Giorno 11. Un ospite indesiderato

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Chat Noir

Mi svegliai molto presto quella mattina. Attento ad uscire dalla coperte e dalla stanza senza svegliare Marinette, afferrai il piccolo Plagg ancora addormentato e me lo trascinai dietro.

Il kwami nero sbadigliò e protestò per i miei modi a suo dire troppo bruschi. Si zittì non appena gli diedi una fetta del Camambert più buono - e puzzolente - che nascondevo in casa.

<Siamo in piedi presto, oggi. Come mai?> mi chiese masticando il formaggio e sputacchiando briciole giallognole addosso a me.

<Le Dessinateur viene qui. Oggi. Non posso assolutamente farmi trovare come Adrien> sbuffai. Il mio "amico", come gli piaceva auto-definirsi, amava entrare di soppiatto e prendermi alle spalle. Se non mi fossi trasformato in Chat Noir, avrei rischiato scoprisse la mia vera identità.

<Mi sta antipatico quel tipo. Perchè voi umani dovete circondarvi di persone del genere?> protestò il kwami scuotendo la testa severo. Feci una smorfia. Non era colpa mia se quel tipo mi girava intorno. Cioè... forse avevo la mia buona dose di colpa, ma non me l'ero di certo andata a cercare di proposito. Plagg non capiva che dopo un errore, non ero in grado di continuare come se nulla fosse accaduto.

<E con Marinette come pensi di fare?>.

<Le chiederò di rimanere in camera per un paio di giorni> risposi con un sospiro. Mi dispiaceva doverla obbligare a rintanarsi in quelle quattro mura, tuttavia non potevo rischiare entrasse in contatto con Le Dessinateur. Quel tipo era pericoloso.

<Non ne sarà molto contenta> commentò il piccolo gatto nero.

Scrollai le spalle. <In fin dei conti è sotto sequestro, quindi non ha molta voce in capitolo> specificai, ricordando al kwami il motivo per cui la corvina si trovava in quella casa.

<Pensi di tenerla qui ancora per molto?> mi chiese lui con una punta di un non-so-chè nella voce. Sembrava volesse alludere a qualcosa.

Io annuii sovrappensiero. Sentivo ancora che mi stava nascondendo qualcosa di importante. Dovevo scoprire ad ogni costo cosa mi stava nascondendo Marinette. Il mio sesto senso felino mi suggeriva che era qualcosa che dovevo conoscere ad ogni costo.



Marinette

Mmmm-mmmm

Mi rigirai sotto le coperte. Il mio movimento provocò l'alzarsi di un'inconfondibile profumo di menta. Riconobbi immediatmente quella fragranza. Era la stessa che percepivo ogni qualvolta Chat era nelle vicinanze.

Mi strinsi nella trapunta, poggiando il naso sul tessuto ed inspirando nuovamente quel profumo che ormai stava svanendo nell'aria. I miei occhi erano ancora chiusi e la mia mente non era ancora completamente emersa dai meandri di quel mondo evanescente in cui si veniva catapultati ogni notte.

Allungai timidamente una mano e tastai lo spazio vuoto lasciato dal biondino. Che ore erano? Come stava la sua ferita?

Pigramente mi girai nuovamente, sospirando pesantemente. Volevo tornare a dormire profondamente, senza pensieri ad occuparmi la mente. Si stava così bene tra le braccia di Morfeo.

Poi una leggera pressione mi fece scivolare verso il lato del letto vuoto. Qualcuno doveva essersi appoggiato. Scossi la testa, spostando i capelli dal viso.

<Adesso mi sveglio> biascicai con la voce ancora impastata dal sonno.

Un delicato tocco mi spostò anche l'ultima ciocca corvina dietro l'orecchio.

Chat è particolarmente dolce stamattina, pensai man mano che la nebbia si dipanava dal mio cervello. Ma proprio perchè ogni istante divenevo più lucida capii che qualcosa non quadrava. La sensazione che percepivo sulla mia pelle era diversa da quella che provavo di solito.

Il Gatto e la CoccinellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora