Giorno 17 - L'attacco di Roger Cop

259 15 0
                                    

[Chat Noir]
<Sicuro di potertene andare in giro senza travestimento?> mi chiese Plagg, mentre aprivo il frigorifero.
Poggiai su un piattino qualche quadratino di quel formaggio puzzolente di cui andava matto.
<Non ne posso più di portare la maschera tutto il giorno. Almeno a casa mia, vorrei poter stare tranquillo> risposi io, prendendo qualcosa anche per me.
<E se Marinette ti scopre?>.
Alzai le spalle. <Non importa>.
<Sei veramente strano> commentò il piccolo dio quantistico, lanciando in aria un pezzo di Camembert e mangiandolo in un sol boccone. <Fino a poco tempo fa sembrava che—>.
Un accecante fascio di luce penetrò dalla finestra della cucina, accecandoci.
<Ma che——?>. Mi riparai gli occhi con il braccio e mi avvicinai al vetro per cercare di capire cosa stesse accadendo. A qualche metro da me si trovava uno di quei dati che la polizia usava spesso per illuminare i malintenzionati di notte. E non era l'unico: ne vidi altri due poco distanti. Tutti puntavano contro casa mia.
<Cosa diavolo sta succedendo?>.
<Non mi piace> mormorò Plagg, poggiandosi sulla mia spalla.
Una figura si avvicinò e sembrò alzare un megafono. La voce del capitano mi giunse amplificata subito dopo.
<Chat Noir, lo so che sei lì dentro. Esci immediatamente e fatti arrestare>.
D'istinto mi accasciai a terra, nascondendomi alla vista. Ero certo, tuttavia, che mi avesse visto per bene.
<Che ci fa qui quel tipo?>. Plagg scosse la testolina. <E come ha fatto a passare senza attivare nessun allarme?>.
Il gatto nero si librò, sbirciando fuori dalla finestra.
<C'è qualcosa di strano> mi fece notare.
Mi azzardai a sollevarmi un po'. Osservai bene il capo della polizia. Mi sembrava normale: solita divisa, solito cappello, solito portamento. Ecco, gli occhi erano diversi. Avevano una luce strana, quasi sinistra.
<Riconsegna la ragazza e vieni fuori> continuò lui.
La ragazza? Non intenderà mica Marinette?
<Doveva capire prima o poi> commentò Plagg. Mi voltai a guardarlo confuso. Lui alzò gli occhi al cielo.
<L'hai rapita, non ricordi? Dovevamo aspettarcelo che i suoi genitori avrebbe chiesto aiuto alla polizia> mi ricordò.
Plagg aveva ragione. Me n'ero completamente dimenticato.
Rapita... mi suonava strano persino pensarlo. Non consideravo più Marinette un ostaggio da un po'. Anzi, la sola idea che se ne sarebbe andata, in quel momento mi rattristì.
<Ehi, sveglia! Vedi di fare qualcosa>.
Tornai alla realtà. <Hai ragione. Plagg, trasformami!>.

[Marinette]
Avevo appena concluso di rassicurare Tikki, quando un fascio accecante mi investì in pieno. Riparandosi con il braccio, cercai di individuare la fonte di tale luce. Tre proiettori erano puntati sulla Villa e la stavano illuminando a giorno. Un uomo con un megafono pareva essere l'artefice di tutto. Lo riconobbi alla prima sillaba: il capo della polizia.
<Riconsegna la ragazza e vieni fuori!>.
Oh, cavolo! Sta parlando di me.
I miei genitori dovevano essere andati alla polizia, nonostante avessi tentato di rassicurarli. In fondo dovevo aspettarmelo: erano due settimane che non avevano mie notizie.
<Tikki>.
La piccola coccinella annuì decisa.
<Tikki, trasformami!>.
La sensazione familiare del potere del kwamii che riempiva il mio corpo mi provocò malinconia. Erano giorni che non mi trasformavo in Ladybug. Mi era mancato.
Insieme alla magia della coccinella, avvertì un altro tipo di energia propagarsi in me.

[Chat Noir]
<Complimenti, capo. Non avrei mai immaginato avresti scoperto dove mi nascondevo>.
Uscii allo scoperto, esattamente all'incrocio dei tre fasci luminosi.
Lentamente anche il capo della polizia avanzò; un ghigno sul suo viso.
<Come va la ferita, Chat?>.
Sibilai tra i denti, portandomi istintivamente una mano sopra al livido che ancora deturpava la mia carnagione.
<Cosa vuoi?> chiesi adirato, estendendo il mio bastone e posizionandolo pronto allo scontro.
L'agente fece roteare il fischietto che teneva legato intorno al collo.
<Ufficialmente sono qui per arrestarti e per salvare Marinette>.
Il fischietto iniziò a rilucere di una sinistra luce nera e viola. Essa si propagò ai guanti dell'uomo, che sembrarono mutare forma e assumere forme più metalliche e spigolose.
<Ma in realtà voglio solo eliminarti>.
Puntò il pugno chiuso verso di me e una piccola sfera blu luminescente venne come sparata dal guanto.
Stava per colpirmi quando venne deviata da uno yo-yo rosso e nero.
<Cosa sta succedendo qui?>.
Arrossii e il cuore iniziò ad accelerare il battito. Alzai lo sguardo e la vidi. Dopo tanto tempo, i miei occhi si posarono sulla super eroina coccinella.
Capelli scuri legati in due codine mosse dal vento, occhi color del mare vivaci e pieni di forza. Era lei, anche se diversa. Il costume era diverso. Non più la tutina rossa a pois neri, bensì una tinta unita scarlatta con le quattro estremità color pece. Anche la maschera seguiva il medesimo stile, e i basti che le tenevano i capelli in ordine leggermente più lunghi del solito.
Con un balzo atterrò delicatamente al mio fianco. Restrinsi il bastone e le feci il baciamano.
<Che bello rivederti, my lady>.
<Troppe confidenze, gattino>. Mi allontanò, spingendomi via con un dito.
<A cosa devo questo cambiamento?>.
Lei scosse la testa, ignorando completamente la domanda. Le sopracciglia corrugate mi fecero pensare non lo sapesse nemmeno lei.
<Ora basta parlare di queste cose. Dobbiamo pensare a lui>.
Il capo della polizia ci sparò contro altre due sfere, una rossa e una blu.
<Ladybug, cosa ci fai qui?>.
<Roger, cosa ti è successo?>.
Schivammo un altro paio di colpi, allontanandoci l'uno dall'altra e poi riavvicinandoci.
<Se tu non ci fossi...> mormorò l'uomo. Stava tremando dalla rabbia. <Se tu non ci fossi stata, la mia carriera andrebbe a gonfie vele!>. Con il viso distorto dalla rabbia, Roger sparò nuovamente una serie di sfere verso Ladybug. Lei piroettò su se stessa e si inarcò schivando i colpi con elegante agilità. Mi persi ad osservare il suo corpo snello e flessuoso, e non mi accorsi di essere il nuovo bersaglio del capo della polizia.
<E tu, Chat! Finalmente ti catturerò!>
<Chat!>.
La super eroina mi spinse via, venendo colpita al mio posto. Un bracciale luminescente rosso e un altro blu le comparvero intorno al polsi.
<E adesso, combatti con Chat>.
<Pfffttt! Figurati se la mia lady...>. Schiavi per un soffio un calcio che mi avrebbe colpito dritto sul mento. <Ma che-?>.
<Scusa Chat, il mio corpo si muove da solo>.
Con il bastone parai un colpi del suo yo-yo, ma venni comunque scagliato indietro.
Roger rideva, osservando la scena. Con una veloce occhiata notai il fischietto illuminarsi nuovamente e subito dopo i guanti metallici dell'uomo divennero più nitidi, come se stessero materializzandosi.
<My lady, hai visto?>. Le bloccai entrambe le mani e rimanemmo in stallo, in un gioco di forza.
<È un'akuma> mi disse lei, togliendo forza e facendomi perdere l'equilibrio. Si lasciò cadere sulla schiena e mi lanciò via spingendomi con un piede sull'addome.
Non avevo mai avuto a che fare con un'akuma che aveva già iniziato a possedere un essere umano. A parte Nathaniel, ma lui l'avevo trovato già trasformato.
<Dobbiamo scoprire dove si trova e purificarla>.
Scansai una serie di pugni ben assestati.
<Uff! Non avrei mai pensato di dover lavorare insieme a te> risi, pensando alle diverse visioni dei nostri kwamii: distruggere le akuma o purificarle.
<Chat!> mi rimproverò lei.
<Ho capito, ho capito. Scusami my lady>. La spinse via con il mio bastone e la vidi andare a sbattere contro uno degli alberi del giardino. Con uno scatto volai verso Roger. Preso alla sprovvista, lui non riuscì nemmeno a puntate i suoi guanti verso di me. Lo atterrai con il mio peso e gli strappai il fischietto dal collo.
<No!>. Un pugno mi colpì dritto in viso, facendomi cadere a terra. Persi la presa sul fischietto, che finì a qualche metro da noi.
<Chat!>. Con un urlo disumano, Roger mi afferrò per il colletto della tuta e mi sollevò da terra. Mi divincolai, cercando di liberarmi. Un casco blu semi-trasparente iniziò a comparire attorno alla sua nuca. La trasformazione stava avanzando inesorabilmente.
A piedi pari, lo colpì sullo sterno, facendogli perdere il respiro. La sua presa si allentò e ne approfittai per svincolare via da quella morsa.
<Cataclisma!>.
Con la mano stesa in avanti, mi lanciai verso il fischietto. Avrei distrutto quell'akuma una volta per tutte.

[Ladybug]
Il contatto con il tronco mi fece mancare il fiato.
Chat mi aveva colpito con troppa forza. O forse ero io ad essermi un po' arrugginita.
Nonostante ciò, il mio corpo si alzò per continuare a combattere. L'ordine di Roger era ancora attivo.
<Maledizione! Sono io quella che comanda qui> sibilai tra i denti cercando con tutta ne stessa di oppormi. I muscoli tremavano per lo sforzo.
<Nessuno può dirmi cosa fare>.
Improvvisamente avvertii il potere di Tikki scomparire dal mio corpo. Con orrore abbassai le pupille, ma vidi la tuta ancora al suo posto. Cosa stava succedendo?
<No!>. Alzai il viso all'udire l'urlo di rabbia di Roger. Chat aveva attivato il Cataclisma, il suo attacco speciale, e si era gettato sopra al fischietto. Quasi mi parve di sentire il richiamo di aiuto dell'akuma. Quella piccola farfalla di luce non aveva colpa. Era stata corrotta ed era preciso compito di Ladybug purificarla e donarle nuovamente la libertà.
Dovevo fermare Chat. Non potevo permettergli di distruggere quell'akuma.
Con enorme sforzo iniziai a correre verso il ragazzo. <Fermo!>. Allungai le braccia, frapponendosi tra lui e il fischietto. I suoi occhi si spalancarono per la sorpresa.
Le sue dita, circondate dal colore caratteristico del suo potere, sfiorarono i bracciali luminescenti con cui Roger mi aveva ammettano. Questi scomparvero, assieme alla magia del kwamii della distruzione e ad uno dei pallini sull'anello del biondo.
Afferrai il fischietto e rotolai a terra, stingendolo a me.
<Ladybug!> urlarono entrambi, ma le mie orecchie isolarono i rumori esterni. Cercai di richiamare il potere della creazione di Tikki. I miei palmi iniziarono a brillare della stessa luce del mio scontro con Le Dessinateur.
Bastarono pochi secondi, e una farfallina bianca uscì dall'oggetto, svolazzando felice nella notte.
Roger cadde a terra, esausto a causa dell'energia che l'akuma malvagia gli aveva prosciugato.
<Ladybug!>. Chat fece per avvicinarsi, ma li bloccai. Avevo il respiro affannato e goccia di sudore mi imperlavano la fronte. Gli angoli del mio campo visivo stavano già iniziando ad oscurarsi.
<Riportalo a casa>.
Il ragazzo mi fissò dubbioso.
<Immediatamente> ordinai.
Lui scattò sull'attenti. Sollevò di peso il capo della polizia e lo poggiò sulle proprie spalle. Mi lanciò un'ultima occhiata preoccupata. Mi costrinsi a sorridere. <Cosa succede gattino?>.
Si morse il labbro, combattuto, ma si avviò verso l'uscita della villa. Non appena fui certa che si fosse allontanato, annullai la trasformazione.
<Marinette, cosa hai fatto!?>. Tikki fu immediatamente al mio fianco.
<Non lo so nemmeno io> bofonchiai a fatica. Non provai nemmeno ad alzarmi: sarebbe stato inutile.
<Perché non hai usato il mio potere?>.
<Non sono riuscita a percepirlo>.
Collassai sul giardino di Chat, con la voce preoccupata del kwamii che mi rimbombava nella mente.

Il Gatto e la CoccinellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora