PRIMAVERA

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"Cosa facciamo? Dormiamo un pochino?"

"Ho un'idea migliore, Ermal"

Silvia si alzò, Ermal riuscì a contemplarla nella penombra mentre si muoveva sinuosamente verso il giradischi. Sì, nell'era del digitale Silvia aveva un giradischi. E lo usava. Quando lei tornò sotto le coperte, da quel giradischi arrivò la voce di Lucio Dalla. "Anna e Marco" bisbigliò Ermal abbracciando Silvia. Restarono abbracciati a canticchiare per un po', il tempo di tre, quattro canzoni. Poi Ermal chiese: "Ma a che ora devi uscire per andare al lavoro?" .

"Oggi non vado" rispose Silvia raggiante.

"Però quel lunedì avevi detto che lavoravi solo di mattina"

"Oggi mi sostituisce Barbara"

"Perché?"

"Perché io l'ho sostituita venerdì"

"Guarda a caso proprio il giorno dell'intervista eh?" sogghignò Ermal dandole un bacio sul collo.

Restarono ancora abbracciati, finchè finì il disco. "Le canzoni d'amore di Lucio spaccano il cuore" commentò Ermal. "Non ti piacciono?" "Mi piacciono troppo. Infatti mi distruggono", sorrise lui.

"Sai che" disse Silvia girandosi, in modo tale da poterlo guardare "Ho cercato due versi in tutto il vostro album, e non li ho trovati"

"Che versi erano?"

"Vorrei ricoprire il tuo corpo di blu per poter abbracciare un pezzo di cielo in più. Pensavo fosse una canzone"

"No, sono nati in quel momento. Magari un giorno saranno una canzone!"

"Tipo oggi?"

"Non penso. Sai io ci metto poco a scrivere una canzone, ma ci metto tanto a creare lo stato d'animo per scriverla. Ti faccio un esempio, tanto hai tempo no?" Silvia sorrise. "Hai presente un vulcano?"

"Certo"

"Ma sai, non tipo l'Etna. I disegni dei vulcani nei libri di scienze piuttosto"

"Sì dai"

"Ecco, sotto il vulcano vero e proprio c'è la camera magmatica. Solo che non è sempre piena, altrimenti il vulcano sarebbe sempre in eruzione. Ci mette del tempo a riempirsi e la pressione intanto cresce. Finchè a un certo punto basta pochissimo perché si sprigioni un'energia tale da far uscire il magma. E sai bene che non si possono prevedere le eruzioni, non sono regolari. Per me funziona allo stesso modo con le canzoni. Ci vuole tempo perché la mia camera magmatica si riempia, ma poi basta un niente perché venga tutto fuori."

"Io continuo a dire che essere Alberto Angela ha il suo fascino" scherzò Silvia.

Si alzarono, fecero colazione (Ermal si rese perfino disponibile a fare il caffè) e dopo qualche altro bacio si salutarono. Quando Ermal chiuse la porta dietro di sé si sentiva come se tutte quelle farfalle che aveva nello stomaco stessero facendo volare anche lui.

Nelle settimane seguenti Silvia ed Ermal iniziarono a fare tutte quelle cose che fanno i giovani innamorati all'inizio della loro storia. Uscivano spesso, andando a mangiare insieme in pausa pranzo, o andando al cinema nelle serate uggiose, o passeggiando nei bei pomeriggi, e più di qualche volta passarono delle notti infuocate a casa di Silvia. Quando non si vedevano facevano delle lunghissime telefonate. Insomma, era tutto perfetto. L'esplosione della forza vitale della primavera si rispecchiava nei loro stati d'animo. I fiori, i colori, i profumi, i suoni della natura che tornava alla vita erano gli stessi del loro amore.

I La Fame di Camilla stavano facendo un'intervista per un blog di musica. Ermal si stava quasi annoiando, e preferiva ricordare i momenti con Silvia piuttosto di ascoltare quell'intervistatrice dalla voce stridula. Però quando lei si rivolse direttamente a lui non potè più sperare che Dino, Lele e Giovanni rispondessero al posto suo. "Chi di voi è Ermal?"

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