Quasi borbottai sottovoce, rivolta verso Barbara.
"Abbastanza, ma meglio così. Più mance per noi e più soldi nello stipendio." Mi fece l'occhiolino facendomi scoppiare a ridere.
"Hai ragione... Questo è al tavolo?" Chiesi, indicando con un cenno del capo il vassoio già pronto.
"Al dodici." Annuii. "Ah, Dafne, pulisci quel tavolo." Mi indicò poi un tavolo vuoto. Feci un cenno con la testa e mi diressi, prima, a portare le ordinazioni, poi a pulire l'altro tavolo.
Ovviamente la giornata continuò così, finché il mi turno non finì.
Ero stanchissima, le gambe erano a pezzi e le mani puzzavano di detersivo per piatti.
Con passo svelto mi diressi verso la metro più vicina, prontissima per ritornare a casa e andare a dormire.
Volevo vedere Harry. Certo, lo vedevo tutti i giorni, ma in quel periodo lo volevo vedere sempre più spesso, sempre più frequentemente, come se, con lui, il pezzo mancante, venisse completato come in un puzzle.
Mi sentivo vuota, come se qualcosa mancasse, come se mancasse un pezzo per poter collegare tutto, come se...
Harry in quel momento sembrava essere il mio pezzo mancante.
Diventava ogni giorno sempre più difficile: dovevo riuscire a mantenere insieme la vita che facevo in questo mondo, con la vita che vivevo nell'altro mondo. Maggie e Liam diventavano pressanti ogni giorno di più, volevano sapere il perché io restassi giornate intere chiusa in casa; fortunatamente avevo potuto usare la scusa del 'a breve avremo la maturità, devo studiare' ma, questo, non sarebbe stato più valido dopo gli esami.
Certo, ero super convinta questo sarebbe durato a lungo, cosa c'è di male nell'avere un amico immaginario?
Dopo svariati minuti passati sulla metro, finalmente arrivai alla mia fermata, quindi, scesi e mi iniziai ad incamminare per le strade un po' meno affollate del centro, al mio quartiere.
L'aria fresca accarezzava la mia pelle, mentre il sole era ancora alto in cielo, dato la fine della primavera ed il quasi inizio dell'estate. Mi guardai attorno e sorrisi vedendo un paio di bambini giocare nel loro giardino a rincorrersi.
Aumentai un po' il passo, giusto perché volevo finalmente arrivare a casa.
Non appena fui arrivata, entrai dentro l'umile abitazione, vedendo mamma seduta sul divano addormentata con la tv accesa. Sicuramente era appena tornata da lavoro ed era crollata guardando uno dei suoi soliti quiz show.

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Il ragazzo dei sogni.
FantasyDafne è una ragazza qualunque, con una vita normale, ottimi voti a scuola e dei genitori amorevoli. Ma un giorno tutto cambia, una porta segreta, un ragazzo perfetto, un mondo parallelo... Sarà la realtà o solo frutto della sua immaginazione? "Fors...