Marinette
Chat è rimasto fuori tutto il pomeriggio e la notte precedente. Ormai era l'alba e il sole stava sorgendo. Qualcosa mi diceva che non sarebbe tornato molto presto.
Dovevo riprovare a scappare. Appena fuori dalla villa, sarei andata a prendere Tikki. Una volta trasformata in Ladybug non sarebbe stato complicato prendere il miraculous del gatto nero.
Avevo perlustrato per bene la casa e, come il giorno precedente, le uniche stanze aperte erano le camere da letto, la cucina e i bagni. Avevo però notato che Chat, dalla fretta di andarsene, aveva lasciata spalancata l'enorme finestra. Quale occasione migliore?
Accesi i monitor e di fronte a me si mostrarono tutti i luoghi sorvegliati da telecamere. Ripercorsi con la memoria il tragitto di qualche giorno prima e programmai il percorso da seguire. Da quanto potevo vedere, lì non c'erano telecamere.
Mi calai dalla finestra utilizzando vari appigli. Ringraziai i giorni che avevo passato a faticare in palestra. Tikki mi aveva convinta a tenermi in allenamento per essere abbastanza elastica e atletica anche senza il costume.
<Così te la caverai anche senza i poteri di Ladybug> mi aveva detto il piccolo kwami a pois quella volta.
Atterrai sull'erbetta delicatamente e avanzai tranquillamente nel giardino. Meglio procedere con prudenza e non far scattare qualche trappola.
Non avevo nemmeno fatto a tempo a concludere quel pensiero che il terreno sotto di me cedette. Cacciai un urlo e mi ritrovai immersa nell'acqua gelida fino a poco sotto il seno.
<Ma che...?>. Imprecai.
Un brivido mi percorse la schiena e mi strinsi tra le braccia.
Perchè acqua gelata? Non poteva fare una semplice buca?!
Sbattei i denti.
Provai ad arrampicarmi, ma le mie dita scivolavano sulle superfici umide e terrose di quella buca.
<Maledizione!> urlai.
Chissá quando quel gatto sarebbe tornato a casa... Avrei potuto morire assiderata nell'attesa.Chat noir
Avevo vagato per Parigi senza una meta precisa.
Una volta de-trasformato ero passato anche alle pasticceria Dupain-Cheng per controllare la situazione. I due proprietari sembravano stranamente sereni, come se la loro figlia non fosse stata rapita. Ma probabilmente quella era solo una facciata per non destare sospetti nei clienti.
Ordinai una decina di croissant - i miei preferiti - poi camminai fino al parco. Mi nascosi dietro ad un albero e lasciai uscire Plagg. Gli diedi il suo solito pezzo di Camambert.
<Camambert!> esultò.
<Basta poco per renderti felice> risi. Il mio kwami mi osservó da sopra il suo pezzo di formaggio.
<Cosa c'è che non va?>.
Mi dispiaceva far preoccupare il piccolo gatto nero, ma non riuscivo a nascondere la mia malinconia.
<Mi manca Ladybug... E poi...> sospirai nuovamente. <Marinette ha rispolverato qualcosa che avrei preferito rimanesse sepolto nel passato>. I suoi ricordi mi fecero pizzicare gli angoli degli occhi. Mi pulii. No, non avrei più pianto.
<Forza Plagg, torniamo a casa>. Il kwami ingoió tutto d'un fiato l'ultimo pezzo di formaggio e volteggiò intorno alla mia testa.
<Chissà se la nostra ospite è rimasta buona ad aspettarti> commentò sghignazzando.Mi ritrasformai fuori dal cancello di entrata. Percorsi leggero e silenzioso tutto il giardino ed entrai con un balzo dalla finestra lasciata aperta della mia stanza.
Feci un giro ler tutte le stanze lasciate a disposizione di Marinette. La ragazza non si trovava da nessuna parte.
<Ma dove é andata?>. Andai a controllare i monitor della sicurezza. La vidi mentre si aggirava per i corrodi ed entrare proprio in quella stanza. Poi niente.
<Plagg de-trasformami>. Il kwami uscí dall'anello facendogli riprendere il suo colore perlaceo.
<È scappata di nuovo?>.
<Eppure nessun allarme é scattato...>.
Plagg si avvicinó ad un monitor e mi mostrò un particolare prima passato inosservato. Avevo lasciato aperta la finestra della mia camera. Probabilmente era uscita di lì.
<Sarà finita dentro qualche trappola> conclusi.
<Andiamo a cercarla?>.
Scossi la testa. <No. Le servirà da lezione. Lasciamola ancora un po' dovunque si trova>.Marinette
Erano ore che me ne stavo lí in ammollo. E chissà quante altre ne avrei dovute passare!
A furia di tentare di risalire quelle pareti scivolose, le dita si erano ferite in piú punti facendo entrare il fango e la terra sotto le unghie.
<Maledizione. Chat! Dove caspita sei finito?>. Il mio era un semplice sfogo di frustrazione.
<Mi hai chiamato puurrr-incipessa?>. Alzai il viso per incontrare due occhi verdi sorridermi dalla cima di quel buco melmoso.
<Chat!>. Ero felice di rivederlo. Finalmente sarei uscita da lì.
<Forza, afferra la corda>. Mi lanciò una fune e io mi ci aggrappai come se da essa dipendesse la mia vita. Il ragazzo gatto mi issò nuovamente in superficie.
<Dove eri andato a finire?! Pensavo sarei morta lì dentro!> lo aggredii appena fui certa di essere al sicuro.
<Principessa, se non avessi tentato di scappare non saresti finita lì dentro> mi prese in giro lui, ridendo sotto i baffi.
<Ho bisogno di una doccia> continuai, ignorando il suo commento. Aveva ragione, ma io ero troppo orgogliosa per ammetterlo.
<Decisamente>.Dopo una bella, lunga e calda doccia mi ritrovai a non sapere cosa mettermi. Il mio vestiario o era a brandelli o era insozzato.
<Chat! Ho bisogno di vestiti>. Uscii dalla stanza in accappatoio e andai alla ricerca del ragazzo. Lo trovai in cucina, davanti al frigorifero aperto.
<Non ho niente da...> si bloccó non appena girò il capo e vide la mia condizione. I capelli erano ancora bagnati e ricadevano pesanti sul mio capo e sulle spalle. L'accappatoio, ben legato, arrivava appena sotto le ginocchia, lasciando nudi i polpacci.
Arrossii leggermente, consapevole del suo sguardo su di me.
<Allora? Pensi di rimanere lì imbambolato oppure mi procuri qualcosa da mettere?> chiesi nascondendo il mio imbarazzo.
<Stai bene anche così principessa> mi rispose con uno sguardo alquanto eloquente. Sbuffai.
<Ve-sti-ti!> ripetei incrociando le braccia al petto.
<Se proprio vuoi>. Chat mi riserbò un altro di quegli sguardi che mi percorse da capo a piedi e ritorno. Poi uscí e tornò poco dopo con un paio di leggins neri, un top e una maglia lunga senza maniche, rossa a pois neri.
<Questo stile sembra molto alla... Ladybug> commentai leggermente spiazzata.
<Già> confermò lui abbassando lo sguardo. I suoi lineamenti assunsero la caratteristica forma all'ingiù di chi sta patendo le pene dell'amore. Mi cambiai in fretta e tornai in cucina.
<C'è qualcosa che ti turba?>.Chat noir
<C'è qualcosa che ti turba?> mi chiese premurosa. Rimasi piacevolmente colpito da questa tenerezza che mi aveva tenuta nascosta nei giorni precedenti.
I suoi grandi occhi blu, in pensiero per me, mi ricordarono ancora di più la mia Lady.
<Niente> mentii.
<Non sembra proprio. Se vuoi puoi parlarmene>. Mi stava incoraggiando ad aprirmi, ma non la conoscevo abbastanza per prebdermi tutta quella confidenza. Anche se molti dicono che ci si senta meno a disagio con gli sconosciuti... Ma lei non riuscivo proprio a vederla come uba sconosciuta.
<Ladybug non si è fatta vedere ai miei ultimi due colpi> cobfessai infine. Lei si irrigidì al nome della supereroina.
<Dovrebbe farti piacere. Così hai potuto lavorare senza problemi>.
<Senza di lei... non è la stessa cosa>. Cone potevo confessarle di provare qualcosa per la mia Lady? Sarebbe stato troppo strano...
<Lei... ti piace?!> mi chiese sorpresa. Non risposi. Scossi solo la testa.------------------------- ♧ -------------------------
Buongiorno a tutti :)
Intanto GRAZIE per stare leggendo questa mia piccola opera, che spero evolverà velocemente e che vi piaccia.Ho da poco cambiato telefono e mi sono accorta di dover riscrivere certe parti anche due o tre volte per errori madornali di battitura! :O
Se notate qualche svista fatemelo sapere così sistemo :)Se volete lasciare qualche stellina ☆☆ o qualche commento sono molto graditi :) anche perchè così so se la storia vi sta piacendo oppure no 😌
Al prossimo capitolo e al prossimo spazio dedicato all'autore!
Always_A_Joy ☆
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Il Gatto e la Coccinella
ФанфикParigi è alle prese con un ladro abilissimo e di cui non si sa nulla, se non il suo nome: Chat noir. La polizia non riesce a fronteggiarlo. L' unica che sembra riuscire a tenergli testa è una supereroina arrivata da non si sa dove: Ladybug. Una ser...