Jennie era stesa sul sedile dell'auto, dal lato del passeggero, che Yoongi aveva piegato all'indietro in modo da permetterle di adottare una posizione comoda e rilassante. La ragazza aveva lo sguardo rivolto verso tutto ciò che c'era fuori dal finestrino di lato al suo corpo, ma non si soffermava realmente su nulla. La sua mente era in un'altra dimensione e delle lacrime salate scorrevano silenziose sulle sue guance da circa l'inizio del viaggio nel mezzo.
Yoongi guidava calmo, guardando la strada, anche se di tanto in tanto gettava uno sguardo alla ragazza di fianco a sé, sentendo lo stomaco contorcersi dalla rabbia e dalla frustrazione nel vedere quelle lacrime. Avrebbe voluto poggiare una mano sulla coscia della ragazza ed accarezzarla dolcemente sopra il tessuto dei jeans per confortarla, sussurrandole parole dolci, ma sapeva che tutto ciò avrebbe solo peggiorato la situazione.
Si limitava, dunque, a riportarla a casa, con il silenzio che aleggiava nel veicolo.
"Scusa" mormorò la mora, senza guardarlo, con la voce spezzata da un singhiozzo.
"Uh?" Yoongi la guardò, poi tornò a guardare la strada, aspettando che la ragazza parlasse.
"Apprezzo tanto quello che hai fatto per me oggi, non vorrei pensassi il contrario."
Yoongi abbozzò un sorriso, schiudendo poi le labbra in un leggero sospiro.
"Tranquilla, non penso il contrario" la rassicurò, con quel tono dolce che riservava solo a lei.Quattro giorni prima, mentre Yoongi lavorava nel suo studio, ebbe la buona idea di trascorrere la domenica in un parco per fare un pic-nick con Jennie. Respirare dell'aria fresca le avrebbe fatto bene, ascoltare il canto degli uccellini come unico suono in quel piccolo angolo di paradiso.
Mangiarono le loro vaschette di riso e verdure, Yoongi aveva portato anche della frutta, e sembrava che la cosa stesse funzionando. Jennie era tranquilla, aveva scambiato delle parole con lui per tutto il tempo, distraendosi dai pensieri; però, non appena era entrata in macchina, questi tornarono a farle visita e lei non riuscì a trattenersi.Quando arrivarono a casa della ragazza, parcheggiò lungo il viale, vicino all'appartamento e i due scesero dall'auto, apprestandosi alla porta.
Jennie sospirò, dando le spalle all'uscio, lo sguardo basso sul gradino su cui si trovava.
Yoongi, alto in quel modo solo poco più di lei, la guardava in silenzio, con le braccia incrociate dietro la schiena.
"Grazie Yoongi."
"Non ringraziarmi." E rimase fermo in quella stessa posizione.
"Puoi abbracciarmi se vuoi" gli disse la ragazza e lui non si lasciò sfuggire quell'occasione. Si avvicinò esitante all'esile corpo della più piccola e lo strinse con delicatezza tra le proprie braccia, facendole sentire tutto l'affetto e il sostegno che voleva darle. Lei si appoggiò al suo petto, aggrappandosi con una mano alla felpa che indossava e che emanava un buon profumo, ma non quello che desiderava sentire.
Yoongi fu il primo a sciogliere l'abbraccio e poi entrambi si fecero spazio verso le proprie rispettive dimore.primo capitolo,
ne ho pronti già altri otto
però mi piacerebbe sapere
prima cosa ne pensate
(anche se si capisce ben poco)
vi voglio bene ㅇㅅㅇ
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Amnesia; p.jm
FanfictionQuando si staccarono, con il fiato corto, i visi arrossati e gli occhi che luccicavano, si guardarono intensamente e Jennie capì quale piega avrebbe preso la sua vita da quel momento in poi. "Voglio realizzare il libro, si chiamerà Amnesia."