51. Urla

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Attenzionin questo capitolo ci sarà qualche scena cruente, se siete persone leggermente impressionabili e meglio se non leggete.

STILES POV:

Stavo seguendo il suo odore, era molto forte l'odore della rabbia, è sono sicuro che sia lei.

Ero arrivato quasi di fronte casa mia, il suo odore era molto vicino più forte, passai di fronte casa mia, l'odore li era forte, ma più avanti continua un mix di odori molto forti, come la rabbia, la paura, il terrore, è molte altre, è poi una molto strana, il rimosso, non so da chi, ma è molto forte anche questo.

Sentii il mio telefono squillare, era mio padre
-che c'è papà? - chiesi in preda a panico
-Stiles dovresti venire a casa ora per..... -
-papà per ora non posso ci vediamo dopo- chiusi la chiamata senza lasciarlo finire, mi ferma di botto, del ciglio della strada c'era una macchina capovolta e distrutta,........ Era la macchina con cui quello era scappato con Lydia, scesi di corsa correndo verso il rottame
-LYDIA!!!! - urlai, mi misi in ginocchio cercando di aprìre lo sportello bloccato, con tutta la forza che avevo urlai staccando lo sportello dalla macchina, mi abbassai per prenderla ma...... non c'era dentro, non c'era nessuno, nel momento in cui non vidi nessuno le lacrime aumentarono, è se l'avesse uccisa, è se invece lei adesso..... NO, NO, NO lei non è morta.

Ricevetti un'altra chiamata mio padre
-papà sto arrivando - e chiusi e mi diressi in macchina, anche se una parte di me mi diceva di andare a cercarla, ma l'altra mi diceva che dovevo assolutamente tornare a casa, mi sederti sul sedile, buttai la testa sul volante e piansi, piansi, ero terrorizzato e arrabbiati di me stesso.

Posteggiai la macchina fuori, e presi le chiavi, uscendo, è chiudendo lo sportello con forza, aprì la porta di casa, e la chiusi alle mie spalle, spuntò mio padre che mi abbracciò
-ciao papà -
-mi hai fatto preoccupare tanto Stiles- lo strinsi forte, in questo momento avevo bisogno del suo abbraccio paterno, ero troppo distrutto, quato vorrei che Lydia fosse q..... La vidi sbucare dal salone e rimanere ferma a guardare me è mio padre, i miei occhi si inumidirono a vedere  che lei stia bene
-Ah te lo volevo dire ma tu.. - corsi verso di lei e la strinsi forte, stava bene, adesso lei stava bene, Lydia mi strinse
-mi ai fatto prendere un colpo - dissi guardando il suo viso rigato anch'esso di lacrime, le accarezzai una guancia, è la strinsi più forte, Lydia sorrise, ma poi si tolse subito,
-scusa, io,.... Io vado- prese la sue cose, ma la fermai
-Lydia non puoi tornare a casa tua, ormai li non sei più al sicuro e se vuoi ti posso dare il mio letto per dormire -
-Lydia é meglio per te che rimani- la trattenne mio padre, Lydia annuí con la testa,
-Stiles accompagna Lydia nella tua stanza - le feci segno di seguirmi.

-ecco se hai bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa, io sono giù, oppure se ti viene meglio mi chiami ok? -  presi le mie cose e scesi giù, è uscí dalla mia stanza chiudendo la porta alle mie spalle.

MALIA POV:

Stavo girando con le mani l'artiglio, un sacco di ricordi raffiorarono nella mia mente,
-Malia va tutto bene? - mi chiese Scott sedendosi a letto
-si, solo stavo ricordando la prima volta che li abbiamo combattuti-
-un'impresa - disse ridendo Scott, sorrisi
-Scott ma non hai paura? -
-di cosa? -
-di tutto quello che sta succedendo, è se le cose peggiorassero più avanti, cosa faremo? -
-bhe, noi cimbatteremo-
-é se non c'è la facessimo? -
-bhe almeno ci avremmo provato combattendo - gli sorrisi e lo baciai,  ci mettemmo sotto le coperte, Scott mi abbracciò I fianchi avvicinandosi a me, sentivo il suo respiro sulle mie orecchie, ma dava fastidio, infatti
-vuoi che mi metta io di fianco? - chiese a occhi chiusi, lui si girò e io come sempre lo abbracciai mettendo una gamba sul suo fianco
-buonanotte -
-notte - dissi addormentandomi in un sonno profondo.

LYDIA POV:
Guardavo il soffitto, è pensavo, per quanto durerà la nostra rottura, una parte di me e ancora arrabbiata con lui per quello che mi ha detto quella sera, ma l'altra è perdutamente innamorata di lui, però non mollerò, non posso a ogni sua affermazione brutta su di me già perdonare, quindi che sofra, è solo tutta colpa sua.

Mi girai d chiusi gli occhi, ma non riuscivo a dormire, li riaprí, sentivo una strana sensazione, una sensazione già provata prima, mi sentivo osservata, mi girai, ero al centro di una stanza, mi avevano ammattate le mani al soffitto, è in bocca avevo un nastro adesivo nero, provai ad urlare, mi dimenai per cercare di rompere le manette, ma niente, sentivo le lacrime scorrermi sulle guance, per arrivare al nastro adesivo, mi arresi, mi sentivo troppo debole, è senza accorgermene chiusi gli occhi.

Avevo un mal di testa atroce e mi facevano male i polsi, aprì gli occhi ero ancora incatenata, sentivo la presenza di qualcuno nella stanza, è sapevo benissimo chi era
- pensavate davvero di riuscire a sconfiggermi, bhe allora è meglio che facciate bene i calcoli, perché questa volta non avrò pietà di nessuno - la sua ombra si fece viva sotto la luce puntata su di me, quelle occhiaie rosse e più profonde, è quel sorrisetto come se avesse già vinto, mi squadrò meglio è più mi girò intorno guardandomi dalla testa ai piedi, si mise di fronte a me è con un colpo mi tolse lo nastro dalla bocca lasciandomi un bruciore alle labbra
-Allora come stai? - chiese alzandomi il mento
-non sei combinata tanto bene - disse come se fosse ovvio
-ti dico solo una cosa..... - mi strinse le guance facendomi strizzare gli occhi, avvicinò il sul viso e mi annusò, sentii il suo naso toccarmi l'orecchio lasciandomi un brivido in tutta la spina dorsale
-non avrò pace finché non sarete tutti morti - digrignò i denti sussurrando al mio orecchio ogni singola parola, una lacrima mi scese sulla guancia, lui la vide sorrise e poi la leccò, strizzai gli occhi e mi morsi le labbra sofferente,  chiuse gli occhi e abbassò la testa, li riaprí e mi guardò come se mi volesse mangiare
-ma adesso tu avrai di meglio da fare... - si tolse da me e mi baciò togliendomi le forze, questa volta non ero nella stanza ma sopra un letto che non era quello di Stiles, ero legata, mi divincolai urlando aiuto, ma ovviamente chi mai potrebbe venire a salvarmi se non io stessa, i nodi erano stretti e forti mi facevano un po male, vidi Stiles mettersi in ginocchio ai piedi del letto e guardarmi con sguardo assassino, in mano aveva un coltello, dietro di lui c'era il nogizune, che gli sussurrava delle cose all'orecchio, Stiles fece un sorriso spaventoso e mi guardò, si avvicinò a me, sapevo quali erano le sue intenzioni
-no ti prego Stiles. TI PREGO!!!!! - urlai divincolandomi, Stiles mi baciò, si mise sopra di me, afferrò bene il coltello e mi pugnalò allo stomaco, urlai dal dolore, fece uscire il coltello e mi pugnalò di nuovo e di nuovo... È di nuovo
-BASTA TI PREGO STILES BASTAAA!!!!! - urlai a squarciagola, sentivo il dolore sentivo quel coltello freddo dentro il mio corpo, era un dolore che nemmeno si poteva spiegare di quanto faceva male, il letto era ricoperto di sangue, mi uscí sangue dalla bocca, sul viso di Stiles c'erano Goccioline di sangue, sorrideva, mi prese il volto e mi tirò un pugno.......
Mi alzai dal letto e urlai come non mai, vidi Stiles e lo Sceriffo venire verso di me, Stiles si sedette dietro di me e mi abbracciò, continuai ad urlare
-Lydia, Lydia... Sssh ci sono io qui con te ssh - Stiles mi strinse e mi accarezzò i capelli, mentre lo sceriffo era seduto di fronte a me, la mia vista era offuscata dalle lacrime e dal terrore non smisi di urlare
-Lydia ssh, papà esci! - ordinò Stiles allo sceriffo che uscí contro voglia, Stiles mi baciò la testa mentre io abbracciai il suo braccio continuando ad urlare  singhiozzando, Stiles mi girò e appoggiolò la fronte contro la mia, non riuscivo a respirare, Stiles lo capí, mi accarezzò una guancia e mi baciò, subito smisi di urlare e riuscí a respirare, quando si staccò vedevo tutto offuscato
-Lydia......?!! -.

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