Dopo aver pranzato, Jennie e Yoongi erano entrambi andati a stendersi sul letto della ragazza, concedendosi così un po' di meritato riposo. Man mano, senza accorgersene, Jennie era diventata più propensa al contatto fisico. Aveva imparato ad abbracciare Yoongi senza sentirsi in colpa nei confronti di Jimin, aveva capito che del ragazzo ci si poteva fidare perché dopo tutto quel tempo, non aveva ancora fatto nulla per ferirla. Al contrario, l'aveva appoggiata e sostenuta nel più discreto e dolce dei modi. Per questo motivo, il proprio capo era appoggiato sul suo petto, le dita di Yoongi tra i suoi capelli, accarezzandoglieli delicatamente.
"Com'è andata questa settimana?" Chiese tutto ad un tratto la ragazza, senza sforzarsi di muoversi da quella posizione. Socchiuse gli occhi, rilassata dai suoi gesti.
Yoongi inumidì le sue labbra, prima di cominciare a parlare, e spiegò in breve gli avvenimenti più rilevanti. Disse di essere stato ad una cena con i suoi colleghi di lavoro, di aver ricevuto un minimo aumento di stipendio e cose varie.
"A parte questo, tutto regolare. A te?"
Jennie sospirò. Aveva tanto bisogno di esplodere e tirare tutto fuori; quello che era successo, i suoi sentimenti, le sue paure. Però non voleva rendere il ragazzo triste o annoiarlo, o farlo pentire di averle fatto quella domanda. Provò a dire che era andato tutto bene, ma le parole non le uscivano di bocca. Non riusciva a mentire, non riusciva a dire di stare bene quando era palese non fosse così. Sperò che Yoongi non le riproponesse la domanda, ma le sue preghiere non furono ascoltate.
"Cosa è successo?" Il ragazzo si mise seduto, ponendo fine a quel loro contatto, e la costrinse a guardarlo negli occhi, per poter cogliere la sua sincerità.
E allora Jennie non poté che accontentarlo e dirgli la verità, e raccontargli del crollo emotivo causato da delle semplici fotografie. Del suo sentirsi stremata, senza forze, a causa della sua routine attiva e movimentata al fine di distrarla. Del suo sentirsi peggio man mano che i mesi passavano, di non riuscire a rassegnarsi, di credere di essere senza speranza, di desiderare di raggiungere Jimin ovunque lui fosse.
"Scusa Yoongi, scusa. Sono profondamente dispiaciuta. Ma non so più cosa fare. Immagini di quella notte continuano a ripresentarsi ogni volta nei miei incubi. Cosa devo fare? Ti prego, dimmi, che cosa devo fare?"
"Parlane. Parlane con me. Butta tutto fuori una volta per tutte, dall'inizio fino alla fine. Io ti ascolto, però poi pensiamo a come accantonare i brutti ricordi lasciando solo quelli belli. Okay?"
Jennie anunuì, per niente convinta, ma si fidava. Se Yoongi era così sicuro di potercela fare, allora non doveva deluderlo e doveva fare almeno un tentativo. Così si mise comoda, tremando tra i cuscini del letto, stringendo il tessuto della propria maglia tra le dita, e cominciò a raccontare...
preparate i fazzoletti per il prossimo capitolo *heart*
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Amnesia; p.jm
FanfictionQuando si staccarono, con il fiato corto, i visi arrossati e gli occhi che luccicavano, si guardarono intensamente e Jennie capì quale piega avrebbe preso la sua vita da quel momento in poi. "Voglio realizzare il libro, si chiamerà Amnesia."