Capitolo 4 (Déjà-vu)

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"Dafne, svegliati. È l'una del pomeriggio!" La voce di mia madre, solitamente molto dolce quel giorno sembrava essere molto aspra.

"Sì, mamma. Sono sveglia." Sussurrai, prima di sbadigliare e girarmi a pancia in su.

"Muoviti." Disse, togliendomi di dosso le coperte e aprendo la finestra, facendomi subito rabbrividire per l'aria pungente.

"Tutto bene?" Le chiesi, mettendomi seduta e strofinandomi il volto.

"Io sì. Tu?" Rispose, in modo acido, facendomi sbuffare.

"Sto bene... senti, mi dispiace essere tornata tardi ieri sera, ma la macchina di Liam si era fermata e siamo rimasti più di un'ora fermi a cercare di farla rianimare." Mentii, guardandola negli occhi.

"Okay." Rispose lei, sospirando.

"Scusami." Dissi nuovamente alzandomi dal letto e avvicinandomi a lei.

"Va bene." Rispose e l'abbracciai.

"Vatti a lavare e cambiati. Puzzi." Mi disse, con tono più dolce staccandosi da me, facendomi ridacchiare.

"Sì signora!" Mi misi dritta sul posto.

Scosse la testa ed uscii dalla stanza con alcuni dei miei panni sporchi tra le mani. Feci un gran sbadiglio e mi incamminai verso il bagno, pronta per farmi una doccia rigenerante. Ci voleva proprio!

Dopo aver finto ed essermi asciugata e vestita, andai diretta verso la cucina.

Mio padre era seduto al tavolo, con il giornale aperto e un bicchiere di vino nella mano sinistra.

"Buon giorno." Lo salutai, lasciandogli un bacio sulla guancia, solleticandomi con i suoi baffi e sedendomi al suo fianco.

"Buon giorno, tesoro." Rispose lui, continuando a bere dal suo bicchiere.

Mi era mancato pranzare tutti insieme. L'ultima volta era stata probabilmente qualche anno prima.

Dopo aver mangiato si alzarono pronti per andare a lavorare.

"Stai attenta, non aprire agli sconosciuti e soprattutto studia!" Mi ripeté per l'ennesima volta mia madre, prima di andarsene via.

"Mamma ho diciotto anni, lo so, stai tranquilla, non c'è bisogno di ripetermelo tutti i giorni." Alzai gli occhi al cielo.

Poi se ne andarono entrambi, lasciandomi per l'ennesima volta a casa da sola.

Non appena ritornai in camera mia, mi precipitai a chiamare Maggie... anche lei la sera prima non era messa nei migliori dei modi.

"Maggie?" La quinto squillo, finalmente, rispose.

"Cosa c'è Dafne? Se non è questione di vita o di morte riattacco." Asserì lei, facendomi alzare gli occhi al cielo.

"Appunto per sapere se tu fossi ancora viva." Le risposi.

"Più o meno, non riesco a capire in che anno siamo però." Disse, facendomi ridacchiare.

"Nel duemila centoventicinque." La presi in giro, sicura che avrebbe alzato gli occhi al cielo.

"Che ore sono? Oh cazzo, quasi le quattro del pomeriggio." Chiese, rispondendosi poi da sola.

"Benvenuta nella realtà." Quasi risi pensando alla battutona che mi ero detta da sola.

"Ah, ah. Molto simpatica." Sbuffò, facendomi sorridere.

"Vado a farmi una doccia, ci vediamo dopo domani a scuola." Disse.

"Va bene, ciao." Risposi, prima di riattaccare e buttarmi all'indietro sul cuscino.

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