Capitolo 17

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Circa una settimana dopo, il giorno prima del mio compleanno, decisi di andare al parco nel pomeriggio. Avevo bisogno di un po' di pace e di silenzio per finire la canzone che stavo scrivendo. In quel periodo non riuscivo a concentrarmi per le troppe cose che mi stavano succedendo. Così decisi di riprendere la mia abitudine di andare al parco il pomeriggio. Come ho sempre detto, quel luogo è la mia fonte di ispirazione, il mio locus amoenus.
Mi sedetti sul prato vicino ad un albero, dove appoggiai la schiena. Presi il mio block notes e guardai le strofe che avevo già scritto. Non ero molto convinta... mancava qualcosa.
Ad un certo punto squillò il telefono e sullo schermo comparve l'immagine e il nome di Simone. Sorrisi, piena di gioia, perché non mi aspettavo una sua chiamata.
《Amore》risposi.
《Ehi, piccola... Come stai?》il suo tono non mi convinceva affatto. Sicuramente era successo qualcosa.
《Bene... Tu?》
《Anche io》
《Ma non dovresti essere a lezione a quest'ora?》chiesi.
《Oggi è domenica, il nostro giorno libero》mi spiegò.
《Ah, giusto... ho perso la condizione del tempo. Ma è successo qualcosa? Ti sento strano》
《No, niente di importante》
《Sei sicuro?》
《Sì, tranquilla》
《Simo... Ti conosco》
《Non ti preoccupare... Sono solo un po' stanco》
《Va bene...》 mi arresi.
《Che stai facendo?》cambiò argomento.
《Sono al parco. Sto cercando di finire la canzone, ma ho come un blocco》
《Vedrai che ce la farai》mi incoraggiò《adesso devo andare... ci sentiamo in questi giorni》continuò.
《Ti ricordi che giorno è domani?》chiesi, sperando che si ricordasse del mio compleanno.
《Sì, lunedì 》disse e chiuse subito la chiamata.
Si era dimenticato del mio compleanno. Non ci potevo credere. Quella telefonata era stata davvero molto strana... Non sapevo cosa pensare. Cominciai a pormi mille domande, senza trovare risposte. Quelle parole rimbombavano nella mia testa e pensai per tutto il tempo a quello che mi aveva detto. Mi aveva messa in confusione di nuovo, dopo molto tempo. Non scrissi niente di nuovo, perché avevo perso la poca concentrazione che avevo, così mi alzai e tornai a casa.

Ero stesa sul mio letto e continuavo a pensare. Allora mi infilai le cuffie nelle orecchie per mettere fine a quella tortura che stava avvenendo nella mia testa. Alzai il volume al massimo. Le parole di una canzone dei Coldplay rimbombavano nella mia testa. Chiusi gli occhi e presi un respiro profondo. Tentai di rilassarmi, stringendo tra le mani una pallina anti-stress. Poi aprii gli occhi e guardai il soffitto.
Entrò nella stanza mia sorella e si avvicinò al letto. Mi tolse una cuffia dell'orecchio e la guardai male per averlo fatto.
《Che vuoi?》chiesi, leggermente infastidita.
《Mamma vuole parlarti. Vai subito in cucina》mi ordinò.
《Uffa... ma che vuole? Non può venire qui?》
Ero veramente stanca e non avevo neanche la forza di alzarmi. Il troppo lavoro mi aveva distrutta ed aveva influito anche quella stupida chiamata.
《No. Muoviti, alza il sedere oppure dovrò ricorrere alle maniere forti》mi minacciò, ridendo sotto i baffi.
《E sarebbero?》
《Scegli tu... solletico o ti butto giù dal letto?》
《Va bene... mi alzo》mi arresi.
Lei mi guardò, soddisfatta.
《Ma non finisce così》la avvisai.
Mi alzai dal letto e percorsi il corridoio trascinandomi, letteralmente. Sembravo uno zombie. Ero appena arrivata alla porta della cucina quando suonò il campanello.
《Emma! Vai tu ad aprire》urlò mia madre.
《Uffa...》sbuffai.
Andai verso la porta d'ingresso e la aprii lentamente. Comparve davanti a me Simone con un mazzo di rose tra le mani. Spalancai gli occhi e gli saltai addosso. Lui riuscì ad afferrarmi in tempo e mi prese in braccio.
《Amoreee!》urlai, troppo felice di vederlo.
《Mi sei mancata un casino》sussurrò al mio orecchio.
Lo riempii di baci, mentre lui mi guardava sorridendo.
《Sei cosi bello》lo accarezzai.
《Tu sei la più bella》disse serio《quanto ti amo》continuò.
Mi baciò dolcemente le labbra e poi il bacio divenne più intenso. Si vedeva che ci eravamo mancati, infatti ci desideravamo così tanto che quel momento durò moltissimo.
Poi entrammo in casa e ci raggiunsero mia sorella e mia madre.
《Ti è piaciuta la sorpresa?》chiese mia sorella con aria complice.
《Allora tu lo sapevi! Adesso ho capito tutto》dissi, ripensando a tutto ciò che era accaduto.
Tutti risero alla mia affermazione.
《Ecco perché eri così strano quando abbiamo parlato oggi pomeriggio》mi rivolsi a Simone.
《Cosa le hai detto? Appena è tornata a casa sembrava una morta in piedi》intervenì mia madre, prendendomi in giro.
《Mi ero preoccupata...》mi giustificai, abbassando la testa.
《Amore, vieni qui》mi abbracciò Simone, accarezzandomi la nuca.
《Sei cattivo》dissi, triste, come una bambina piccola.

Trascorremmo la serata stesi sul letto in camera mia. Simone aveva l'aereo a mezzanotte, perché la mattina dopo sarebbe dovuto andare a lezione molto presto. Rimanemmo abbracciati per tutto il tempo. Non volevo perdermi nemmeno un momento insieme a lui.
《Tu sei pazzo!》
《Perché?》chiese, guardandomi.
《Sei venuto fin qui solo per me》
《Era il minimo che potessi fare》
《Ma quando l'hai deciso?》chiesi.
《Sta mattina, all'ultimo momento. Sarei voluto partire subito, ma l'unico volo disponibile era nel pomeriggio》 spiegò 《mi mancavi troppo e volevo farti una specie di sorpresa per il tuo compleanno. Ho colto l'occasione che la domenica è il nostro giorno libero... domani non sarei potuto venire》
《Quindi non ti eri dimenticato!》
《Ho fatto finta. Come avrei potuto dimenticarmi che la mia bimba diventa maggiorenne?》mi prese in giro.
《La tua bimba è diventata grande ormai》
《Ma resterai sempre la mia piccola》sorrise.
Ricambiai il sorriso, stringendolo di più a me.

Lo accompagnai in aeroporto insieme ai miei genitori. Era arrivato il momento di separarci ancora una volta. Ogni volta era sempre peggio, ma mi aveva fatto bene averlo accanto anche solo per poche ore.
《È arrivato il momento di andare, di nuovo》disse.
Sembrava un dejavu, ma questa volta era lui a partire.
《Non ce la posso fare》sussurrai, cercando di non piangere. Ma cedetti, abbandonandomi tra le sue braccia. Lui mi strinse forte e notai che gli tremavano le mani.
《Buon compleanno, piccola》mi disse, guardando l'orologio che segnava mezzanotte in punto.
Mi baciò nuovamente e poi si allontanò. Lo guardai andare via.
《Ti amo》
Quelle parole uscirono dalla mia bocca senza che me ne accorgessi. Le dissi con talmente poca voce che neanche io riuscii a sentirle.
Non sapevo se quello fosse un addio o un arrivederci. Solo dio poteva saperlo.

// spazio autrice //

Buonasera! Vi è piaciuta la sorpresa? Cosa vi aspettavate di diverso? Avete consigli da darmi? Fatemelo sapere nei commenti! Vi leggo tutti e rispondo singolarmente a tutti.
Ci vediamo al prossimo capitolo💖

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