Prologo

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I miei occhi sono contornati da occhiaie nere, mentre osservo l'uomo che mi guarda in cagnesco. Le lacrime scorrono copiose sul mio viso, il mio petto si abbassa e si alza vistosamente, le mie labbra che sono incastrate tra i miei denti per quanto stringo, per quanto fa male tutto ciò.

"Pensavi che non ti avrei scoperto?", urla con la sua voce virile, quella che mi ha fatto sempre ribrezzo ma con cui ho imparato a convivere.
Uno schiaffo in pieno volto, l'ennesimo che ricevo dopo che ha scoperto ciò che ho fatto. Dovevo aspettarmelo, sono stata così stupida, ma non sono riuscita a resistere a quel cuore che mi implorava di lasciarmi andare.

"Adesso finirai nel dimenticatoio, nessuno si ricorderà di te, piccola Stefania". Un ghigno fuoriesce da quelle labbra sottili, i suoi occhi grigi che mi scrutano con odio e rancore. "E io che ti ho pure trattato come una regina", continua e un altro schiaffo si infrange sul mio volto, facendomi cadere a terra. Con il suo corpo mi copre, con i suoi occhi mi incenerisce. Le sue mani si stringono sul mio collo, mentre non sento più aria nei polmoni.

"Ti... ti... prego... lasciami!", urlo, delle lacrime scorrono ancora indisturbate sul mio volto. "Non... farmi... del... male...", cerco di convincerlo con quella poca voce che è rimasta. "... non fargli... del... male", sussurro. Un altro schiaffo, tutto ciò che mi basta per atterrare all'indietro e non capire più nulla.

In un secondo mi ritrovo tra le braccia di qualcuno, non è lo stesso di prima, riconoscerei quelle braccia tra mille. Il suo odore che entra nelle mie narici, e la paura che a lui possa succedere la medesima cosa. Ho paura di non poterlo più avere accanto, di non sentire più le sue braccia, il suo odore sulla mia pelle.

"Ti... prego... scappa", cerco di fargli capire, non voglio perderlo, non posso permettere che a lui succeda qualcosa. "Vai... via!"

L'ultima volta che mi ricordo di averlo visto era disteso sul pavimento, aveva appena ricevuto un calcio sullo stomaco. Ma sono certa, a meno che non mi trovo in paradiso, che è lui a reggermi.

"Vai... via!", continuo a cercare di urlare, rendendomi conto che la mia voce giunge impercettibile, a causa del fatto che non ho più aria nei polmoni.

"Non ti lascerò, Stefania. Non ti lascerò mai", mi promette, poggiando le sue labbra screpolate sulla mia fronte, sentendo il suo respiro pesante. Mi aggrappo alle sue spalle a quel punto e sento lui cominciare a correre, per scappare da qualcosa, per scappare da lui.

Sento solo che lui apre la macchina con la chiave elettronica, che col peso delle sue braccia mi poggia nel sedile anteriore e che mi prende il viso tra le mani. Non sono lucida, ma i suoi occhi verdi scuri riesco a vederli e mi stanno guardando con tremore, con terrore di potermi perdere. Prende il mio viso tra le mani, mentre poggia le sue labbra sulle mie.

"Resisti amore mio, ti porto al sicuro", sussurra sul mio viso, poggiando la sua fronte sulla mia. "Ti prometto che tra pochi minuti sarà tutto finito!"

E si sposta dal mio viso, una volta che lo fa, sento il mio stomaco stringersi in una morsa perché vorrei poterlo avere ancora vicino a me.

Perché lui è quello che ho sempre amato, ma non sono riuscita a tenerlo con me.

Nella vita devi fare delle scelte, non tutti capiranno la mia, probabilmente mi giudicheranno, ma loro non sanno che ho dovuto farlo.

Ricordo ancora quando incontrai quegli occhi verdi per la prima volta, ero solo una ragazzina alle prime armi, in un liceo prestigioso e avevo una vita normale, di una qualsiasi adolescente. Parlammo subito, perché sembravamo capirci con un solo sguardo. Ben presto mi accorsi di essermi innamorata di lui, anche se percepivo benissimo che non era uguale per lui. Aveva i suoi problemi, troppi pensieri per un adolescente, tanto da non voler avere una relazione e lo capivo, mi bastava averlo accanto.

Ma, quando finalmente lui si accorse davvero di me e ci lasciammo andare, tutto cambiò...

Cominciò la mia vita, quella che ho avuto fino ad oggi, ma che ho gettato all'aria per seguire un sogno che adesso si è riversato contro di me, ma soprattutto contro di lui.

Mentre sto riflettendo su ciò, la macchina si ferma, sento ancora dolori in tutto il corpo

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Mentre sto riflettendo su ciò, la macchina si ferma, sento ancora dolori in tutto il corpo. La portiera della macchina si apre, i suoi occhi appaiono ancora davanti a me e mi fa un piccolo sorriso.

"Stai bene?", domanda con paura, prendendomi dalle braccia per farmi alzare. "Siamo arrivati, vieni con me" e allora mi prende in braccio. Chiude lo sportello della macchina, il mio respiro che continua a spezzarsi non solo per i singhiozzi, ma perché ancora i dolori in tutto il corpo per le percosse che ho subito le sento.

Poi sento una voce che conosco bene, molto bene, non potrei mai dimenticarla.

"Siete arrivati, come sta?", chiede la voce.

"Non sta bene, devi chiamare subito un dottore, ho paura... ho paura che potrebbe avere qualche emorragia interna". Le sue parole escono sconnesse dalle sue labbra, si percepisce la paura che ha.

"Non preoccuparti, Christian.", sussurra. "Entrate dentro, mettila sul letto, ci penso io". Lo sento annuire, mentre con le braccia mi stringo ancora più forte a lui e Poggio la testa sul suo petto.

"Resisti, piccola", mormora.

Continua a camminare velocemente, sento solo porte che si aprono e si chiudono, ma dopo un po' capisco poco e mi addormento sulle sue braccia.

Il risveglio non è dei migliori, uno sparo è tutto ciò che riesco a sentire. I miei occhi si sbarrano di colpo, davanti a me vedo ciò che non avrei mai pensato e la mia vita si spezza ancora, esattamente come quattro anni fa, ma questa volta sembra irrimediabile.

 I miei occhi si sbarrano di colpo, davanti a me vedo ciò che non avrei mai pensato e la mia vita si spezza ancora, esattamente come quattro anni fa, ma questa volta sembra irrimediabile

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Spero che il prologo vi incuriosisca. Dalla prossima settimana pubblicherò un capitolo a settimana. Giorno ancora da stabilire 😊

Da soli, insieme! (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora