Ermal aprì la porta, ma si rese conto di essersi dimenticato anche le chiavi. Suonò il campanello sperando di non svegliare nessuno, e infatti quando Rinald gli aprì erano già tutti svegli. Entrò in casa e stava andando dritto alla tastiera, ma sua sorella dalla cucina lo chiamò: "Ermal! Non abbiamo ancora parlato da quando sei tornato, dove scappi?". Allora lui appoggiò la chitarra e la raggiunse in cucina, abbracciandola e dandole un bacio sulla testa prima di sedersi anche lui. "Dove sei stato?" chiese lei spalmando la marmellata sul pane. "In spiaggia, ho scritto una canzone", rispose lui con nonchalance mentre si versava il caffè. "A proposito di canzoni, ha chiamato Teresa mentre eri fuori, le ho detto che l'avresti richiamata una volta a casa, ho fatto bene vero?" . Ermal sorrise e annuì, aveva la bocca piena. Non aveva realizzato di avere così tanta fame fino a quel momento. Fu l'ultimo ad alzarsi da tavola, gli altri dovevano tutti andare a lavorare. Raggiunse finalmente la sua tastiera, la spolverò accarezzandola e iniziò a suonare. Non funzionava. Si accorse che era staccata la spina, quindi si mise carponi e attaccò la presa, sbattendo la testa nel tentativo di rialzarsi. Quando finalmente poté suonare si rese conto che si era dimenticato le parole della prima strofa. Dov'è quel foglio?, pensò svuotando le tasche. Ah già, l'ho lasciato nella chitarra! Si alzò, aprì la tasca piccola della borsa della chitarra e prese il foglio, facendo cadere della sabbia sul pavimento. Ecco com'era! Non vado via, sarò qui sempre... Allora in che tonalità siamo? Li ho scritti gli accordi per la chitarra vero? ... sì, eccoli qui, LAm, MIm, Fa ... okay... Tornò alla tastiera, trovò gli accordi di quella tonalità che gli sarebbero serviti, poi diede loro il ritmo che aveva in testa, da lì sviluppò la melodia di accompagnamento, e poi iniziò a cantare. Quando alzò la testa dai tasti bianchi e neri, si accorse che era quasi mezzogiorno. Scattò in piedi e andò in cucina per preparare da mangiare alla sua famiglia che tornava a casa per la pausa pranzo. Mentre l'acqua per gli spaghetti bolliva sparecchiò dalla colazione, nella foga di comporre la sua nuova canzone aveva lasciato tutto indietro. L'ultima ad arrivare fu sua sorella, che chiese: "Allora, novità da Teresa?". "Cazzo, Teresa! Mi sono completamente dimenticato!". Si fiondò in camera cercando il cellulare e digitò subito il numero. Tornò in cucina con un'espressione trionfante: "Sabato sera suoniamo al Plaza" . "Dai siediti che diventa freddo" disse sua mamma. "Già che sei lì Ermal, prendi il sale?" chiese Rinald. Ermal capì che era meglio lasciar stare, facendo mezzo sorriso e continuando a canticchiare. Quando tutti uscirono di nuovo chiamò Dino:
"Pronto? Ciao Ermal!"
"Ciao Dino, tutto bene?"
"T'apposto!"
"Senti, riusciamo a trovarci oggi per provare?"
"Oggi? Ma non sei mai stanco tu... dopo una settimana a Sanremo... come mai?"
"Teresa non te l'ha detto? Sabato sera suoniamo al Plaza."
"Fantastico! Allora proviamo domani mattina?"
"In realtà io vorrei suonare oggi... ho scritto una canzone"
"Strano" , scherzò Dino.
"E quindi vorrei farvela ascoltare e bisogna aggiungere la batteria almeno e il basso..."
"Va bene, mi alzo dal letto e inizio a prepararmi... a che ora?"
"Per me anche subito", rispose Ermal entusiasta, "Chiamo gli altri, ci vediamo lì tra un'ora che mi sa che dormono ancora anche loro!"
Dino sbadigliò: "Sai com'è, dopo una settimana a Sanremo si tende a recuperare il sonno arretrato, ma tu scrivi canzoni!" . I due risero e si salutarono.
Ermal cercò i fogli in cui aveva scritto le bozze delle partiture per pianoforte, chitarra e basso, cosicché Giovanni e Dino avrebbero potuto suonare subito con lui, e trovare la forma completa e definitiva di quel brano. Si diede una sistemata oscillando tra la camera e il bagno, prese la chitarra, le chiavi (questa volta me le ricordo!) e uscì. Fece la strada più lunga, perché voleva passare nel luogo in cui aveva visto, o pensato di vedere, quella persona. Ma non la vide. Le mattine seguenti si alzò alle sei per vederla e seguirla su quell'autobus. Un giorno non la vide, quello dopo l'autobus era troppo affollato e arrivò al capolinea prima di accorgersi che lei era scesa, quello successivo la aspettò più di mezz'ora, poi scese alla fermata giusta ma la perse tra la folla, finalmente il venerdì la vide entrare nella stazione di TeleBari. Si mise su una panchina lì vicino e cantò con la chitarra per i passanti. Gli piaceva guardare la gente passare, ognuno così impregnato di storie e di vita. Gli piaceva sentire l'aria fresca e profumata di mare accarezzargli la pelle. Gli piacevano i giochi di luce che i rami di un albero che si stava timidamente affacciando di nuovo alla vita creavano sull'asfalto. Ripensò alla sua nuova canzone, Crescere, e a come fosse stato istintivo e energico suonarla con la sua band in quei giorni. Lele aveva proprio dato il ritmo che ci voleva, e Giovanni era un chitarrista eccezionale, anche se davanti a lui non lo avrebbe ammesso. Dopo un po' di tempo, non avrebbe saputo dire quanto, dei piedi si fermarono davanti ai suoi. Alzò la testa e ... seguì le snikers bianche, poi i jeans blu che abbracciavano i suoi fianchi, la felpa grigia in cui si stringeva una donna infreddolita. Le mani conserte erano arrossate per il freddo, e c'era un piccolo anello che le illuminava. Lo sguardo di Ermal intercettò i capelli biondi e ... no... quegli occhi di cielo... sì... era lei. "Ho aperto casualmente la finestra dell'ufficio e ti ho sentito cantare... ci conosciamo vero?" . Ermal fu momentaneamente colto da afasia, per fortuna aveva la chitarra così almeno sapeva dove mettere le mani, che sono utilissime fino a quando non inizi a parlare con qualcuno che non conosci. "Ehm.. sì, penso di sì, ci siamo visti a Sanremo, no?" "Certo, sei il cantante di La Fame di Camilla giusto? Mi ricordi il tuo nome?" "Ermal" disse lui sorridendo "Silvia" rispose lei ricambiando il sorriso. "Bene Silvia - pronunciò il nome compiacendosi perché si era ricordato il nome e l'aveva riconosciuta quella mattina - domani sera La Fame di Camilla suona al Plaza, pensi di voler venire a sentirla?" .
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9 Primavere
FanfictionErmal Meta è il frontman della rockband sconosciuta più famosa d'Italia, ancora non sa dove lo porteranno le 9 primavere successive, ma sa che alla musica, suo grande sogno e riscatto, non rinuncerà mai. Lo accompagneranno colleghi musicisti che div...