Capitolo 2 (Verdi quasi come gli armadietti)

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"Signorina Adkins, potrebbe prestare attenzione alla lezione e smettere di guardare con sguardo sognante il muro?" La voce della professoressa, insieme alla gomitata della mia compagna di banco mi fece risvegliare dal mio piccolo mondo.

"Umh, mi scusi." Risposi, ricomponendomi e sistemando i fogli sul mio banco.

"Bene, secondo Aristotele..." E mi ripersi nei miei pensieri. Filosofia è molto pesante come materia, non sono mai riuscita a stare molto attenta, soprattutto perché dentro alla filosofia c'è anche storia. Io in storia non vado bene, di conseguenza tutto questo, per me, è davvero difficile.

Per l'ennesima volta, la santa campanella mi salvò da quella super noiosa lezione. Non ce la facevo più.

Uscii velocemente dalla classe, fui una dei primi, se non proprio la prima. Non ho mai amato il movimento, ma quando si trattava di uscire dalla classe, stranamente, diventavo super atletica.

Diretta verso il mio armadietto color verde, quasi come gli occhi di Harry, poggiai i miei libri e presi gli altri per la lezione successiva. Mi fermai un attimo a fissare il fondo del mio armadietto.

"Seriamente? Verdi quasi come gli occhi di Harry?" Ripetei il mio pensiero. Stavo uscendo fuori di testa.

Scossi la testa e chiusi, con un colpo secco, l'anta, trovandomi il volto di Maggie a pochi centimetri dal mio.

"Chi è Harry?"

"Ciao anche a te, filosofia è andata bene, grazie per averlo chiesto." Alzai gli occhi al cielo, cercando di cambiare discorso senza sembrare troppo nervosa.

"Chi è Harry?" Ripeté, facendomi fare un gran sospiro.

"Nessuno." Risposi, girandomi dal lato opposto diretta verso la classe successiva.

"Non è da te dire che qualcuno abbia degli occhi verdi quasi come il tuo armadietto." Ripeté le mie parole, facendo le virgolette.

"Non è nessuno, davvero." Era meglio non dire niente, conoscendola mi avrebbe presa per pazza. Sì, era la mia migliore amica, sì mi fidavo di lei, ma non mi avrebbe mai creduta.  Secondo la sua modesta opinione non si può credere in qualche cosa non reale, qualcosa che non si può spiegare in modo scientifico, secondo lei tutto dovrebbe avere una ragione, una ragione razionale ovviamente.

Questo era un altro dei punti su cui non andavamo d'accordo. Io una gran sognatrice, lei fin troppo seria.

"Non ci credo, ma tanto lo sai che prima o poi te lo tirerò fuori." Mi guardò, indicandomi con un dito, prima di andarsene via diretta verso la sua classe.

Sbuffai e presi la strada opposta, diretta verso la mia ultima classe: Inglese, finalmente qualcosa di interessante.

****

Interessante avevo detto? Grandissima stron-

"Dafne, mi vuoi dire cosa ti prende? Oggi sei così strana" Maggie, per la centesima volta mi riportò alla realtà.

"Ti ho detto che sto bene." Risposi per l'ennesima volta.

"Hai problemi in casa? Quante volte ti ho detto che se hai bisogno di soldi me lo puoi chiedere?" Mi rispose lei, non aveva capito niente, ma feci finta che fosse quella la ragione per la quale la mia mente era dappertutto fuorché nel mondo reale.

"Lo sai benissimo che noi non vogliamo i tuoi soldi, ce la faremo, come abbiamo sempre fatto." Risposi semplicemente.

"Dafne..." Mi riprese.

"Basta così." La chiusi in questo modo. Non volevo continuare a parlare di quella cosa. L'unica cosa che volevo era andare a casa mia e addormentarmi.

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