Capitolo 23

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Utilizzando la mano libera, spostai una ciocca di capelli dal mio viso. Avevo speso l’ultima ora a mostrare ogni più singolo ed orribile dettaglio del mio incontro con Logan e Ryan. Mia madre si sedette alla mia destra, rifiutandosi di allontanarsi malgrado le mie suppliche. Il suo viso era coperto dalle lacrime mentre disegnavo ciò che mi era accaduto. Una volta che l’ufficiale se ne fu andato, mia madre uscì dalla stanza e chiamò mia zia, lasciandomi così sola per la prima volta da quando avevo aperto gli occhi.

Riacquisii le energie a causa della breve dormita che avevo fatto mentre aspettavo l’arrivo del poliziotto. Tuttavia, non riuscivo ancora a credere di aver dormito per una settimana intera. Sapevo di essermi persa qualcosa ma, a quanto pare, nessuno voleva darmi informazioni. Potevo soltanto immaginare i pettegolezzi che sicuramente si stavano già aggirando tra i corridoi della scuola a causa della mia improvvisa assenza.

“Genevieve” la voce di Harry, insieme al rumore dei suoi passi, echeggiò in tutta la stanza.

Mi voltai per guardarlo meglio: i suoi capelli erano tutti scompigliati ed i suoi occhi erano colmi di stanchezza. Gli rivolsi un debole sorriso quando lo vidi sedersi di fianco a me tenendo gli occhi fissi sul mio volto. C’era qualcosa di diverso in lui quel giorno: i suoi occhi non sembravano essere soltanto stanchi, apparivano anche pieni di una riluttante poca speranza.

“C’è qualcosa che non va?” mimai facendo sparire lentamente il sorriso dal mio volto.

Harry mi rivolse un veloce sorriso, il quale si vedeva da lontano essere tanto forzato quanto falso.

“No, sono solo stanco” disse con voce contornata da una lieve sfumatura di falsità, “Come ti senti?”.

Sospirai e feci spallucce. Non ero sicura di come stessi realmente, ero soltanto felice di essere di nuovo sveglia.

“Bene credo” mimai, “Sono semplicemente contenta di sapere che sono di nuovo sveglia”.

Harry sorrise di nuovo ma, questa volta, mostrò un sorriso vero, “Anche io”.

Di nuovo, alzai la mano per mimare qualcosa, “”Grazie per avermi salvato la vita, Harry. Grazie per avermi protetta”.

Harry sorrise debolmente, “Ti proteggerò sempre”.

Detto questo, si sporse verso di me e premette leggermente le sue labbra sulle mie, lasciandomi provare gli ormai classici brividi.

Poi, sia Harry che io rimanemmo in silenzio per un po’, continuando a guardarci a vicenda. Volevo osservare ogni suo singolo movimento. Il modo in cui spostava i capelli dal viso, il modo in cui nervosamente mordeva l’interno della sua guancia, il modo in cui i suoi occhi ti fissavano, come se volessero vedere ogni parte di te, non soltanto la parte superficiale che vedono tutti. Il modo in cui giocherellava con le mani, volevo conoscere ogni parte del suo essere perché era lui la ragione per cui ero viva.

Senza di lui non avrei mai più avuto la possibilità di rivedere di nuovo il volto di mia madre, di vedere dove sarei finita nei prossimi anni. Lui era la ragione per la quale ero viva. Gli dovevo la vita e sapevo di volerla spenderla interamente con lui.

“A cosa stai pensando, amore?” disse Harry sorridendo e appoggiando una mano sul mio letto.

Alzando la mano libera, risposi, “A te”.

Mi aspettai di vedere un altro sorriso sul suo volto ma, invece, mi ritrovai difronte uno sguardo agonizzante, come se la mia risposta fosse stata per lui una pugnalata al cuore. Poi si voltò e allontanò la mano dal mio letto per infilarsela in tasca.

C’era chiaramente qualcosa che non mi voleva dire. Mi misi in una posizione più comoda e mi mossi parecchio, volevo che Harry si voltasse di nuovo verso di me.

Speechless [H.S.] (Ita) IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora