Capitolo 5

17.1K 922 106
                                    

"Genevieve" disse Mr. Frank camminando verso di dopo aver fatto il mio ingresso nell'aula di inglese.

Alzando lo sguardo notai il suo robusto corpo avvicinarsi sempre di più; i suoi passi sembravano affannosi e senza entusiasmo. I suoi occhi apparivano molto più stanchi del giorno precedente. Dal suo sguardo capii subito che la conversazione che sarebbe iniziata gli era stata imposta. Appariva infatti obbligato a parlare con me.

"Vorrei che mi perdonassi per ciò che è successo ieri," sospirò con voce monotona. "Ero fuori di me e sapevo che avrei dovuto leggere quell'email che mi era stata spedita".

Annuii leggermente mostrandogli un falso quanto necessario sorriso.

Mr. Frank si concesse una breve pausa per poi tornare a parlare con la sua solita voce monotona, "Bene, spero potremo continuare questo semestre senza altri problemi".

Sorrisi nuovamente. Questa volta, però, alzai lentamente la mano e alzai debolmente il pollice in segno di approvazione. Mr. Frank annuì e tornò alla sua cattedra.

I ragazzi continuavano ad entrare nell'aula, parlando animatamente tra loro come al solito. Gradualmente, iniziai ad avvicinarmi allo stesso banco che avevo occupato il giorno prima. Ammetto che mi sarebbe piaciuto sedermi negli ultimi banchi in fondo alla classe se non fosse stato per il fatto che l'unico banco disponibile fosse stato quello vicino al banco di Harry.

Non avevo per niente l'aspetto di una ragazza che moriva dalla voglia di vederlo. Odiavo il fatto che stesse diventando sempre più fastidioso e ciò che era successo a pranzo mi aveva fatto capire che ormai aveva superato il limite. Cosa gli dava il diritto di prendersi gioco di me riguardo alle mie amicizie e di essere sempre presente nella mia vita oppure a scuola? Era solamente una persona arrogante e non volevo avere alcun genere di relazione con lui. Avrei infatti preferito rimanere completamente senza amici piuttosto che andare d'accordo con un coglione come Harry Styles.

Mentre toglievo un quaderno dallo zaino, notai che il ronzio di voci non era cessato affatto. Tuttavia non mi importava se i ragazzi avrebbero iniziato a pensare che ero una secchiona soltanto perché avevo preparato le mie cose prima del suono della campanella. A me importava soltanto di essere pronta per l'inizio della lezione.

L'inglese era l'unica materia che mi piaceva davvero a scuola. Come sempre, avevo la possibilità di esprimermi attraverso un foglio di carta o comunque su qualcosa su cui si potesse scrivere. Ero l'unica studentessa su tutta la classe che era in grado di far sentire la propria opinione senza necessariamente parlare. Potevo esprimermi liberamente e non mi importava cosa le gente pensasse o dicesse riguardo a me. Mi piaceva rendere pubbliche le mie idee in modi sempre più creativi.

Essere muta mi ha resa in grado di vedere il mondo in una maniera del tutto diversa. La gente appariva così diversa dopo averla studiata per un po' e ciò lo preferivo di gran lunga al fatto di inventare personaggi con la mia testa.

Tirai fuori una penna dalla prima tasca del mio astuccio ed iniziai a scrivere il titolo (già scritto alla lavagna) e la data sulla parte alta del foglio. Una cosa che mi piaceva da matti era smanettare con i miei quaderni. Se non fossi mai stata così rigorosa nei confronti di me stessa probabilmente sarei stata una persona tremendamente incasinata, in tutti i sensi.

"Hey, ciao bellissima" echeggiò una voce vicina a me.

Senza nemmeno alzare lo sguardo capii subito di chi potesse trattarsi, dopotutto quella voce era diventata un punto costante della mia routine quotidiana. Inizialmente avevo pensato fosse dolce e anche in un certo senso calmante ma dopo un po' mi sono resa conto che iniziava ad infastidirmi. Tenni gli occhi fermi sul foglio di carta di fronte a me continuando a fissare il titolo dell'argomento che avremmo affrontato quella mattina.

Speechless [H.S.] (Ita) IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora