diciotto.

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"Ne ho portato uno anche per tua madre," disse Jimin indicando con un cenno del capo la confezione di plastica contenente il pezzo di dolce.
Jennie allora si insospettì, quello che il suo ragazzo voleva chiederle era qualcosa di sicuramente importante e che necessitava di zucchero per addolcire le due donne e convincerle di qualsiasi fosse la sua malsana idea.
Jennie lo spronò a parlare, inginocchiata sul materasso mentre stringeva un cuscino al petto, curiosa di sapere di cosa si trattasse.
"Mi chiedevo se ti andasse di partire per il fine settimana con me. Ne ho già parlato con tua madre e, dopo lamentele, domande, un rimprovero e altre numerose raccomandazioni, mi ha dato il permesso."
Le labbra della ragazza si schiusero in una 'o', non potendo credere che sua madre le avesse lasciato la possibilità di trascorrere dei giorni da sola con Jimin, perché nonostante fosse abbastanza grande, sua madre era solita essere molto severa e, come dire, all'antica?
"Mio padre mi ha lasciato libera la piccola casetta al mare, non ci vuole molto ad arrivare in auto ed ho pensato che potrebbe farci bene rilassarci un po' e trascorrere del tempo insieme, completamente da soli."
A quel punto Jennie stava facendo dei piccoli saltelli sul letto, ancora inginocchiata, muovendosi quindi in modo buffo e diceva cose senza senso, presa dalla felicità.
"Ed hai bisogno di chiedermelo? Lo sai benissimo quanto desidero poter trascorrere sempre la notte con te e potermi risvegliare al tuo fianco e poter pranzare, cenare insieme. Avremo finalmente un po' di privacy, senza mia madre che si intrufola nella mia stanza per tenerci sotto controllo e lei è d'accordo!"
Jimin scoppiò a ridere, bloccandola con le proprie braccia in una presa dolce e la strinse a se.
"Smettila, sembra tu mi stia prendendo in giro. Si tratta solo di qualche giorno."
Jennie mise il broncio, perché per lei non era solo qualche giorno, ma si trattava di una boccata d'aria dalla famiglia, dalla scuola, dallo studio e dai problemi. Era la loro prima vacanza insieme, anche se breve. Avrebbero condiviso una casa insieme e lo stesso letto, cosa che purtroppo fino ad allora era capitata solo un numero fin troppo limitato di volte, quando Jimin si era intrufolato di notte nella sua camera. E per quanto potesse essere bello, l'ansia di essere scoperti rovinava sempre un po' l'atmosfera.
"Scusami se sono sempre troppo felice quando si tratta di te." Mise il broncio, accoccolandosi però contraddittoriamente al petto del suo ragazzo.
La loro relazione era proprio la tipica storia da film. Cominciata con una semplice amicizia, tramutatasi poi in una cotta da parte di entrambi, i due hanno poi iniziato a frequentarsi da 'amici' molto intimi per poi arrivare al punto in cui si trovavano in quel momento. Dopo quattro anni di conoscenza, sì, ma ne era valsa la pena di aspettare. Tutti gli sforzi stavano ripagando attraverso intensi momenti di felicità e ricordi da collezionare fino alla fine dei loro giorni. Era tutto troppo perfetto e nessuno dei due riusciva ad immaginare un'ipotetico ostacolo al loro amore, niente poteva fermarlo.

Forse.

scusate per gli errori e per non aver aggiornato recentemente, ma non ero molto ispirata e poi sono stata concentrata sugli studi e sull'altra storia che sto scrivendo, quella nuova su namjoon.
come detto anche in coldness, nel caso qualcuno volesse leggerla, può scrivermi o chiedermi di scrivergli in privato, così posso darvi il nick dell'altro profilo.
grazie per essere giunti fin qui e per all the love ai capitoli precedenti;
vi voglio bene

Amnesia; p.jmDove le storie prendono vita. Scoprilo ora