Capitolo 11

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Uscii lentamente dall’aula della settima ora. Era stata una lezione terribilmente lunga ed agonizzante. Le domande sul conto di Harry che mi frullavano nella testa continuavano ad aumentare nello scorrere dei minuti. Nulla avrebbe mai potuto distrarre questi miei pensieri, fatta eccezione per un suono piuttosto rumoroso prodotto dalla campanella. Mi incamminai attraverso il corridoio, senza avere davvero la voglia di fermarmi al mio armadietto oppure ritornare a casa. Non ero pronta a rivedere di nuovo mia madre.

Dopo la ramanzina che mi era aveva fatto la sera precedente avevo cercato di evitarla quel mattino limitandomi ad uscire di casa mentre lei era distratta dal suo cellulare. In quel momento ero sicura che lei fosse a casa, aspettandomi per poter parlare a cuore aperto come facevamo ogni volta dopo una lite.

Ma questa volta era diverso, non volevo ascoltare i suoi consigli. Lei, come tutti gli altri, voleva che evitassi Harry ed io non ero sicura di poterci riuscire.

Spostai i capelli dietro le spalle e costrinsi me stessa a fermarmi al mio armadietto. I corridoi stavano già diventando stretti infatti alcuni studenti che si erano fermati a parlare dovettero spostarsi per non venire travolti. Ed era per questo che preferivo vedere la scuola deserta: potevi fare ciò che dovevi fare senza alcuna interruzione.

“Tutti gli insegnanti sono invitati a raggiungere l’auditorium per un colloquio di gruppo” echeggiò la voce del preside attraverso i megafoni.

Poco dopo, alcuni insegnanti si trovavano già nei corridoi e parlavano animatamente tra loro. Altri invece si fermavano a salutarmi mentre altri ancora mi ignoravano completamente.

Quando si allontanarono non rimase altro che il silenzio. Togliendo lo zaino dalle spalle mi accovacciai di fronte al mio armadietto e iniziai a cercare ciò che mi serviva nella grande pila di libri al suo interno.

“Bene guarda un po’ chi c’è Logan” echeggiò una profonda voce diretta a me.

Ignorando quel suono, diedi le spalle a chiunque avesse parlato e continuai a fare ciò che stavo facendo pregando che il ragazzo non stesse parlando di me malgrado fossi l’unica presente in quel corridoio.

“È la nostra piccola Genevieve” rispose una voce altrettanto profonda.

Sentii lo stomaco contorcersi a quelle parole ed impallidii per la paura. Velocemente presi il mio zaino e richiusi il mio armadietto. Volevo scomparire all’interno del metallo che lo costituiva, allontanarmi da quella situazione senza che mi venisse fatto del male ma subito persi ogni speranza.

Sentii una grossa mano posarsi sulla mia spalla. Era un ragazzo dalla grossa corporatura; la sua presenza dietro di me mi avvolse completamente. Ebbi la possibilità di sentire anche il suo amico, Logan, mettersi di fianco a me rendendomi completamente invisibile a chiunque sarebbe passato per di lì.

Deglutii rumorosamente e mi voltai per guardarlo in volto. Velocemente riconobbi il suo viso. Era quel ragazzo seduto con me a pranzo che aveva indicato per primo Harry. I suoi capelli biondi gli caddero davanti agli occhi, i quali continuavano a fissarmi. Normalmente trovavo gli occhi blu accoglienti e calorosi ma i suoi sembravano essere freddi come il ghiaccio.

Abbassai lo sguardo sul pavimento.

“Hey Vive” sussurrò nel mio orecchio dopo essersi sporto in avanti.

Il suo respiro era caldo, la sua mano rimase sulla mia spalla e il suo sorriso si fece sempre più largo. Logan invece aveva incrociato le braccia al petto e si era appoggiato contro un armadietto.

Non mossi un muscolo, il mio corpo era diventato freddo. Avevo bisogno di scappare e quella era la mia unica occasione per farlo. Nessuno sarebbe accorso in mia difesa, gli altri studenti se n’erano andati via e gli insegnanti erano alla colloquio. Dovevo cavarmela da sola.

Speechless [H.S.] (Ita) IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora