24•capitolo -sfidarsi-

2.5K 130 143
                                    

Dopo quel giorno, ho evitato Chris come la pesta. Gli unici incontri che abbiamo avuto, sono stati quando abbiamo cenato insieme la sera. Ma in tutti quei momenti, ho evitato in ogni modo di guardarlo o di dire qualcosa per attirare la sua attenzione. Ogni secondo, ogni respiro fuoruscito dalle sue labbra, mi riportava a quella sera. A come stavo cedendo, a come lo stavo mettendo in pericolo per un desiderio malato, non giusto. Perché quello che sento dentro ogni qualvolta mi osserva, o mi sfiora, è totalmente sbagliato, è un peccato da evitare. Però, si sa che la carne è debole, e che essendo esseri umani, a volte cediamo alle tentazioni. Il desiderio degli occhi, annebbia ogni razionalità. Ecco perché, non devo più rischiare di stargli così vicino perché io lo so, ne sono cosciente che non potrò scappare sempre da ciò che sento e se gli sto vicino, lui riuscirà a farmi sua.

Alfredo è stato un dolore, una perdita, un qualcosa che non potrò più avere indietro e se penso a lui, riesco a resistere alle sensazioni che mi spingono verso Chris. Preferisco non averlo mai e desiderarlo ogni giorno della mia vita, piuttosto che vederlo morire sotto i miei occhi per colpa di un desiderio che è radicato in me.

È una lotta continua il mio desiderarlo, il mio sapere di volerlo, ma non poterlo mai toccare.

E lo trovo nei miei occhi, ogni volta che li chiudo è lì che lo tocco con mani, lo bacio, lo abbraccio, mi faccio stringere da quelle braccia che continuo a desiderare. Ma poi mi sveglio, mi volto dall'altra parte e trovo quello che non vorrei, e accetto la realtà che non potrò mai toccarlo con mano l'amore che provo, sentirmi viva se solo lui mi abbraccia, essere sua.

Oggi è il giorno in cui partirò per Hong Kong con mio marito, di certo non ne sono felice, però forse è ciò che mi serve per staccare un po' la spina e riuscire ad disintossicarmi da Chris per qualche giorno. Ne ho bisogno, perché più passano i giorni, più lo sento che mi avvicino sempre di più a sfiorare l'errore.

Perché lui lo è e lo sarebbe un errore, so che ne pagherei conseguenze che per tutta la vita mi porterebbero a soffrire.

Ma io non posso frenare per sempre i miei sentimenti, non posso pensare di starci vicino e non cedere al ricatto dei suoi occhi. È come se mi togliessero sempre un po' di vita ogni volta che mi guardano, come se mi riuscissero a spezzare il respiro, come se lo rubasse il mio cuore e se ne appropriasse rendendolo suo.

Prendo la mia valigia che ho preparato per il viaggio e scendo di sotto, dove trovo mio marito che parla al telefono e annuisce. Non ha l'aria di uno che sta per partire, anzi, sembra che qualcosa lo preoccupi.

Quando si accorge di me, saluta la persona con cui parla al telefono e lo infila in tasca, mentre il suo sguardo si inchioda al mio. Sta per aprire bocca, ma nel frattempo arrivano Gaia e Chris che lo interrompono, e Mario si gira verso di loro sbuffando per l'interruzione.

E basta un solo secondo, che i nostri occhi si sfiorano e il mio cuore è preso da spasmi, che io ci provo a scacciare, ma è più forte di me quell'attrazione che mi fa prostate davanti a lui, senza nemmeno fare l'atto di inchinarmi.

"Ehi tesoro, ti devo dire una cosa"

Il nostro gioco di sguardi, viene arrestato da Mario, che mi richiama all'attenzione e io sono costretta a lasciare gli occhi dell'uomo che mi mette le catene al cuore senza nemmeno accorgersene.

Tiro un sorriso a mio marito, mi avvicino a lui mentre mi scruta da capo a piedi e allunga le mani per prenderle e quel senso di fastidio nel suo sfiorami, riaffiora come ogni volta.

"Purtroppo, non potrò più andare ad Hong Kong. C'è stato un imprevisto qui a lavoro, e devo rimanere!" Allarga le narici e i suoi occhi scuri, si incupiscono mentre la sua mascella si indurisce.

Da soli, insieme! (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora