La mano di mia madre accarezzò dolcemente i miei capelli nel momento in cui si sedette accanto a me sul divano ad osservare con occhi tristi le lacrime che stavano ancora scivolando giù per le mie guance. Eravamo rimaste in quella posizione da quando Caroline le aveva spiegato tutta la situazione. Non avrei mai potuto immaginare l’emozione che mia madre provò nel momento in cui ci raggiunse alla caffetteria. Gli occhi arrossati dalle troppe lacrime, i suoi capelli spettinati. Prima ancora di poter udire una singola parola, mi strinse in uno stretto abbraccio e mi sussurrò quanto dispiaciuta fosse.
Malgrado la mia aspettativa di vederla furente nei miei confronti, fui sollevata di vedere il suo moto di comprensione. Sembrava essere perfettamente a conoscenza del mio stato d’animo.
Una volta che fummo tornate a casa, raggiunsi subito il divano e lasciai che mia madre si sedesse accanto a me. Da quel momento non ci muovemmo più.
Provavo una strana sensazione nel piangere difronte a mia madre. Per anni ero stata io quella a confortarla a causa dell’abbandono da parte di mio padre. Ero abituata a tornare a casa da scuola e vederla seduta in cucina in lacrime e con un pasto poco cotto difronte a lei oppure, altre volte, mi capitava di ritrovarla in camera sua ad abbracciare uno dei molti maglioni di mio padre. Perfino le azioni più insignificanti sarebbero state in grado di riaprire le ferite del suo cuore ed io ero l’unica che poteva ricucirle.
Questa volta, però, ero io quella che aveva bisogno di avere le proprie ferite ricucite. Questa volta ero io quella che avrebbe dovuto trovarsi in lacrime difronte ad un pasto poco cotto oppure nella propria camera a stringere un maglione fra le proprie braccia. Comprendevo il dolore che stava provando. Mia madre aveva perso il proprio matrimonio, un lungo e felice matrimonio che si era concluso in modo disastroso e che non aveva lasciato altro che un inspiegabile dolore.
“Genevieve” disse mia madre rompendo il silenzio.
La sua mano scivolò giù per i miei capelli fino a raggiungere la mia mano, la quale stringeva una delle mie gambe in un inutile e insensato tentativo di trattenere le lacrime. Mentre continuavo a tenere gli occhi bassi, lei parlò di nuovo.
“Riusciremo a superare tutto questo” la sua mano si posò sotto il mio mento, sollevandolo per permettermi di guardarla negli occhi. “Insieme”.
Annuii e presi un profondo respiro per cercare nuovamente di scacciare le lacrime che si stavano ancora una volta formando nei miei occhi. Era arrivata l’ora di diventare forte, di provare che ero sufficientemente sicura di farcela malgrado il mio cuore infranto.
Mi alzai in piedi e mi diressi verso la cucina. Percepii mia madre fare la stessa cosa rimanendo però alle mie spalle. Posai le mie mani sul tavolo e presi un profondo e tremolante respiro.
Voltandomi verso mia madre mimai, “Vado a fare i compiti”
Lei rispose con un lieve sorriso ed un accenno di consenso. Era stata lei a preoccuparsi di andare a scuola e prendere le mie cose quando un insegnante chiamò l’ufficio di mia madre informandola che ero scomparsa dopo la pausa pranzo in mensa ma che la mia auto era rimasta nel parcheggio.
Mia madre mi raggiunse e avvolse le sue braccia attorno a me abbracciandomi una seconda volta. “Non devi preoccuparti della scuola” sospirò affondando il suo viso fra i miei capelli, “Ci tornerai solo quando ti sentirai pronta”.
Annuendo salii le scale con il mio zaino alle spalle. L’aria era fredda al piano superiore. Ero stata l’unica che abitava anche il secondo piano della nostra nuova casa quindi era normale trovare miei oggetti sparsi qua e là sistemati a livello decorativo oppure, più semplicemente, lasciati a terra a causa del fatto che ero troppo pigra per sistemarli.
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Speechless [H.S.] (Ita) IN REVISIONE
FanfictionLa storia che segue non é mia ma appartiene a Duckiilovesyou66. Questa é soltanto una traduzione quindi se ci fossero problemi per quanto riguarda la grammatica e l'ortografia sentitevi liberi di farmelo sapere. Buona lettura Xx. "It's been 14 years...