Capitolo 12 (Dafne)

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"Cosa ti va di fare oggi?" Tutti i giorni sempre la stessa domanda. Certo ogni volta riuscivamo a trovare qualcosa , ma quel giorno mi sembrava diverso, come ogni volta d'altronde, con lui tutte le volte c'era qualcosa di diverso.

Non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso, erano minuti interminabili che lo stavo fissando, ammetto che sembravo quasi una maniaca.

"Perché mi fissi?" Mi chiese lui, arrossendo un po', forse stufo delle incessabili occhiatine che gli mandavo. Diamine era così carino!

"Perché sei bello." Risposi semplicemente, continuando a tenere lo sguardo fisso su di lui, era più forte di me.

"È... è carino da parte tua." Mi sorrise, arrossendo un'ennesima volta, e che sorriso!

Non sapevo cos'altro dire, entrambi eravamo in imbarazzo, io avevo appena ammesso, senza pudore, che mi piacesse e lui aveva sentito, imbarazzandosi. Era così carino, non avevo mai visto nessun ragazzo arrossire per una cosa del genere, anzi, di solito ci mettevano del loro, allargando il loro ego.

Tante volte mi chiedevo se fosse un angelo, un angelo sceso in terra con le sembianze di un ragazzo. Era il ragazzo che tutti sognano, come il principe azzurro o meglio, il ragazzo dei sogni.

"Sai, Dafne, il tuo nome ha origine da un mito." Disse ad un certo punto lui.

"Davvero?" Chiesi. "Quale?" Continuai curiosa, rivolgendo completamente tutta la mia attenzione su di lui (come sempre d'altronde).

"Sì, Apollo aveva appena ucciso il serpente Pitone, si sentii tanto fiero che andò a vantarsi della sua impresa con Cupido, prendendolo in giro sul fatto che anche lui portasse con sé arco e frecce, ma che non fossero adatte per lui. Cupido, arrabbiato, decise di vendicarsi colpendo Apollo con una freccia d'oro, in modo da farlo innamorare della ninfa Dafne, mentre a Dafne, con una freccia di piombo, la quale faceva arrugginire l'amore." Si fermò qualche secondo per riprendere fiato prima di ricominciare.

"Apollo, non appena vide la ninfa, se ne innamorò perdutamente, ma lei, essendo stata colpita da Cupido non ricambiava l'amore, così iniziò a fuggire. Il dio cercò in tutti i modi di fermarla, elencandole persino i suoi poteri, ma lei non lo fece. Nonostante questo, Apollo era più veloce di Dafne, e lei era molto stanca, così si accovacciò a terra chiedendo aiuto alla madre terra. Dafne, allora, si trasformò, prendendo le sembianze dell'albero d'alloro prima che il dio riuscisse ad averla, tuttavia, Apollo, decise di rendere questa pianta sacra a lui, ornando poi il suo capo con essa, diventando poi una corona per i vincitori ed i condottieri." Finì il suo racconto, lasciandomi a bocca aperta.

"Wow, è davvero una storia affascinante." Ammisi, sorridendogli.

"Vero, mi piacciono molto i miti, ma questo è uno dei miei preferiti." Disse lui, facendomi arrossire vigorosamente. Non capii mai se intendesse per il fatto che io mi chiamassi in quel modo o per il semplice motivo che gli piacesse quel mito.

"Quindi ti piace la mitologia." Notai, facendolo annuire.

"Sì, molto, magari un giorno te ne racconto un altro." Rispose, facendo le spallucce.

"Sei bravo a raccontare le cose." Dissi, facendolo sorridere.

"Grazie, e tu sei una brava ascoltatrice." Fece le spallucce, facendomi ridacchiare.

"Allora..." Disse poi.

"Cosa?" Chiesi.

"Hai deciso con chi andare al ballo?" Mi chiese.

"In realtà ho un'idea, ma non ne sono proprio sicura." Ammisi, stringendo le gambe a me.

"Zayn?" Chiese lui, quasi con tono più triste.

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