Giorno 22 - Le due coccinelle si incontrano

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[Marinette]
Una luce luminescente iniziò a ricoprire il corpo di Roger partendo dal petto. Il suo fischietto, come se fosse la fonte di quel fenomeno, era leggermente sollevato e fluttuava a pochi centimetri dal petto del poliziotto. I suoi collaboratori lo fissavano confusi, ignorando completamente sia me che Chat. Dal canto suo, il ladro era rimasto incantato ad osservare la scena, non pensando minimamente di poter sfruttare l'occasione per fuggire. Con orrore vidi un'armatura formarsi attorno al corpo del capo della polizia. Scariche di oscurità lo attraversavano, come fornendo energia al processo. Avvertii i peli delle braccia rizzarsi e un brivido percorrermi la spina dorsale. I segnali che mi trovavo al cospetto di un'akuma.
Il nome, sussurrato, del mio kwamii non era giunto alle orecchie di Tikki. Avevo bisogno del suo potere per affrontare Roger, ma se l'avessi chiamata, tutti avrebbero capito che io e Ladybug eravamo la stessa persona.
Due suoni, simili a quando si spara un laser, anticiparono i familiari bracciali Rossi e blu che andarono ad attaccarsi ai polsi di uno degli agenti. La trasformazione era completa, e stavolta sembrava perfino più forte della prima.
- Coma è possibile? - mormorai a fil di labbra. - L'avevo purificato...-. Ricordavo perfettamente la farfalla candida uscire dall'oggetto durante il nostro ultimo scontro.
- Signore, cosa sta succedendo? -. Un giovane in divisa stava cercando disperatamente di rimuovere le manette dal collega. Per lo sforzo aveva lasciato cadere il cappello.
- Missione prioritaria: catturare Chat Noir - disse Roger con voce robotica. Con uno scatto si voltò verso il ladro, alzando entrambe le braccia. Facendo forza su tutti e quattro gli arti, il ragazzo si scansò con un balzo.
- Signore, si fermi! -. L'agente afferrò i guantoni metallici del superiore con l'intento di bloccarlo. Con una facilità estrema, questo lo scagliò lontano, facendogli sbattere la testa contro una macchina parcheggiata lì vicino. Presi dal panico, i colleghi decisero che era meglio darsela a gambe. Roger li colpì uno dopo l'altro, ammanettandoli con quei bracciali luminescenti. Diede un unico ordine: - Catturate Chat Noir - e tutti gli agenti si scagliarono con il biondo ladro.
Osservai la scena impotente, stringendo i pugni talmente forte da lasciarmi i segni delle unghie sui palmi. Senza Tikki non potevo fare nulla.
Potresti usare nuovamente il mio potere.
Una figura dai colori tenui comparve al mio fianco. Non appena incrociai lo sguardo con lei, i suoni dell'esterno si fecero ovattati e, come se qualcuno avesse messo in pausa un video, i movimenti rallentarono fin quasi a congelarsi. Man mano che il mondo perdeva i suoi colori, assumendo le tonalità del bianco e del nero, la figura guadagnava nitidezza.
La ragazza non doveva essere molto più vecchia di lei. Aveva i capelli color pece tagliati in un caschetto che le ricadeva leggero sulle spalle bruciate dal sole. Il top bianco di lino era tenuto legato dietro al collo da fili dorati. Gli stessi fili che contornavano la cinta e la gonna candide che lasciavano scoperti i piedi nudi. Due bracciali semplici facevano sembrare estremamente esili i suoi polsi, nonostante i muscoli asciutti delle braccia. Sorrideva solare nella mia direzione, con una mano allungata affinché io la prendessi.
- Chi sei? - chiesi sospettosa. Ero abituata alla magia di Tikki, ma quella sembrava avere un'origine diversa.
La ragazza ritirò l'offerta, fissando con triste nostalgia la scena bloccata davanti a noi.
Quindi ora è questo il tuo aspetto.
I suoni non provenivano dalla sua bocca, nonostante si muovesse per articolarli. Erano tutti nella mia mente.
- Chi sei? - ripetei con maggiore convinzione.
Accantonando quell'aria di triste nostalgia che le aveva modellato il volto, la sconosciuta tornò a concentrarsi su di me con solarità.
Meskenet. Una delle precedenti... com'è che ti fai chiamare adesso? Con l'indice poggiato sulle labbra, la ragazza parve concentrarsi per ricordare un termine complicato. Ladybug, giusto? Sì, sono una delle precedenti Ladybug. Anch'io ho conosciuto Tikki e combattuto a suo fianco, esattamente come te. Oh mamma! Con l'età sto diventato una chiacchierona.
Ero confusa. Profondamente e sinceramente confusa.
Non mi credi vero? Meskenet iniziò a muoversi, agitata. Nella tua epoca non si crede negli spiriti e negli dèi come nel mio tempo. Comprendo possa essere difficile immaginare che l'anima di qualcuno vissuto molti anni prima si manifesti. Aaahhh, che situazione complicata. Il tempo a disposizione è poco e io dovrò utilizzarlo per trovare un modo per farmi credere. In queste situazioni ci vorrebbe lui. Almeno con la sua parlantina avrebbe potuto rendersi utile.
Ascoltai il suo sproloquio in silenzio, osservandola spostarsi a destra e a sinistra, scompigliandoli i capelli e muovendo le mani a caso.
- Meskenet, giusto? -.
La ragazza si bloccò, ruotando verso di me.
Esatto! Gioì. Dea Coccinella e figlia del faraone.
Mi lascia scappare un sospiro ed un sorriso. - Questa cosa è assurda -.
Tikki mi aveva raccontato che molte erano state le portatrici precedenti a me, ed io stessa avevo potuto ammirare i geroglifici rappresentanti la Dea Coccinella. Ma che mi comparisse davanti era qualcosa difficile da elaborare.
- Come è possibile che l'akuma sia ancora preda dell'oscurità? L'avevo purificata -.
L'oscurità non si può estirpare del tutto. Essa sarà sempre presente come controparte della luce. È un po' come per i poteri della creazione e della distruzione. Opposti e indivisibili. Si completano a vicenda. La Coccinella altro non può fare che continuare a combattere per mantenere l'equilibrio. I suoi nemici continueranno a tornare.
Una dura rivelazione, che tuttavia in cuor mio avevo già elaborato. Come gli esseri umani, anche le akuma erano deboli di fronte all'oscurità e potevano venirne nuovamente assoggettate. Chat l'aveva capito prima di me. Per questo aveva deciso di eliminarle.
- Devo aiutarlo -.
Il ladro era congelato con un piede a contatto con il terreno e il corpo proiettato in una schivata. Gli agenti lo stavano circondando e Roger aveva sparato due globi rosso e blu.
Per questo sono venuta da te.
Il potere che hai usato, quando non riuscivi a percepire quello di Tikki, era il mio. O per meglio dire, è quello che ho ricevuto in dono da una divinità del mio tempo. Interferisce con la magia della creazione, ma può aiutarti quando quest'ultima viene ad esaurirsi.
Ricordai il racconto del mio kwamii. Quella sera mi aveva confidato con occhi lacrimevoli che le sue precedenti portatrici erano tutte scomparse. Il potere della creazione si era riversato nei loro corpi, troppo deboli per sopportarlo. Mi aveva detto che il fatto che anch'io l'avessi usato contro Le Dessinateur era il segnale che il processo era iniziato.
Tikki non aveva torto. È un potere che porta il tuo corpo ad accumulare energia fino a disgregarlo. Non accadrebbe normalmente, ma, come me, anche tu sfrutti il potere di Tikki. Combinati, creano un mix decisamente pericoloso.
Me lo disse con serenità, come se non stesse parlando della possibile morte di qualcuno.
Ma per proteggere chi ami, faresti questo e altro. Concluse, voltandosi per guardare Chat.
Mi porse nuovamente la mano e compresi il significato di quel gesto. Mi stava offrendo il suo aiuto. Accettarlo avrebbe voluto dire intraprendere la strada che stava facendo preoccupare Tikki. Ma Ladybug non poteva rimanere impassibile di fronte a quello che stava accadendo. Sia Roger che Chat aveva bisogno di lei.
Con i colori che iniziavano a tornare alla normalità di suoni che riguadagnavano vigore, strinsi quella mano.
Meskenet sorrise, chiudendo gli occhi.
Ricorda. Io e te siamo la stessa persona. Tu sei Ladybug. Io sono la Dea Coccinella. Anche se con nomi diversi, la nostra anima è una. Così come questo potere.
La ragazza scomparve e il mondo tornò a muoversi alla sua velocità.

- Bersaglio catturato -. La manetta rossa si agganciò al polso di Chat. Quella blu, invece, era ancora in arrivo. La mia scarpa si frappose, impedendo che il secondo bracciale si allacciasse al ladro.
- Marinette! -. Dalla finestra, Tikki arrivò in picchiata al mio fianco. Il piccolo kwamii aveva rovesciato i vestiti stirati, facendolo cadere addosso allo scontro. Prima che qualcuno potesse accorgersi di lei, la coccinella si nascose dietro la mia spalla.
- Un'altra akuma. Devi nasconderti e trasformarti -.
- Sicura di farcela? -.
- Non ti preoccupare -.
Corsi a lato della pasticceria. "Resisti, Chat". Mi trasformai non appena voltai l'angolo. Una sensazione estranea accompagnò l'intero processo.

[Chat Noir]
- Stavolta sei finito -. Roger, ad appena mezzo metro da me, sollevò il guanto metallico, pronto a far fuoco. Era troppo vicino perché potessi schivarlo.
Una macchia rossa gli saltò addosso, afferrandogli il braccio e piegandolo verso l'alto. Il colpo finì in aria, scomparendo nel cielo notturno.
- Ladybug, ancora tu - imprecò roboticamente il capo della polizia.
- Sempre pronta - rispose la ragazza. - Chat, invece di startene lì imbambolato, fa qualcosa! -.
Allungai il bastone e tolsi l'appoggio al poliziotto, il quale cadde rovinosamente a terra. Con una piroetta, Ladybug atterrò dolcemente al mio fianco.
- E bravo il mio gattino -. La ragazza alzò un pugno e io ricambiai il gesto.
- Ancora fianco a fianco, my lady? - le chiesi. Lei annuì, sollevando le spalle.
C'era una forza nuova nel suo sguardo.
- Se andiamo avanti così, potresti smettere di rubacchiare e fare coppia fissa con me - commentò lei.
- Oppure il contrario - la provocai io. Lei sollevò un sopracciglio come a rimproverarmi. Un'espressione che quel mese mi ero visto spesso venir rivolta.
- Marinette... -. Non lo domandai, perché sapevo di essere nel giusto. Ma nemmeno pronunciai quell'affermazione ad alta voce.

Il Gatto e la CoccinellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora