Meskenet entrò come una furia nella sala del trono. Suo padre, ingioiellato e rilucente come una divinità, se ne stava seduto nell'alto della sua scalinata, in quel trespolo da cui poteva guardare dall'alto tutti coloro che si susseguivano in quella stanza.
<Adorata figlia! Cosa ti turba?>.
Il faraone accolse la ragazza, invitandola a prendere posto al suo fianco. In quella seggiola che Meskenet aveva sempre guardato con disprezzo. Quella dove suo fratello stava abituandosi a sedere quando lei non era a palazzo.
<Avevi promesso che avresti concesso ai lavoratori più ore di riposo> l'accusò la scura, puntandogli addosso i suoi grossi occhi blu.
<Ed è quello che ho fatto> rise il padre.
<Non mentire! Sono appena stata al cantiere>.
Meskenet afferrò il padre per il pendaglio dorato che gli circondava il collo.
Le guardie imperiali si irrigidirono, pronte a farsi avanti con le lance sguainate.
Il faraone li bloccò con un segno delle dita, ordinando di lasciarlo solo con la figlia.
Meskenet lasciò il padre, pensando di poter finalmente avere una conversazione decente con il genitore.
Ma il faraone le circondò il collo con una mano, sbattendola contro il trono dove era seduto qualche secondo prima.
La ragazza sentì mancarle l'aria. Il genitore avvicinò il viso a quella della figlia, sputandole addosso parole cariche di veleno.
<Non ti azzardare mai più a rivolgerti a me in quel modo. Io sono il faraone. Tu sei una donna inutile e di nessuna importanza. Solo perché ti concedo qualche "capriccio", non significa che puoi pretendere alcunché>.
Meskenet strinse i denti, ricambiando con rabbia lo sguardo del faraone. <Presto sarò io la regina. E allora...>.
Il faraone le diede uno schiaffo talmente forte da farle fischiare l'orecchio.
<Tuo fratello regnerà dopo di me, non tu!>.
La ragazza si morse il labbro. Lei era la legittima erede al trono d'Egitto. Suo nonno aveva lasciato a lei la reggenza del paese. Doveva solo raggiungere la maggiore età. Anche gli dei avevano dato il loro benestare.
<Non puoi andare contro il volere del grande Ra>.
<Io stesso sono un dio in terra. Nessuno avrà da ridire. Guardie!>.
I due uomini di prima tornarono nella sala del trono. Si concessero solo un istante per osservare la scena.
<Insegnatele qual è il suo posto>.
I due si scambiarono un'occhiata. Il più anziano, un uomo sulla quarantina con il pizzetto e corti capelli neri, prese la figlia del faraone per un braccio. La spinse giù senza grazia nè maniera.
Meskenet, prima ancora di essere una nobile, era una donna. E il faraone aveva appena ordinato di trattarla come tale.
La guardia si leccò lascivo le labbra, screpolate dal caldo sole d'Egitto. Adorava le giovani. Le loro carni erano particolarmente succose.
<Lasciami andare!> urlò Meskenet, divincolandosi. Non aveva alcuna intenzione di recare piacere a quell'uomo. <Lasciami andare subito!>.
<È stato tuo padre ad ordinarlo> gli rispose la guardia, stringendo ulteriormente la presa.
<Non si trattano così le belle fanciulle>.
L'uomo si bloccò, riconoscendo all'istante quella voce. Si volse furioso.
Appollaiato su una delle aperture c'era Khalid, il ladruncolo amico della principessa. Una vera spina nel fianco per il loro faraone.
<Sei venuto qui per farti arrestare?>.
Il ragazzo ghignò, saltando a terra. <Sono venuto a far visita al mio destino> disse. Fece L'occhiolino alla ragazza, notando il livido scuro sull'occhio destro. Strinse le labbra in una linea dura e tesa.
Quel bastardo...! pensò, sapendo bene che doveva essere opera del faraone.
La guardia gli rispose con espressione beffarda. <Il faraone ha ordinato di farle ricordare qual è il posto di una donna>.
Khalid spalancò gli occhi. Il verde delle sue iridi lampeggiò sinistramente.
<Oh oh! Il nostro ladruncolo si è arrabbiato> lo schernì la guardia.
Meskenet fissò preoccupata il ragazzo. Se si fosse inimicato ulteriormente le guardie imperiali sarebbe stato un problema.
Usando il braccio che le stava tenendo come perno, la blunetta si sollevò e circondò con le gambe il collo della guardia. Preso alla sprovvista, l'uomo la lasciò andare. Continuò con la rotazione, facendo perdere l'equilibrio alla guardia.
Khalid colse la palla al balzo: colpì allo stomaco l'uomo.
<Maledetto ladruncolo>.
<Andiamocene>. Il ragazzo la prese per mano e se la portò dietro oltre l'apertura.
Precipitando nel vuoto, la figlia del faraone urlò un'imprecazione.
STAI LEGGENDO
Il Gatto e la Coccinella
FanfictionParigi è alle prese con un ladro abilissimo e di cui non si sa nulla, se non il suo nome: Chat noir. La polizia non riesce a fronteggiarlo. L' unica che sembra riuscire a tenergli testa è una supereroina arrivata da non si sa dove: Ladybug. Una ser...