«Riconosci qualcuno?» Bisbigliò Camila mentre si addentravano nell'androne, seguite da sguardi furtivi e sorrisi fugaci.«Una o due persone, ma non ho mai avuto il piacere di combattere contro di loro sul ring.» Sbuffò sardonica Lauren, sbuffando subito dopo uno sfiato borioso che Camila le concesse senza ammonizioni.
Proseguirono all'interno della sala, attirando non pochi occhi su di loro. Lauren era abbastanza rinomata nell'ambiente del pugilato, soprattutto per la fama precedente che i giornali le avevano gentilmente accreditato. La storia del processo aveva scaturito non poche critiche e anche i pugili si erano espressi in merito, più e più volte, su testate giornalistiche insigni. Ma, quelle occhiate incuriosite e poco discrete che stavano riscuotendo, non erano dovute solo alla notorietà della corvina, ma anche allo scollo vertiginoso della cubana che attizzava non pochi animi.
Gli smeraldi di Lauren, vigili e attenti osservatori, svolazzarono sulla scollatura di Camila, comprendendo bene gli sguardi ammaliati che postergavano la loro ascesa.
«Potevi osare anche un po' meno.» Si permise di appuntare la corvina, chiaramente mantenendo un tono neutro che non fraintendesse la sua asserzione del tutto disinteressata.
«Cosa?» Si accigliò stordita la cubana, ma venne provvidenzialmente anticipata da un uomo tarchiato che le andava incontro: praticamente sembrava intento a farle una radiografia.
Camila emise un suono monocorde che annunciò la sua presa veduta, e innegabile fu il sorriso tenue che le addolcì le labbra.
«Tranquilla, so badare a me stessa.» Fu la risposta esplicita che fornì, ma dentro di se un primordiale subbuglio si dimenava come fosse appena nascituro, ma in realtà Camila ricordava bene quella sensazione gattonare dentro di lei... Anni fa. Una vita fa.
«Vuoi giocare o ci dirigiamo verso il bar?» Chiese Lauren, perlustrando l'area circostante con scrupolosa indagine.
Camila fece spola fra i tavoli e il bancone. Inizialmente optò per una partita a poker, l'unico gioco d'azzardo dove si riteneva davvero in gamba fra quelli presenti, ma poi notò l'inconfondibile ciuffo nocciola che svettava sulle spalle larghe e ben piazzate di Albert. Non c'era tempo da perdere. Se volevano concludere qualcosa, dovevano puntare tutto. All in.
Camila precedette Lauren di qualche passo, si sporse al bancone, alle spalle di Albert per non sembrare troppo evidente, e ordinò due cocktail a gran voce, attirando inevitabilmente l'attenzione dell'uomo che la squadrò con un sorriso salace sulle labbra ancora inumidite di vodka.
«Adesso questo posto brilla di luce, grazie a te.» Fu l'approccio esordiente di Albert, che affiancò Camila, puntellando il gomito sul bancone ed ergendosi come una statua marmorea al suo cospetto.
«Scommetto che lo dici a tutte.» Replicò civettuola la cubana, dedicando uno sguardo da cerbiatta all'uomo già esaltato.
«Solo alle più belle.» Sussurrò contro il palmo della sua mano, baciandole il dorso e creando un contatto visivo che Camila era sicura stendere la maggior parte delle sue prede, ma Albert aveva omesso un particolare importante.
Lui era bravo ad abbindolare e sedurre le donne, ma non poteva concorrere quando Lauren coabitava nella stessa stanza.
Camila lo percepì subito quel tocco vezzoso direttamente cablato con il suo ritmo cardiaco. E il cuore saltò un battito quando la mano della corvina le cinese il bacino, e riprese a galoppare il doppio quando le sue dita le abbracciarono la carne con i polpastrelli.
«Eccomi qui, piccola.» Asserì Lauren, baciando la guancia della cubana, già di per se scarlatta.
Albert socchiuse per un attimo gli occhi, tramortito dall'inaspettata presenza di una terza parte, poi dissimulò lo stupore sotto un sorriso teatrale e tese la mano verso Lauren.

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Fight Back 2
Historical FictionDopo nove anni, Lauren esce dal carcere, ma le cose sono radicalmente cambiate, sia per la sua persona che per la sua vita. Cos'è successo in questi nove anni e cosa succederà da adesso in poi? Niente è come lo ricordate.