Capitolo 18

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Dopo un po’ mi allontanai leggermente da Harry. Il suo corpo mi riparò dall’aria gelata.

“Torno subito” mormorò, “Puoi accompagnare Toby alla macchina?”.

Abbassai lo sguardo sul bambino e subito mi scontrai con i suoi occhi pieni di panico e confusione. Annuendo lentamente presi la mano di Toby. Harry ci passò accanto lasciandomi la chiavi.

“Stai bene Genevieve?” chiese Toby mentre camminavamo mano nella mano verso l’auto di Harry.

Annuii cercando di riacquisire la mia compostezza. Aprendo lo sportello feci sedere Toby richiudendo poi una volta che l’avevo sistemato. Mi accomodai poi sul sedile del passeggero e, subito, le lacrime iniziarono a rigare le mie guance malgrado decisi di ignorarle.

“Mi porterete all’asilo?” chiese Toby agitando le gambe.

Mi voltai, “Non lo so! Aspettiamo Harry e vediamo cosa dice”.

Toby annuì. Io tornai alla mia precedente posizione prendendo un profondo respiro. Ora mi era finalmente chiaro il fatto che avevo disperatamente bisogno di Harry. Era il mio punto di forza, ma anche la mia debolezza. E ciò è un problema.

Se non avessi mai iniziato a relazionarmi con lui, sarebbe stato tutto completamente diverso: avrei passato i prossimi anni del liceo cavandomela in qualche modo, ma sarei rimasta sola. Sarebbe stata una cosa inevitabile. Ma con Harry ero vulnerabile agli attacchi e non avrei potuto relazionarmi con qualcuno se non con lui. Insomma, è tutto un casino.

Come l’occhio del ciclone. Quando entrambi ci trovavamo al centro di questo tornado tutto era calmo, ma se uno dei due faceva un solo passo in più, questo equilibrio si sarebbe spezzato.

“Ho parlato con Miss Able” disse Harry entrando in macchina ed interrompendo i miei pensieri.

Mi voltai e lo vidi mostrarmi un debole sorriso.

“Non devi tornare in classe” sussurrò spostandomi i capelli dagli occhi, “Miss Able dirà che ti sei sentita poco bene”.

Annuii e tornai a guardare Toby, il quale guardava me e Harry con sguardo interessato. Senza toccare le rose, Harry posò il mio zaino sulle mie gambe. Quando lo fece, il mio intero corpo gelò.

Era tornato in quella classe e aveva preso la mia roba per poi portarmela, ciò significava che aveva incontrato Lindsey e il suo gruppo di ‘amici maligni’.

Posai lo zaino ai miei piedi e mimai, “Come hai fatto a recuperare la mia roba?”.

Harry sorrise e mise in moto la macchina, “Non pensarci” poi si voltò verso Toby, “Sei pronto per andare all’asilo?”

Toby annuì con un grosso sorriso in volto. “Può accompagnarmi anche Genevieve?”

Harry uscì dal parcheggio e mi rivolse un occhiata veloce aspettando una mia risposta. Sorrisi ed annuii. Mentre continuavamo per la nostra strada Harry mise la mano tra di noi tenendo il palmo rivolto verso l’alto. Sapevo cosa voleva ma non ero sicura di essere pronta. La sera prima avevo detto a mia madre che credevo di essere innamorata di lui ed ora era chiaro che anche lui provava qualcosa per me.

“Andiamo Toby” , disse Harry aprendo lo sportello al fratello.

Uscii anche io dall’auto, aspettando pazientemente sia Toby che Harry. Quando finalmente entrambi mi raggiunsero presi la mano di Toby, il quale si trovava tra me e Harry.

“Sei contento di andare a scuola oggi?” chiese Harry guardando il fratello.

Toby annuì e ridacchiò, “Oggi abbiamo arte!”.

Speechless [H.S.] (Ita) IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora