48. Attacco A Sorpresa

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MALIA POV:
Ero a casa mia, nel mio letto c'era Scott a petto nudo che dormiva beato, mi voltai verso di lui, gli toccai il naso e poi le labbra, mi misi a pancia in su, non riuscivo a dormire, pensavo a Lydia a Stiles nel suo strano comportamento ieri a scuola, e del fatto che gli occhi di Stiles si accesero di un giallo intenso quasi dorato, è del fatto che Scott cerca di non pensare a Stiles anche se ci soffriva molto e si vedeva.

Mi alzai dal letto prendendo i pantaloncini che avevo buttato a terra, presi un reggiseno e un t-shirt di Scott che accidentalmente aveva lasciato qui è uscí di casa, andai verso il bosco, è corsi, erano le 5 del mattino e io non chiusi occhio nemmeno per un minuto, presi a correre più veloce per svegliarmi  saltai sopra un masso e ululai anche se non era da me volevo provare, mi sederti sul masso guardandomi intorno, mi sentivo osservata, feci finta di niente.

Sentii dei passi in lontananza, c'era qualcuno che mi spiava, questa persona la sentivo più vicina, mi alzai di botto facendo uscire gli artigli e illuminando gli occhi
-Be come vedo stai bene Malia- vorrei così tanto strapparle la gola
-Monroe - dissi righiando
-be vedo che non ti abbiamo fatto niente- giravamo intorno l'una con l'altra, lei tenente in mano un balestra
-forse dovrei essere più cattiva un'altra volta -
-forse io dovrei smettere di fare la buona e lasciare che il mio istinto da cogliete ti strappi la gola- digrignai con i denti
-Malia vacci piano con le parole- con questa la rabbia si inpossessò di me, ruggí e andai per l'attacco, le graffiai un braccio, il sentire la carne lacerata mi portava un piacere immenso, Monroe corse verso di me schiavando ogni mio attacco e infilzando la mia carne con un pugnale, mi prese al fianco, è poi sul braccio, gemetti dal dolore, non ebbi il tempo di cadere che schioccò una freccia che si infilzò nella carne e nelle ossa della mia mano che era attaccata al tronco di un albero, gridai dal dolore, ne schioccò un'altra sul mio braccio intrappolato sul tronco, gridai più che potevo per farmi sentire, si avvicinò a me, mi prese per i capelli
-di il tuo ultimo addio - disse con disgusto, le morsi la mano strappandole un dito
-cazzo!!!!! - gridò tenendosi la mano, dal bordo della balestra mi colpí in faccia rompendomi il naso
-stronza muori!! - gridò puntandomi  l'arma in faccia, chiusi gli occhi,
-non mi piace quando si tratta così un mio parente- aprí gli occhi Derek?!!
-ma cos... - non finí la frase Monroe che Derek si scagliò su di lei
-vattene prima che ti uccida- ruggí in faccia a Monroe che era spaventata e arrabbiata allo stesso tempo, Derek la lasciò e lei corse via.

Derek viene verso di me
-farà male - disse prendendo una freccia
-fallo- dissi sofferente, me ne tolse una e strinsi i denti, prese l'altra è con un colpo deciso la tolse dal mio braccio, caddi a terra e appoggiai la testa sul tronco
-stai bene? - chiese mettendosi in ginocchio di fronte a me
-come facevi...... Facevi a sapere  dov'ero? - chiesi con la voce affannata
-perché ti ho sentito- disse sorridendo
-forza andiamo, hai bisogno di cure- mi prese sotto braccio e mi portò dentro la sua macchina
-ma Scott é a casa mia -
-lo so, andiamo da Deathon, quelle freccie  erano coperte di acconito blu-
-cioè? -
-strozza lupo per cogliote, molto potente, è per questo che devo portarti da lui -  vidi il buco nella mia mano e nel braccio, si stava chiudendo, ma intorno era tutto viola, è le vene erano blu acceso, mi faceva male la testa e il corpo, non riuscivo a muovermi, sentii gli occhi più pesanti e la voce di Derek lontana.

Non vidi più niente, non sentii più niente, mi sentivo vuota.

STILES POV:
Ero sdraiato a letto che mi muovevo di continuo, pensai alla sera precedente, Lydia, non vuole più stare con me, e tutta colpa mia, perché, perché devo essere così stupido?!.

Bussarono alla porta della mia stanza
-papà vai sto bene - dissi seccato, Bussarono di nuovo, mi alzai
-giuro su dio che se non la smetti...... -  aprí la porta trovandomi davanti Liam, adesso che cosa vuole
-perché sei qui? - chiese freddo
-ti devo parlare-
-Be io non voglio parlare - feci per chiudere la porta ma venne bloccata dal suo piede
-Liam se non lo levi giuro che te lo rompo-
-Stiles mi spieghi che cos'hai?, è perché ti comporti così con me? -
-Davvero lo vuoi sapere? - dissi aprendo di scatto la porta
-si- disse sicuro
-Be ieri Lydia mi ha lasciato, contento ora vai via -
-cosa?! -
-smettila di sorprenderti così tanto-
-perché ti ha lasciato? -
-non sono affari tuoi questi, ora vattene -
-non me ne vado se non mi dici perché - mi avvicina a lui rabbioso, sentii l'istinto di volerlo picchiare, ma non li feci, però si poteva intuire dal colore dei miei occhi
-sentii, è pure per colpa tua se Lydia mi ha lasciato, quindi non peggiorare le cose e vattene! - digrignai acido
-io cosa avrei fatto?!! - sentivo che si stava scaldando
-tu, tu non mi hai detto niente quando l'hai trovata piangere, è adesso pensa che a me non le importi niente di lei -
-Be non è colpa mia se qui qualcuno non si è accorto di niente! -  lo presi per la maglietta e lo spinsi al muro
-sentii non provare a dire che non mi importi di lei, perché adesso mi sta seriamente facendo incazzare quella tua faccia da bravo ragazzo - sentii i denti diventare appuntiti e le unghie uscire, Liam rimase fermo, sentivo la sua rabbia salire e scendere come se la stesse lottando
-Stiles ieri sera é venuta Lydia da me, stava piangendo, ma non mi ha detto niente, lei non vuole tornare a casa, e io non so cosa fare, pensavo che tu sapessi il perché - disse calmo, lasciai la presa sulla sua maglietta, la mia collera e la rabbia che nutrivo per lui scomparse del tutto, ma mi sentivo male a pensare a Lydia a casa di Liam, la mia rabbia si trasformò in dolore, mi sedetti al bordo del letto e guardai a terra
-Scusami per quello che ti ho detto prima, ma mi sono sentito minacciato e non lo pensavo - disse sedendosi accanto a me
-io non so come fare con lei -  continuò
- lasciala stare, finché non si sarà calma lasciala stare da te- Liam mi guardò come se fossi un Alieno
-perché? -
-be perché non dovrà più vedermi per un bel pò, è se questo la rende felice a me va bene - dopo un lungo silenzio
-ci tieni molto? - disse sorridendo
-io la amo a fare qualsiasi cosa pur di vederla felice, anche togliermi la vita se serve- guardai Liam, feci un piccolo sorriso
-sai, devo ammettere che sei un bravo ragazzo, scusa per prima -
-di niente - sorrise, sentivo il suo cuore accelerare, sentivo la sua felicità
-ora io devo andare, ci vediamo a scuola - disse prima di uscire, lasciandomi un piccolo sorriso.

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