Epilogo

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17 anni dopo:

Sono successe tante cose in diciassette anni, tante emozioni, ma quella più importante è stata la nascita di Alfredo.
Quel bambino ha portato gioia e serenità nella nostra vita, ha ristabilito gli equilibri, laddove tutte le cose accadute ci avevano devastato. E ora io e Chris abbiamo una vita invidiabile. Certo, ammetto, che quando rimango sola con me stessa, penso a Giulia e a Mario, a tutto quello che hanno fatto, a come ci hanno fatto soffrire, alle botte subite. Certe cose neppure il tempo riesce a cancellarle per sempre, ma l'amore ha sovrastato l'odio.

Adesso sono a casa insieme a mio figlio, il quale mi sta dando una mano perché sto organizzando una serata per me e per Chris. Voglio fargli una sorpresa, non gli ho detto che questa sera saremo soli. Quando Alfredo mi ha detto che sarebbe andato ad una festa con la sua ragazza, ho capito che finalmente era arrivato il momento, quello che abbiamo aspettato per anni.

"Alfredo..." lo richiamo, mentre sta spostando il tavolino al centro della sala da pranzo. Lui con i suoi occhi azzurri, quasi identici ai miei alza gli occhi verso di me e mi fa un accenno di sorriso.

"Non va bene qui, 'Ma?" Indica il posto in cui ha appoggiato il tavolino.

"Si va benissimo. Volevo solo dirti di non fare troppo tardi stasera e di farti sentire non appena arrivi...". Ormai non è più un ragazzino Alfredo, ma per me è sempre il mio bambino e l'idea che lui possa andarsene in giro da solo mi fa preoccupare ugualmente.

"Si, lo so... stai tranquilla, mamma, torno presto!" Fortunatamente per me, Alfredo non è un ragazzo ribelle, anzi, lui capisce il disagio che provo perché, anche se non sa esattamente tutto ciò che è successo, io e Chris lo abbiamo informato che prima che lui nascesse non ho avuto una situazione facile. Che vivevo con uomo cattivo che mi faceva del male, ma non siamo entrati nei particolari. Per questo motivo Alfredo cerca sempre di non farmi preoccupare più del dovuto e informarmi quando farà più tardi del normale.

Quando finalmente abbiamo finito di aggiustare la tavola, con una candela al centro, una tovaglia rossa, Alfredo decide di andare a prendere la sua ragazza, mentre io, rimango nel tavolino ad aspettare Chris che torni da lavoro. Onestamente non vedo l'ora di vederlo, oggi ho bisogno di stringerlo ancora più degli altri giorni, soprattutto perché sono in ansia per ciò che voglio domandargli e non so come potrebbe prenderla lui. Sono passati anni da allora, e lo so che non ha senso proprio adesso, ma voglio farlo.
Nel frattempo che ci penso, il campanello della porta d'ingresso suona. Mi alzo perciò dalla sedia per andare verso di lui, controllo dallo spioncino e sorrido quando mi accorgo che si tratta di Chris. Prendo un lungo respiro, metto una mano nella maniglia della porta e la apro, dove ad attendermi ci sono degli occhi verdi che, anche se passa il tempo, mi danno sempre quell'emozione di rinascita.

"Ciao..." emozionata gli dico, mentre lui corruga le sopracciglia forse perché si accorge del mio essere strana.

"Stai bene, amore?" Domanda all'istante Chris, preoccupandosi, lo si denota dal fatto che immediatamente mi accarezza il volto e mi avvicina a se, con gli occhi sgranati.

"Sto bene. Stai tranquillo che ti viene un infarto, ormai hai una certa età, nonnetto!" Lo prendo in giro volutamente, dato che ultimamente gli stanno spuntando dei capelli bianchi e lui si lamenta di questo.

"Divertente!" Socchiude gli occhi in due fessure, facendo finta di essere arrabbiato con me, quando si vede chiaramente che non è così. "Dov'è Alfredo?" Mi domanda poi, guardandosi in giro ed entrando in casa a quel punto.

"Lui questa sera è uscito. Siamo io e te!"

Lui si blocca a quel punto e si volta verso di me, allargando le sue labbra in un sorriso malizioso e nello stesso tempo perplesso.

Da soli, insieme! (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora