NdA. Finalmente sono riuscita ad aggiornare!! ^^
Scusate l'attesa, ma questo capitolo non ne voleva proprio sapere di farsi concludere ^^"Buona lettura :)
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Marinette
Mi sentivo la testa estremamente pesante. Un po' come tutto il corpo, a dire il vero. Sembrava ci fossero pesi appesi ad ogni mio singolo muscolo. Persino le palpebre protestarono vigorosamente quando tentai di sollevarle.
Lentamente la viva luce del giorno iniziò a ferirmi le pupille. I miei profondi occhi blu reclamavano l'oscurità come se quella fosse la loro casa.
Impiegai qualche minuto a mettere a fuoco ciò che mi circondava.
Dove mi trovavo? Cosa era accaduto? La mia mente non possedeva le risposte a quella domanda. Anzi. Più cercavo di teovare una risposta, e più il sordo dolore sul retro della nuca aumentava.
《È sveglia!》.
Una macchia di capelli biondi entrò nel mio campo visivo, accompagnata da un paio di iridi verde acceso. Per la precisione due paia di iridi color smeraldo. Una di queste, però, apparteneva ad un piccolo gatto nero. Ed era stato lui a parlare poco prima.
《Marinette!》.
Cercai di sollevarmi con i gomiti, ma non avevo un briciolo di forza in corpo. Ripiombare sul materasso servì però a svegliarmi per bene.
《Attenta. Non ti sei ancora ripresa》 mi disse Chat, tenendomi giù con una mano.
Indossava la maschera nera di plastica dell'ultima volta. Non era trasformato, ma aveva comunque optato per un look total black. Gli donava.
《Cosa... cosa è successo?》 chiesi, cercando di rimettere insieme i pezzi. Stavo fronteggiando Le Dessinateur. Volevo salvare...
《Dov'è Tikki?!》 esclamai allarmata. Cercai la coccinella in giro per la stanza, ma non la vide da nessuna parte.
《Chi è Tikki?》. Chat mi fissò confuso. A fianco del suo orecchio, Plagg scosse la testa, suggerendomi di tacere. Mimò con la bocca le parole "Sta bene". Il cuore ancora accellerato. Mi concessi un sospiro di sollievo. Mi sarei poi fatta spiegare tutto dal kwamii della sfortuna.
《Marinette?》. Chat aspettava ancora la mia risposta. Dall'angolazione delle sue sopracciglia ipotizzai che non dovesse aver visto il mio kwamii. Allora, forse, c'era la possibilità che non avesse scoperto la mia identità segreta.
《Ehm... chi?》. Sperai di parere più convincente di quanto mi immaginai.
《Tikki》.
《Tikki chi?》.
《L'hai detto tu prima》.
《Io?》.
《Sì》.
《Non mi ricordo》.
Chat gonfiò le guance offeso come un bambino.
《Cosa mi è successo?》 chiesi per dirottare la conversazione.
《Sei rimasta senza conoscenza per tre giorni》 mi spiegó Plagg. Sembrava parecchio irritato.
《Tre giorni?》.
《Cominciavo a preoccuparmi sul serio, puuuurrrr-incipessa》confermò il ragazzo.
《Aspettate un attimo》. Finalmente riuscii a mettermi a sedere. Presi le tempie tra le dita, sperando così di smorzare il dolore che mi martellava persistente. 《Ricordo solo che stavo fronteggiando Le Dessinateur, poi... vuoto》. Un'immagine poco chiara di una luce calda e rassicurante mi balenò per un istante alla memoria.
《Quando sono arrivato, Le Dessinateur non c'era già più 》 mentì Chat.
Lo capii dalla gocciolina di sudore freddo che gli percorse il retro della mandibola. Lo capii da come evitava accuratamente il mio sguardo e dal modo in cui si torturava le dita delle mani.
《Chat》.
Plagg ridacchiò, accomodandosi sulla spalla del suo portatore.
Il biondo si morse il labbro inferiore, valutando se continuare a mentire oppure no.
《Ero distante》 iniziò. Lo invitai a continuare. 《Ho visto Le Dessinateur aggreddirti. Poi le tue mani...》.
《Le mie mani?》. Mi sembrava di stare cavandogli fuori le parole a forza.
《Le tue mani hanno iniziato a brillare》.
Iniziai a ricordare la scena. Le Dessinateur che mi stava stringendo la gola. Io che annaspavo in cerca d'aria. Il calore che avevo avvertito sui palmi delle mani. E poi l'oscurità dell'akuma aveva abbandonato il suo corpo. La farfalla di nuovo candida si era allontanata nella notte, lasciando il rosso senza alcun potere.
《Ho... ho purificato l'akuma...》bisbigliai sconvolta. Come avevo fatto a utilizzare i poteri della coccinella senza Tikki? Non era nemmeno vicino a me. Non mi ero nemmeno trasformata.
《Esatto》constatò Plagg, ora visibilmente nero. E non perchè era un gatto nero. Era nero di rabbia.
《Come è potuto accadere?》chiese Chat.
《Io... io non lo so...》.~~~¤~~~
[Tikki e Plagg - tre giorni prima]
Plagg attese che Adrien si fosse addormentato. Dopo aver riportato Marinette alla villa, non aveva voluto lasciarla un attimo. Stranamente non aveva posto alcuna domanda al dio quantistico. Ma lui sapeva che l'umano macinava. E quando avrebbe concluso di riflettere, avrebbe preteso delle risposte.
Voló fino al sotto tetto. Una mansarda ormai non più utilizzata. Erano anni che nessuno saliva lì sopra. I mobili erano coperti da teli ormai grigi per ripararsi dalla polvere. Quei tre centimetri di pulviscolo si erano quindi depositati sul pavimento di legno e su tutto ciò che erano riusciti a raggiungere.
Tikki era poggiata al piccolo poggiolo di marmo dell'unica finestra. Quella notte, la costellazione della coccinella riluceva di una strana sfumatura rossa.
Il kwamii la fissava sconsolata e preoccupata.
《Sta succedendo di nuovo》le disse Plagg, prendendo posto di fianco a lei.
La coccinella rimase in silenzio, persa nei suoi pensieri.
<Cosa pensi di fare?>.
Di fronte all'ennesimo silenzio, Plagg scoppiò d'ira. <Tikki! COSA PENSI DI FARE!?>.
Prese la piccola coccinella per le spalle e la obbligò a guardarlo.
<Nulla> biascicò lei trattenendo a stento le lacrime.
Il gatto nero rimase basito di fronte a quella risposta. Marinette rischiava la propria vita e Tikki non aveva intenzione di fare alcunché.
<COME NON FARAI NULLA?!>.
La coccinella spinse via il kwami nero, alzandosi in piedi. I grandi occhioni blu risplendevano alla luce della luna, velati da un sottile strato di lacrime.
<Ladybug purifica il male nel mondo. Io non posso oppormi al destino mio e di ogni portatrice che affianco> sussurrò, trattenendo a stento la disperazione.
I legami erano nati per uno scopo ben preciso: proteggere il mondo dal male e mantenere l'equilibrio.
Il compito della coccinella era combattere per purificare l'oscurità, ma al contempo era colei che donava la vita: possedeva il potere della creazione. Mai avrebbe potuto toglierla.
E questo Tikki l'aveva ben spiegato ad ogni portatrice che si era succeduta nella storia. Marinette inclusa. La ragazza aveva accettato il fatto, rassicurando il piccolo kwami che sarebbe stata abbastanza forte da spezzare questo circolo vizioso di dolore e rammarico. Le aveva promesso che non l'avrebbe abbandonata e Tikki aveva finito per crederci lei stessa. Ma nel profondo lo sapeva. Sapeva che sarebbe accaduto.
<Quando si sveglierà dovrai spiegarle cosa le sta accadendo> l'avvisò Plagg, grave. <Ed io dovrò spiegare tutto a Adrien> concluse il gatto nero. Odiava quella parte. Quando doveva mettere Chat Noir al corrente che la sua amata Ladybug avrebbe finito per distruggersi con le sue mani. Ma per quale assurdo motivo ogni Chat Noir che si susseguiva nella storia doveva immancabilmente innamorarsi della portatrice del miraculous della coccinella?
<Aaahhh! Odio tutto questo!> scoppiò Plagg.
Tikki gli accarezzò le spalle comprensiva. <È dura per entrambi>.
Il piccolo gatto nero la scostò bruscamente. <È colpa tua! Se mi avessi dato ascolto, non saremmo arrivati a questo punto. Non di nuovo>.
La coccinella sospirò, rassegnata. Forse il suo compagno kwami aveva ragione. Ma lei non voleva in alcun modo recare danni alle akuma. Non era colpa loro se erano state tramutate in farfalle dell'oscurità. Non meritavano di scomparire.
<Spiegherò tutto a Marinette. Deciderà poi lei se continuare ad essere Ladybug oppure no> si arrese infine Tikki. Sapeva già, però, che la ragazza non si sarebbe tirata indietro.
<Spero solo non sia troppo tardi> borbottò Plagg.
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Il Gatto e la Coccinella
Fiksi PenggemarParigi è alle prese con un ladro abilissimo e di cui non si sa nulla, se non il suo nome: Chat noir. La polizia non riesce a fronteggiarlo. L' unica che sembra riuscire a tenergli testa è una supereroina arrivata da non si sa dove: Ladybug. Una ser...