Capitolo 16

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“Lu, Finn” sussurrò Harry ai suoi fratelli, “È quasi ora di andare a letto, perché non iniziate a prepararvi?”

Sia Lucy che Finn si alzarono e iniziarono a frugare in giro per il primo piano della casa. La mia attenzione tornò su Tobias e leggermente gli scompigliai i capelli. La sua testa era appoggiata sulle mie gambe e ormai si era addormentato da un po’. I suoi capelli castano chiaro gli cadevano davanti agli occhi così glieli scostai accuratamente. Sentii lo sguardo di Harry su di me mentre passavo un dito sulla guancia del fratello. La sua pelle era morbida, libera da qualsiasi genere di difetto, i suoi occhi erano chiusi e le sue labbra erano leggermente dischiuse.

Dopo che Lucy e Finn se n’erano andati, Harry riprese a parlare, “Dovrei portarlo a letto” sussurrò portando una mano sullo stomaco di Tobias.

Eravamo seduti in salotto da quando ero arrivata qualche ora prima spendendo tutto il tempo a parlare. Lucy era affascinata dalle storie che le raccontavo e mi implorò di insegnarle qualcosa sul linguaggio dei segni e di fare un po’ di pratica. Finn era distante ma rimase comunque in salotto con noi, guardandoci con sguardo attento.

Annuii e portai le mani sotto il corpo di Tobias e lo strinsi al mio petto. Sospirò quando notò quel movimento, tuttavia non si svegliò.

“Posso prenderlo io” mormorò Harry quando mi alzai dal divano.

Guardando oltre la mia spalla scossi la testa, poi tornai a guardare Toby distribuendo meglio il suo peso tra le mie braccia. Non sembrava pesare molto ora. Harry si alzò dietro di me e posò una mano sulla mia spalla per guidarmi.

Fortunatamente la stanza di Toby era al primo piano. Nella stanza, poco illuminata, erano presenti due letti, uno grande ed uno adatto ad un bambino.

“Può stare nel mio letto per stanotte” sussurrò Harry spostando le coperte.

Mi concentrai sulla stanza: era completamente piena di giocattoli per bambini come dovrebbe essere dato un bambino dell’età di Toby. Poi, in un piccolo angolo, c’erano cose come uno zaino, dei vestiti, una giacca, insomma tutto quello che troveresti nella stanza di un teenager.

Posai Toby sul materasso, lui istantaneamente si mise in una posizione più comoda. Harry sistemò le coperte sul piccolo corpo del fratello. Io mi allontanai verso la porta e rimasi a guardarli entrambi.

Harry lentamente si inginocchiò al lato del letto e spostò i capelli che cadevano sugli occhi di Toby. Era strano vedere Harry in questo modo, inginocchiato di fronte ad un bambino mentre recitava il ruolo di padre. Harry si alzò e lasciò un leggero bacio sulla fronte del fratello.

“Buonanotte” sussurrò, “Ci vediamo domani mattina”.

Subito dopo Harry mi raggiunse. Quando mi passò accanto notai i suoi occhi stanchi.

“Vado a dare un’occhiata a Lu e Finn poi torno giù” spiegò.

Lo seguii fino al salotto, dopo di che presi posto sul divano mentre Harry spariva su per le scale. La casa che fino ad un momento fa ospitava i rumori dei bambino era ora completamente silenziosa. Malgrado il disordine della stanza era comunque un posto accogliente che sembrava sussurrare sia i momenti di felicità di quella famiglia che i momenti di panico. C’era anche un pizzico di tensione.

“Ti piace la casa?” chiese Harry mentre scendeva dalle scale, “Grazie per avermi aiutato con Toby”

Iniziai a muovere la mano, “Non preoccuparti, è un amore”.

Harry sbuffò e si accomodò accanto a me appoggiando la testa sul cuscino. Si voltò per guardarmi. Vidi la stanchezza nei suoi occhi ed in quel momento mi sentii nello stesso modo. Era stata una giornata snervante. Il pieno spettro delle emozioni umane aveva attraversato ogni punto del mio corpo quel giorno.

Speechless [H.S.] (Ita) IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora