59•capitolo -Torna da me-

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Io più ci provo ad andare avanti, più sento questo peso che mi trascina sempre più in basso. Non riesco a vivere senza Stef, non penso che ci riuscirò mai. Devo dimostrare alla donna che amo che, nonostante lei non è più con me, la sua morte sarà rivendicata. Lo devo fare per il mio amore verso di lei, a costo anche di farmi vent'anni di galera, io li ammazzerò quegli stronzi che me l'hanno portato via.

Sono passati due giorni da quando ho visto Gaia, e da quel l'epilogo della serata con Olivia, la quale non si è più fatta vedere. Forse sì è risentita per averla cacciata proprio mentre stava per farmi un servizietto, ma lei non può capire e io la capisco.

Esco dalla mia roulotte, mi guardo intorno e subito la vedo. I suoi occhi si spostano verso di me, non ha la solita aria sfacciata, questa volta sembra essere imbarazzata. L'imbarazzo non le appartiene, la conosco poco, ma quel poco mi ha portato a capire questo.

La saluto, alzo la mano e lei, stringendo le guance, alza la mano a sua volta.

"Ciao Olivia..." e mi avvicino a lei, mentre la vedo indietreggiare di qualche passo. Non posso perdere tempo con lei, anche perché aspetto la chiamata di Gaia per andare a casa sua.

"Ciao..." si limita a dire.

"Mi dispiace per l'altro giorno!"

Annuisce lievemente e si gratta la nuca.

"Non preoccuparti..."

Nel frattempo che pronuncia l'ultima frase, il mio telefono prende a squillare, lo prendo dalla tasca e vedo il numero di Gaia. Mi appresto a rispondere sperando che lei mi dica di andare da lei. Ha sempre rimandato il nostro piano, si sente in colpa verso il padre nonostante ciò che ha fatto, e la capisco: è pur sempre suo padre.

"Ehi, Gaia!"

Mi allontano da Olivia per non far sentire la conversazione, anche se lei mi sta ancora osservando.

"Chris, ciao, senti..." la sento sospirare e la immagino mangiucchiarsi il labbro nervosamente. "Se vuoi... cioè... mio padre è piuttosto alticcio stasera, quindi sarebbe il momento giusto!" La sento sussurrare, forse per paura di essere sentita da suo padre.

"A che ora passo?"

"Alle 23... non fare tardi, ti aspetto!"

Annuisco come se lei potesse vedermi, un sorrisetto laterale si affaccia sulle mie labbra e porto la mano tra i capelli.

Rientro nella roulotte, mi sdraio sul lettino, le mani che trattengono il viso e un pensiero costante: vendetta.

Le ore passano, mi addormento pure nonostante l'adrenalina che scorre nelle mie vene e la vedo, come ogni volta che chiudo gli occhi, lei è lì.

"Torna da me"

Le sussurro sperando lei possa sentirmi. E lei mi sorride, quei sorrisi, gli ultimi che mi ha fatto sinceri. Ma sono ancora pieni di paura, forse ha paura anche da morte di tornare da me.

"torna da me"

La supplico col cuore in gola, mentre sento delle lacrime trasparenti lasciare il mio viso.

"Non piangere amore mio, io sono sempre con te. Non ti lascio mai solo!"

La sua voce, quella che non sento da due mesi, i brividi nella pelle. È come se fosse qui, ma in realtà non c'è perché il suo profumo non lo riesco a sentire.

"Perché mi hai lasciato solo?"

Tiro su col naso e lei mi guarda ancora, accarezza il mio viso con delicatezza, poggia le sue labbra sulle mie e io spero che tutto questo sia vero.

Da soli, insieme! (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora