Capitolo 9

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Con la mano velocemente digitai la combinazione del mio armadietto. Il corridoio stava già cominciando a riempirsi. Era ormai il primo mercoledì di scuola quindi la stanchezza e il fatto di alzarsi presto al mattino stavano iniziando poco a poco a fare parte della mia routine quotidiana. La felicità del ritorno a scuola era quasi svanita del tutto e i corridoi erano invasi da studenti con sembianze di zombie.

Quello era esattamente il mio genere di ambiente. A nessuno importava degli altri, tranne della persona che avevano accanto. Finalmente i vari pettegolezzi sulla nuova arrivata si erano placati e se ne erano creati di nuovi riguardanti altri argomenti.

Dopo aver aperto il mio armadietto iniziai a frugarci tra i vari quaderni e libri sistemati al suo interno.

“Hey tu” mi chiamò una leggera voce soprana.

Lentamente mi voltai e vidi una ragazza bionda che si dirigeva verso di me. Era una di quelle ragazze che frequentavano il mio stesso corso di inglese e che si divertivano a ridere di me durante il primo giorno di scuola. I suoi luminosi occhi blu erano circondati da un incredibile distesa di trucco ed indossava un semplice vestito di colore blu chiaro. Tutto di quella ragazza si poteva definire impeccabile: il modo in cui camminava, il suo portamento, la sua pelle, i suoi occhi, i suoi capelli. Tutto ciò era perfetto.

Aveva chiaramente un certo peso all’interno della scuola e ciò lo capii quando vidi la gente spostarsi facendola passare mentre lei mi raggiungeva. Si mosse senza alcuna difficoltà.

Morsi nervosamente il mio labbro inferiore quando la vidi arrivare.

“Ciao” disse appoggiandosi casualmente all’armadietto accanto al mio. “Il mio nome è Lindsey”.

Le mostrai un timido sorriso e alzai la mano facendole un cenno di saluto.

“Ho visto Harry vicino alla tua macchina ieri e ho sentito dire che si è anche fermato a casa tua”.

Aggrottai le sopracciglia e inclinai leggermente la testa di lato. Quello era un chiaro segno di confusione da parte mia e, sapendo che lei non conosceva il linguaggio dei segni, adottai la tecnica degli sguardi per farmi capire.

Prima di specializzarmi nel linguaggio dei segni imparai il significato dello sguardo. Iniziai a mettere in mostra le mie emozioni tramite il mio viso così alla mia famiglia risultava più facile capire cosa stessi dicendo o pensando. All’inizio era un po’ strano ma poi imparai a capire che la parola non era l’unico modo per comunicare.

Le parole non servono quando conosci bene il volto di una persona.

“Le notizie corrono molto in fretta qui in città e noi sappiamo tutto Vive” disse lei ridendo, “Posso chiamarti così vero? Vive? Lo ritengo un soprannome tanto carino quanto sbrigativo”.

Lindsey fece scorrere giocosamente la sua mano sul mio braccio, quasi come se fossi stata la sua migliore amica. Probabilmente aveva capito che lei mi piaceva soltanto perché piaceva a tutti quanti. Le mostrai un chiaro quanto finto sorriso che lei non colse.

“Allora…so che sei muta quindi parlerò io mentre tu mi ascolterai”. La sua voce era talmente alta da attirare l’attenzione di alcuni studenti che ci passavano accanto, “Probabilmente ti avranno già detto che Harry è un idiota”.

Mi sporsi leggermente in avanti, facendole capire di continuare. Lindsey sorrise e ritornò al suo discorso. Lentamente si staccò dall’armadietto accanto al mio e iniziò ad incamminarsi attraverso il corridoio. Ovviamente la seguii.

Volevo sapere cosa aveva da dire su di lui. Naturalmente lo conosceva da più tempo di me quindi sapeva sicuramente delle cose che io non avevo ancora avuto modo di scoprire sul suo conto. Anche se era un po’ troppo rumorosa per i miei gusti, Lindsey aveva delle informazioni riguardanti Harry Styles ed io ero intenzionata a starla a sentire.

Speechless [H.S.] (Ita) IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora