Giorno 22 - Scatta la (vera) trappola

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[ore 1:00]
Marinette uscì con addosso una giacchetta nera con dei motivi a zampa felina verde bamboo. L'aveva realizzata lei stessa in uno di quei pomeriggi in cui si scervellava su come incastrare Chat Noir. La ragazza si appoggiò alla ringhiera; i peli ritti sulle gambe pressoché nude. Tikki dormiva sopra al suo cuscino, vicino al cimelio di famiglia che la ragazza aveva spolverato per ore. La piccola coccinella aveva espresso la volontà di scoprire chi fosse questo misterioso ospite che la propria portatrice stava attendendo, tuttavia era crollata per la stanchezza. Nonostante la pausa da scuola, Ladybug era tornata in azione ancor più di prima. In quei venti giorni di assenza alcuni piccoli criminali ne avevano approfittato, così come alcune akuma. Marinette aveva purificato quelle poche farfalle di oscurità di cui non aveva potuto occuparsi prima. Tikki necessitava di un po' di riposo.
Con appena un leggero rumore metallico, la presenza del ladro venne rivelata. Marinette si voltò verso la propria destra, vedendolo lì, seduto con una gamba a penzoloni nel vuoto. Nel buio della notte, Chat si confondeva e dalla strada probabilmente nessuno l'avrebbe visto.
- Puuurrrr-incipessa - la salutò lui, abbassando il capo.
- Mossa avventata, Chat - rispose lei con un sorriso. - Che ci fai qui? -.
Le iridi verdi del ladro si fissarono sulla sua figura, incollandola al posto in cui si trovava. Per fortuna, Marinette aveva scelto una posizione di appoggio alla ringhiera, perché cominciava a sentire le ginocchia divenire deboli. L'ultima volta che l'aveva visto non gli aveva fatto quell'effetto. Possibile che bastasse così poco tempo per accentuare gli effetti della vicinanza del ragazzo? O forse era proprio perché non l'aveva visto con la stessa frequenza delle settimane passate?
- Te ne sei andata approfittando di un momento in cui non c'ero - iniziò lui a spiegare. - Come hai fatto? -.
Chat appoggiò la guancia sul ginocchio piegato sopra la ringhiera. Non era quello che voleva veramente chiederle. Perché te ne sei andata? È forse il tuo modo di rinnegare quello che è successo?
- Te l'avevo detto che me ne sarei potuta andare in qualunque momento - rispose lei con una nota beffarda. Il ladro rivide per un istante la ragazzina che aveva incontrato fuori dalla propria villa all'inizio di quel mese. Anche allora aveva avuto l'impressione ci fosse qualcosa in lei di misterioso, e ora provava la medesima sensazione.
- Andarsene in quel modo dopo il nostro bacio non è stato molto carino - la stuzzicò lui, curioso di esaminare le sue reazioni.
Marinette rimase impassibile, sebbene un leggero rossore le scurì le guance. Chat ridacchiò di fronte all'evidenza imbarazzo della ragazza.
Questa è la prova che...
- Un errore dovuto al momento. Nulla di profondo o di significativo a cui dar peso - affermò Marinette, voltandosi dall'altra parte.
Il ladro per poco non perse l'equilibrio.
- Come scusa? -.
- Devo ripeterlo una seconda volta? - disse con maggiore sicurezza la ragazza. Era troppo buio, tuttavia a Chat parve che le punte delle orecchie della giovane fossero di un vistoso rosso. Gli stava mentendo?
- Non mi avevi dato l'impressione di essere quel genere di ragazza - commentò acido il ragazzo.
Marinette strinse i pugni, chiudendo con forza le palpebre. Quel germoglio che era nato dentro di lei doveva venir estirpato il prima possibile. In qualità di Ladybug, l'eroina di tutta Parigi, non poteva permettersi quelle sbandate tipiche adolescenziali. In special modo se coinvolgevano qualcuno che aveva una visione così radicalmente differente dalla propria. Se c'era una cosa che aveva compreso in quei giorni passati con Char, era che non avrebbe cambiato facilmente idea. La convinzione del ladro e del proprio kwamii di dover distruggere le akuma era radicata in profondità. Vi era una ragione solida, che lei non poteva comprendere.
- Chat, saresti disposto ad interrompere tutto quello che fai? - chiese Marinette con un sussurro.
- Certo che no! C'è un motivo se faccio quello che faccio! - protestò lui con vigore, confermando i dubbi della ragazza. - E adesso che c'entra questa domanda? -.
Marinette stava per rispondergli, quando un fascio di luce li accecò entrambi. Successivamente, una rete, di quelle che venivano normalmente utilizzate per pescare, si avvolse attorno al ragazzo, facendolo cadere oltre la ringhiera. Come al rallentatore, la ragazza vide il ladro scivolare nel vuoto con un'espressione confusa e allarmata al tempo stesso. Allungò una mano urlando il suo nome e precipitò con lui.

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