39•capitolo -Ritorno al passato pt.2-

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Stef:

4 anni prima:

Le mie gambe cominciarono a correre senza sosta. Non sentivo neppure il peso della corsa, né il dolore alla milza, sentivo solo pressione alla bocca dello stomaco dopo ciò che avevo visto. E, non appena arrivai all'uscita della villa, misi le mani sulle ginocchia e cercai di respirare, ma invano. Le lacrime cominciarono a scendere dai miei occhi, dato che, gli avevo impedito di farlo fino a quel momento. Il peso di ciò che avevo visto, lo sentivo propagarsi in tutto il corpo. E più cercavo di calmarmi, più non ce la facevo.
Volevo dimenticare tutto, ma più ci pensavo, più sapevo che Chris era troppo per me per essere dimenticato. Perciò, mi misi seduta su di uno scalino, le mani sul viso e cominciai a singhiozzare senza prendere fiato. Troppo il peso opprimente da non poter neppure più respirare. Quando ormai, avevo prosciugato tutte le lacrime, mi alzai per andare a cercare Giulia così da tornare a casa ma, nel momento in cui feci un passo, gli occhi di Chris si inchiodarono ai miei. I miei battiti accelerarono di colpo, e mi sentii proprio come se mi avessero dato un pugno alla bocca dello stomaco.

"Stef, ti ho cercata... ti ho cercata dappertutto" Stava respirando a fatica e i suoi occhi cercavano i miei. Ma stavo troppo male per poterglieli concedere. Tutto quel tempo ad aspettare il nostro momento, tutti i suoi abbracci dove continuavo a sperare in un NOI futuro. Era stato schiacciato in una sola sera, o almeno era quello che avevo pensato in quell'istante. Ma le cose non andarono esattamente così...

Lo sentivo blaterare, parlare a raffica, ma io non ce l'avevo la forza di starlo a sentire. Non ce la facevo ad ascoltare dalle sue labbra che, come al solito, mi ero sbagliata a crearmi speranze su noi due. Perciò, decisi che per una volta non me ne fregava nulla delle sue spiegazioni e che invece avevo bisogno dei miei spazi per assimilare tutto e farmene una ragione.
Girai la testa e il busto per andarmene, ma come dicevo, le cose non andarono esattamente come avevo pensato nella mia testa. Non ebbi il tempo di lasciarmelo alle spalle, perché lui mi strinse il polso con forza, mi fece roteare verso di lui e i suoi occhi si riuscirono ad incastrare ai miei. Leggevo rammarico e pentimento, ma non glielo avrei voluto leggere, perché in quel momento avevo paura lui potesse provare pena per me. La ragazzina, la piccola Stef, innamorata del suo migliore amico da sempre. Non voleva vedermi soffrire, e forse era dispiaciuto per questo.

"Stef...", mormorò vicino al mio viso. La sua voce era spezzata, come se volesse trasmettermi qualcosa solo pronunciandolo.

"Cosa vuoi, Chris?" Sbottai d'improvviso, come non avevo fatto per cinque anni. Ero stata muta, non avevo fiatato e mi ero tenuta il mio sentimento dentro. Ma quando hai una bomba così grande dentro, prima o poi esplode. E io ero esplosa urlandogli contro il mio risentimento. "Non ti sto dicendo niente, non sono arrabbiata con te, solo con me stessa perché... perché ci ho continuato a sperare come una stupida. E va bene tutte, ma proprio lei? Proprio lei Chris?" I miei occhi ora erano lucidi, ma non piangevo. La disperazione ce l'avevo dentro, e non volevo fargli pena piangendogli il mio sentimento non ricambiato davanti. "Non mi devi niente, solo che ora mi devi lasciare ..."

Ma Chris non mi diede nemmeno il tempo di finirla la frase che, senza nemmeno accorgermene, mi mise una mano sulla nuca e con forza mi portò sul suo viso. I suoi occhi che collimarono con i miei, le sue labbra ad un soffio e il suo respiro accelerato che si infrangeva sul mio volto.

"Stef...". Lo disse ancora il mio nome, che uscito dalle sue labbra mi diede miriadi di sensazioni, ognuna delle quali era impossibile da spiegare. La sua bocca che si posò sulla mia per la prima volta dopo cinque anni in cui lo avevo desiderato. E lo sentii il mio cuore esplodere, e il mio stomaco fare capriole. E il calore del suo corpo mi avvolgeva, mi fece rinascere una seconda volta. E allora li, capii, che nulla sarebbe mai stato paragonabile. Perché lui era qualcosa di unico e le sue labbra lo erano, e il suo odore lo era, che in quel momento, si stava mischiando al mio e nulla aveva più senso a parte lui e me. Eravamo solo Chris e Stef, io e lui, e nessun rumore a far da sottofondo, e nessun altro odore, e nessun altro colore.

Da soli, insieme! (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora